Restammo nello spogliatoio quasi per tutta l'ora dell'ultima lezione. Tornammo in classe giusto per farci beccare dalla professoressa che subito esordì con:
«Sapreste spiegarmi come mai vi siete assentati dalla lezione? Ero sul punto di avvisare le vostre famiglie.» La prof era completamente infuriata. Avevamo solo saltato la sua ora di lezione, non avevamo mica commesso un omicidio.
«Professoressa, mi deve scusare. È tutta colpa mia, ho costretto io Lena e John ad accompagnarmi fuori dall'aula. Oggi non mi sento molto bene.» Speravo tanto se la bevesse.
«Per questa volta chiuderò un occhio, ma azzardatevi a farlo di nuovo e vi rifilerò una severa punizione.» La professoressa, diventata viola dalla rabbia, tornò ad assumere una naturale espressione umana. Poi rimise la faccia sul libro e continuò la spiegazione giornaliera.
Prima di tornare a sedere diedi una rapida occhiata a Mark, seduto nuovamente al suo posto. A prima vista sembrava non essersi fatto nulla e, fortunatamente, sembrava avesse mantenuto la bocca chiusa sull'accaduto. "Ma perché i miei compagni di classe non hanno detto nulla alla professoressa?". Non riuscivo a spiegarmelo.
Gli ultimi minuti di lezione passarono in fretta: non appena la campanella annunciò la fine della giornata scolastica, mi catapultai fuori dall'aula. Lena e J non volevano lasciarmi, erano molto preoccupati, così decisero di tornare a casa con me. Afferrai il telefono e chiamai la mamma.
«Ehi mà, c'è posto per Lena e John? Avevo intenzione di invitarli a pranzo.»
«Nessun problema tesoro, c'è sempre posto per i tuoi amici.»
«Ok mamma, grazie. Tra poco siamo lì.» John afferrò gli asciugamani e tentò di rimetterli nei vari armadietti, poi, dopo qualche minuto, aprimmo la porta e ci dirigemmo di nuovo nella nostra
Uscimmo all'aria aperta e venimmo investiti dal vento gelido che si era alzato, quello che era il segno che ormai l'inverno era arrivato. Erano le due del pomeriggio quando arrivammo davanti casa, presi le chiavi, che portavo sempre nello zaino, e aprii la porta d'ingresso principale. Il calore della stufa a gas, piazzata al centro del soggiorno, si propagava per tutta la casa donandole un clima caldo e accogliente. John e Lena aspettarono nel soggiorno mentre io salii in camera a lasciare i nostri zaini sulla mia scrivania. Una volta sceso, ci recammo in cucina, li trovammo mia madre completamente presa dalla preparazione del pranzo.
«Ciao ragazzi, tutto bene oggi a scuola?» Chiese la mamma.
«Si mamma, una giornata noiosa come le altre» dissi con tranquillità, dopotutto, le non sapeva nulla e non poteva scoprire quello che era successo.
«Si signora, il sole splende, gli uccellini cantano, siamo tutti interi e nessuno si è fatto male. Proprio nessuno...» Ma che cavolo stava dicendo John? Mi avvicinai e gli pestai il piede.
«Male? E perché avreste dovuto farvi male?» Chiese mamma insospettita.
«Non si preoccupi signora, John si riferiva all'allenamento fatto in palestra oggi» disse Lena sorridendo e guardando John.
«Cos'hai fatto ai capelli?» Chiese mamma guardandomi. «Sono tutti scompigliati.»
«Fuori c'è il vento artico, sarà per quello» dissi mentre guardavo i miei amici.
«Assolutamente sì.» rispose Lena «Brr, che freddo» continuò J. "Complimenti John, un interpretazione da Oscar". Il mio migliore amico aveva tante qualità, ma non sapeva proprio mentire.
«Sono quasi sicura che abbiate combinato qualcosa, ma non cercherò di scoprire cosa. Ora andate a sedervi a tavola.» La mamma ci sorrise e ci spedì tutti quanti in sala da pranzo. Adoravo mia madre proprio perché non cercava di infiltrarsi nella mia vita, mi dava tutto l'affetto possibile, ma aveva capito che ero diventato abbastanza grande e mi lasciava tutto lo spazio di cui avevo bisogno. In quel momento papà e Alis entrarono dalla porta.
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Cronache Di Un Lupo - L'inizio
FantasyRaccon vive la sua vita come qualsiasi adolescente del suo paese. Quest'anno, per lui e i suoi amici, sarà l'ultimo e dovranno affrontare il passaggio dal liceo all'università. Una sera, mentre Raccon torna a casa, dopo aver passato una normalissima...