Capitolo 66

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Un'altra ora passò e J perse totalmente il controllo, levò il suo sguardo alla luna e ruggì con tutta la forza. Corsi verso di lui per tentare di calmarlo, ma mi respinse in modo violento: ormai non riusciva a riconoscere chi li stava intorno. Quando l'istinto di caccia di J identificò me e Lena come potenziale pericolo, iniziò ad attaccarci: noi non volevamo fargli del male, ma dovevamo difenderci. Mi lanciai su di lui per tentare di bloccarlo, rapidamente si sottrasse alla mia presa e corse contro Lena. Con agilità, Lena lo schivò e lo mandò per terra con un calcio alla tempia, J si rialzò immediatamente e si volse contro di me, pronto a penetrare la mia carne con i suoi artigli. Io chiusi la mano destra in un pugno e colpii il suo viso, lui indietreggiò di qualche passo per poi ripartire all'attacco. Sentivo il sangue scorrermi addosso e il sudore scendere lungo la mia schiena; John non aveva alcuna difficoltà a ferirmi, io sì. Mi scrollai quella bestia inferocita da dosso e la lanciai contro l'albero. Lena lo afferrò per la gola e lo bloccò per terra, fece scintillare i suoi occhi di rosso e con violenza ruggì contro il viso di John. 

J sembrò calmarsi per un breve istante, poi la rabbia tornò a comandare il suo corpo. Si rialzò, togliendosi Lena da dossi e mi corse contro. Mi faceva così pena vederlo in quel modo, era il mio migliore amico e non volevo rischiare di fargli troppo male. Purtroppo, non avevo altra scelta. Stavo per essere colpito in viso, quando, grazie ai miei riflessi, riuscii ad afferrare il polso di John e spezzarlo. John  indietreggiò urlando per il dolore, ma questo non lo tirò fuori dalla sua furia. Alzò il suo sguardo contro di me e ringhiò come un cane rabbioso: ora il suo obbiettivo ero solo io. Lena se ne stava in disparte tentando di trovare un modo per riportare il mio amico alla ragione. Mentre stavo per ricevere un'artigliata da John, una voce femminile si palesò nell'aria: Lisa sene stava in ginocchio davanti a Lena, il respiro rotto per via della corsa frenetica per raggiungerci.

«Lisa sei pazza? Ti avevamo detto di restare a casa» Lena le urlò contro e si mise davanti a lei per proteggerla dal triste spettacolo. Lisa si guardò intorno e poi vide me e J fronteggiarci: vedendo il suo ragazzo in quello stato, Lisa scoppiò in lacrime. J stava per sferrare un pugno al mio stomaco quando Lisa, con uno scatto, si lanciò contro di lui. Né io e ne Lena potemmo fare nulla per impedire quel gesto privo di ogni condizione logica. Le braccia di Lisa cinsero il possente corpo di John ed entrambi si immobilizzarono all'istante.

«Lisa, va via da lì» Le urlai sputando il sangue accumulato in bocca.

«No, non voglio. Non voglio separarmi di lui.»

«Ma potrebbe farti male» Esclamò Lena, avanzando lentamente verso Lisa.

Le due figure se ne stavano ferme, l'una addosso all'altro. J era immobile, gli occhi gialli brillavano nell'oscurità mentre il suo sangue reagiva all'influsso lunare. Tutto sembrò precipitare, quando John alzò il suo braccio destro in aria pronto a colpire il corpo inerme della ragazza. Non sapendo cosa fare, mi lanciai contro di lui per poi fermarmi di colpo. Quando la sua mano si avvicinò al corpo di Lisa, gli artigli erano spariti, gli occhi erano tornati ad essere azzurri e il suo volto aveva ripreso forma umana. J ora era completamente calmo. Quando capii che il peggio era passato, crollai per terra.  Lena mi raggiunse e si sedette accanto a me: Lisa e John erano in piedi l'uno di fronte all'altro.

«Non avresti dovuto farlo, hai rischiato di farti male.» J la guardava fissa negli occhi.

«Non mi importa, quando ho sentito gli ululati provenire dalla riserva, ho capito che avevo bisogno di sentirti vicino. Non volevo lasciarti solo in un momento delicato come questo. Mi sei mancato tanto.» Lisa premeva il volto contro il petto di John nascondendo gli occhi pieni di lacrime.

«Senza di te, probabilmente, starei ancora azzuffandomi con Raccon.» J si girò verso di me ed io alzai il pollice per aria.

«Quando vuoi amico» dissi sorridendo.

«Lisa, in questi giorni ho capito che non voglio mai più separarmi da te. Mi sei mancata.»

«Mi sei mancato tanto anche tu, non allontanarti mai più da me.»

Io ero sporco di sangue e avevo la felpa completamente lacera, se quella testa di cavolo si fosse sbrigato a dirle che l'amava, forse, avremmo lasciato quel posto. Quando decisi di alzarmi, la mano di Lena bloccò la mia spalla intimandomi di restare al mio posto.

«Devo confessarti che ormai provo qualcosa che è più di una semplice attrazione. È diventata qualcosa di più forte.» Mentre J stava per pronunciare le tanto attese parole, Lisa porse un dito sulle sue labbra e poi lo baciò.

Le labbra di Lisa si staccarono da quelle di J.

«Ti amo J» sussurrò Lisa.

«Ti amo anche io» rispose J.

I due si scambiarono un bacio che durò per diversi secondi. Io stavo per esplodere, volevo tornare a casa, dannazione. Non volevo rovinare il momento tra i due, ma ci stavano praticamente ignorando. Lasciarli soli era la soluzione migliore, solo che, secondo Lena, il mio intervento avrebbe rovinato l'attimo. Quando non ce la feci più, emisi un piccolo colpo di tosse come per schiarirmi la voce.

«E prendetevi una stanza, per la miseria» esclamai provocando la risata di Lena.

J si voltò e avvampò di rosso per l'imbarazzo.

«Bro, se vuoi posso baciare anche te.»

«No, grazie. Mi sono bastati i tuoi artigli» dissi indicandomi il petto.

J lasciò Lisa e si avvicinò a me.

«Mi spiace, davvero» disse J poggiandomi una mano sulla spalla.

«Lo so che non è colpa tua» sorrisi e lo abbracciai, subito dopo anche Lena lo avvolse in un abbraccio.

Tutto si era risolto nel migliore dei modi, il peggio era passato. Velocemente uscimmo dalla riserva di Oaktown lasciandoci la vasta distesa di querce alle spalle. J e Lisa procedettero verso casa ed io e Lena facemmo lo stesso. Quella notte eravamo tutti molto stanchi e provati. Quando io e Lena raggiungemmo la mia stanza, ci addormentammo immediatamente lasciandoci la notte alle spalle.


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