La mattina era arrivata con prepotenza, i raggi del sole mi colpivano dritto in viso facendomi uscire dal delizioso guscio di coperte nel quale ero rinchiuso. Scostai le coperte dal mio corpo e con la mano cercai quella di Lena, ma non la trovai. Mi voltai verso il lato opposto del letto e scoprii che era sparita, il mio cervello entrò in confusione andando a creare un milione di scenari impensabili e improponibili. "Cosa era successo? Il padre ci aveva scoperti? Stavo per morire? Io non volevo morire. Lena stava bene? I genitori l'avevano presa e le avevano fatto una ramanzina lunga chilometri? E perché avevano deciso di lasciarmi a letto?" Mentre cercavo di eliminare quelle stupide idee dalla testa, sentii la porta si aprirsi. In quel momento, nella mia testa regnava una sola frase: "Fa che non sia Ryan". Decisi che, per prevenzione e non per codardia, era meglio nascondersi sotto le coperte ad occhi chiusi, sperando che chiunque fosse entrato non avrebbe controllato il letto. La porta si aprì richiudendosi subito dopo.
«Ehi tesoro, sei sveglio?»
Era la voce di Lena, per fortuna non era suo padre. Lentamente uscii la testa da sotto le coperte.
«Tesoro, così ci fai lì sotto?» Disse Lena mentre rideva.
«Controllavo che non ci fossero ragni nel tuo letto» risposi cercando di sembrare serio.
«Ed io ti credo.» Ribatté Lena continuando a ridere «Forza, esci subito da lì e vieni a darmi un bacio.» Io ubbidii e corsi da lei.
La presi in braccio e le diedi un bacio sulle labbra.
«Sei bellissima.» Lena arrossì leggermente e poi con lo sguardo mi indicò qualcosa che era poggiato sul mobile vicino la porta, la poggiai per terra e controllai cosa aveva lasciato. Sul piccolo mobile bianco, avente un ripiano in legno di quercia, c'era un vassoio con dentro quattro brioche, due caffè e numerosi biscotti.
«L'ho preparata per te» disse Lena sorridendo.
Quel gesto mi aveva colpito, non pensavo che si sarebbe presa il fastidio di prepararmi la colazione. Nessuno, oltre mia madre, l'aveva mai fatto. Quel piccolo gesto mi fece sentire amato, anche io avrei voluto dirle che l'amavo, ma forse era troppo presto ed io potevo aver frainteso il suo comportamento.
«Non dovevi» dissi sorridendo «E se ti avessero scoperto i tuoi genitori?» Chiesi prendendo il vassoio.
«Ormai sono le nove di mattina, i miei genitori sono fuori da un pezzo. Non si accorgeranno di niente.»
Lena sembrava abbastanza convinta delle sue parole, così mi tranquillizzai anch'io. Tornai a letto col vassoio e mi sedetti a gambe incrociate in modo da usare le mie gambe come appoggio. Ovviamente sarei stato capace di mangiare tutto da solo, ma non sarebbe stato un gesto carino, così la invitai a dividere la colazione. Lei mi sorrise e mi raggiunse.
«Lena, stanotte sono stato bene con te, ma non riesco a dimenticare ciò che è successo durante la luna piena. Voglio farmi perdonare, ti va di venire a cena con me stasera?» Chiesi prendendole la mano.
«Voglio assolutamente venire a cena con te.» Lena avvicinò il viso al mio e mi strappò un piccolo bacio. «Ti chiedo solo di dimenticare l'accaduto. Non è stata colpa tua.»
«Mi impegnerò a farlo» dissi accarezzandole il viso. Ero davvero dispiaciuto, ma continuare a pensarci non avrebbe cambiato il passato.
Rimanemmo sdraiati l'uno accanto a l'altro per circa un'ora, in casa regnava il silenzio e il tempo sembrava essere rallentato. Chiusi gli occhi e assaporai ogni attimo di quel momento con Lena, ogni parte del mio corpo era pienamente rilassata. Purtroppo dovevo andare via, di certo i suoi genitori non sarebbero rimasti fuori casa per sempre ed io non potevo farmi beccare con Lena mentre ero mezzo nudo. Inoltre, era quasi mezzogiorno ed io dovevo tornare a casa.
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Cronache Di Un Lupo - L'inizio
FantasyRaccon vive la sua vita come qualsiasi adolescente del suo paese. Quest'anno, per lui e i suoi amici, sarà l'ultimo e dovranno affrontare il passaggio dal liceo all'università. Una sera, mentre Raccon torna a casa, dopo aver passato una normalissima...