Capitolo 48

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Io persi per un attimo il respiro e crollai con il ginocchio destro per terra, alzai il viso e vidi che stava per colpirmi con un secondo calcio diretto alla tempia. L'unico modo per schivarlo era usare la velocità che ancora non controllavo molto bene: mi concentrai e riuscii a tirare fuori solo una punta del potere che mi serviva. Sotto i suoi occhi increduli, mi spostai rapidamente a sinistra, alzai il braccio destro le sferrai un pugno sull'unica parte scoperta del suo corpo, lo stomaco. Lena indietreggiò, si piegò sulle ginocchia, e cadde a terra. "Forse ho esagerato" pensai, mentre mi ripulivo dalla polvere. Temendo di aver usato troppa forza, le corsi incontro. Intrecciai le mie mani con le sue e tentai di prendere parte del dolore che stava provando: fortunatamente era minimo e non aveva subito danno grave.

«Lena, tutto bene?» Domandai chinando il mio viso sul suo.

«Tutto bene, amore. Devo ammettere che non mi aspettavo usassi quella velocità in combattimento.»

«Se non l'avessi usata ...ci sarei finito io per terra.» Le diedi un bacio sulla guancia e poi l'aiutai ad alzarsi. Eravamo entrambi un po' doloranti, ma qualche minuto dopo, eravamo pronti a combattere di nuovo. Mentre Lena partiva all'attacco, una voce familiare irruppe nella stanza.

«Che cos'è tutto questo rumore?» Dalla porta del garage sbucò Ryan, il padre di Lena.

«Colpa mia, io e Lena ci stavamo allenando» dissi passandomi una mano dietro la testa.

«Davvero?» Continuò Ryan eccitato «E chi ha vinto?» Domandò.

«Raccon» rispose Lena indicandomi.

«È stata solo fortuna» risposi.

«Altro che fortuna, mi hai fregato in pieno» disse lei sorridendo.

«Che ne dici di misurarti con me?» Chiese Ryan.

Il padre di Lena era parecchio muscoloso, se avessi accettato mi avrebbe ridotto in briciole. Ma non potevo fare la figura dell'idiota e rifiutare, stavo con sua figlia e, nonostante Ryan avesse mostrato di avere già fiducia in me, mi sentivo in dovere di guadagnare un certo rispetto. «Accetto» dissi mostrando tutto il falso coraggio a disposizione.

«Non credo sia una buona idea» disse Lena lanciandomi un'occhiata furtiva.

«Sta tranquilla, non ho intenzione di andarci troppo forte» disse Ryan sorridendo con fare beffardo.

Io ero già in posizione, Ryan si posizionò a pochi passi di fronte a me e si tolse la maglia rimanendo col petto scoperto. Io feci lo stesso, ma non fu una buona idea, aveva una muscolatura che era almeno il doppio della mia. "Forza Raccon, puoi farcela".

Non biasimavo il comportamento di suo padre, da quanto stavo con Lena, Ryan aveva iniziato a trattarmi come un figlio, era suo diritto scoprire se ero in grado di proteggere sua figlia. Dovevo essere sincero, avevo una leggera paura, quel tipo aveva le spalle che erano almeno il doppio delle mie, in confronto a lui ero uno stuzzicadenti. Presi un bel respiro e mi posizionai davanti a lui

«Forza Raccon, attacca.»

Con lui non mi sarei risparmiato, avrei usato tutta la forza e velocità a disposizione. Mi lanciai contro Ryan al massimo della velocità, caricai un pugno e lo colpii dritto in viso. Ryan parò il colpo senza problemi, ma come aveva fatto? Mi ero mosso a tutta velocità.

«Sei veloce, Raccon. Ma la tua velocità è solo nelle gambe.» Ryan alzò il braccio e rispose con un bel gancio sinistro che mi colpii in pieno viso. Indietreggiai e tentai di colpire la sua gamba destra per fargli perdere l'equilibrio. Ryan barcollò per un attimo ed io preparai un altro calcio, stavolta mirai alle costole: il colpo lo fece piegare in due dal dolore ed io ne approfittai per colpirlo nuovamente. Il colpo che ricevette fece più male a me che a lui, quando il mio pugno impattò contro i suoi addominali, provai dolore: era come se avesse le pietre sotto la pelle. Fortunatamente, il pugno lo stordì e lo costrinse ad appoggiare la schiena al muro. Approfittando della situazione, mi lanciai contro di lui: sferrai più di sei pugni contro il suo viso, ma lui li evitò tutti senza battere ciglio. In quel momento mi sentii come se stessi combattendo da solo, infatti, prima di sferrare l'ultimo pugno, esitai. Quel momento perso mi costò caro: Ryan mi afferrò dalla spalla e mi lanciò per terra come se fossi un sacco di patate. Mentre tentavo di rialzarmi, notai il sangue colare sulla mia maglietta.

«Papà, è inutile che lo fai stancare senza motivo. Sai benissimo che sei più forte di lui.» Lena era di fronte a noi e stava guardando tutta la scena, non era preoccupata, sapeva che suo padre non mi avrebbe fatto fuori, era solo arrabbiata. Non capiva perché Ryan volesse farmi stancare in quel modo, sapeva già che avrebbe avuto una vittoria facile.

«Non preoccuparti Lena, posso ritenermi soddisfatto» rispose suo padre sorridendo.

Fosse stato per Ryan, sarebbe finita lì, ma io ero testardo e decisi che dovevo continuare. Con un colpo di reni, saltai a mezz'aria e colpii Ryan dritto in faccia. Completamente illeso, lui rispose con un colpo allo stomaco che mi mandò nuovamente per terra. Mi rialzai a fatica facendo leva con il ginocchio sinistro: decisi di tentare l'ultimo colpo, sarebbe stata una vittoria per me o per lui...ma probabilmente lo sarebbe stata per lui. Utilizzando parte della velocità che avevo, schizzai contro di lui come un proiettile e, con un pugno, contente tutta la forza che avevo, tentai di colpire il suo stomaco. Ryan fu in grado di schivare anche quell'ultimo mio disperato tentativo, ormai avevo perso l'equilibro e niente mi impedii di finire contro la parete di cemento.

«Complimenti figliolo, niente male.» Ryan si avvicinò e tese la mano verso di me.

«Grazie mille.» Dopodiché svenni.

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