Il cielo iniziava ad assumere svariate tonalità di rosso: poi fu sera e, sopra le nostre teste, l'azzurro sparì lasciandosi alle spalle un manto blu profondo come il più oscuro degli oceani; solo la luna e le stelle riuscivano a dar luce a quell'oscurità senza fine. Io e Lena camminammo fino a raggiungere il parco, vederlo mi fece tornare in mente una delle nostre prima uscite: era il luogo del nostro primo "appuntamento". Fu proprio in questo parco che lei mi parlò per la prima volta dei licantropi. Erano passati due mesi da quel giorno ma, dentro di me, era come se tutto quel tempo fosse stato racchiuso in un solo battito di ciglia. Camminammo nel parco fin quando non raggiungemmo un piccolo prato; il posto era completamente illuminato dalla luce lunare e non vi era nessun'albero ad occultare la vista del cielo. Ci sedemmo l'uno accanto all'altro e rimanemmo a guardare il cielo.
«Tesoro, va tutto bene?» Domandò Lena prendendomi la mano.
«Si, non potrebbe andare meglio.» Mentre parlavo, mi girai a guardarla: i piccoli raggi di luna le illuminavano il viso e i capelli sfumandone leggermente il rosso. L'atmosfera era calma e non c'era nemmeno un filo di vento, allungai una mano sul suo viso e lo accarezzai. Lei avvicinò il suo viso al mio e rimase a pochi centimetri dalle mie labbra.
«Nemmeno tutte le stelle del firmamento sarebbero in grado di creare due occhi così belli. Sei così bella che, a volte, temo di non reggere il confronto.» Mentre le parlavo, avevo lo sguardo fisso su di lei.
«Nessuno mi aveva mai detto una cosa così bella.»
«E nessuna ragazza mi aveva mai fatto provare dei sentimenti così forti» risposi accarezzandole i capelli.
«Ti amo.»
«Ti amo,Lena» Lena sorrise e mi diede un bacio sulle labbra, poi poggiò la testa sulle mie gambe e si sdraiò a guardare il cielo. Non fui capace di calcolare quanto tempo passò, ma all'improvviso avvertimmo altre due presenze vicino a noi. Entrambi ci alzammo di scatto e iniziammo a perlustrare bene la zona, nell'aria c'era uno strano odore: non era cattivo e non faceva gridare al pericolo, era solo strano.
Era molto simile al gel doccia che gli sportivi usano per lavarsi. Subito dopo quell'odore, ne arrivò un altro: questo era più dolce e femminile rispetto a quello di prima, anche Lena era sicura appartenesse ad una ragazza. Mentre l'odore si faceva più forte, iniziai a pensare "L'ho già sentito da qualche altra parte. Ricordo di averlo sentito negli spogliatoi della scuola. Ma è ovvio. È l'odore del gel doccia di John."
«Lena» dissi sottovoce «Questo è sicuramente l'odore di John, ma l'altro non lo riconosco.»
«Di sicuro non sarà qui da solo...ma se l'altro odore è quello di una ragazza, probabilmente sarà quello di Lisa» disse con voce quasi impercettibile.
Avanzavamo lentamente senza emettere alcun rumore, da lontano iniziammo a distinguere due figure sedute su una panchina. Avvolto dal silenzio del parco, chiusi gli occhi e tentai di concentrarmi solo sulla loro voce: appartenevano a John e Lisa. Ma cosa ci facevano a quest'ora nel parco? Non vorranno mica...
«Cosa facciamo adesso?» Domandò Lena.
«Ovviamente resteremo qui senza far rumore. Se il mio ragazzo vuole andare a rete, la nostra apparizione potrebbe rovinargli la festa.» dissi strizzando l'occhio.
Entrambi ci avvicinammo sempre di più evitando di fare anche il più piccolo rumore. Fortunatamente, la panchina occupata da J e Lisa offriva un cespuglio abbastanza folto che ci avrebbe dato riparo: ora potevamo goderci tutta la conversazione da vicino, era come essere in prima fila ad uno spettacolo teatrale. Dal piccolo spiraglio in mezzo alle foglie, potevo vedere Lisa seduta a cavalcioni su J. I due stavano facendo alcuni chiarimenti sulla loro relazione. Il loro discorso continuò fino a quando John decise di incollare le sue labbra su quelle di Lisa. Dopo qualche bacio, però, sembrava volessero andare oltre, il problema era che non potevamo continuare ad assistere alla scena, ma allo stesso tempo non potevamo muoverci. Chiunque, da quella distanza, avrebbe sentito il rumore delle foglie che si muovevano. Mentre stavo osservando la scena, John, confuso probabilmente dall'eccitazione, pronunciò una delle sue mega stronzate.
«Baby, guardare i tuoi occhi è come tuffarsi nell'oceano» disse J con sguardo suadente.
"Dio bro, ma che cavolo stai dicendo" pensai mentre tentavo di trattenere la risata.
«Tesoro, fa piano» Lena parlava sottovoce tentando anche lei di trattenere la risata.
Intorno a me c'era il silenzio, stavo aspettando una risata da parte Lisa, un segno o qualsiasi altra cosa che facesse intendere che J aveva sbagliato il colpo, invece non arrivò nulla. Per quanto potesse sembrare stupida, a Lisa, quella frase piacque.
«Bro, è solo il secondo appuntamento. Non puoi fartela ora» dissi con la faccia incollata al cespuglio.
«Amore, ti ricordo che anche noi siamo stati a letto al secondo appuntamento. Anzi, in realtà, non era nemmeno un appuntamento. Sono venuta a prenderti dalla riserva perché eri impazzito...e poi è solo sesso. Se lei ci sta, perché non farlo?»
Lena aveva ragione, forse mi sembrava strano perché loro due lo stavano per fare su una panchina in un parco. Mentre riflettevo sui miei principi, Lena mi toccò il braccio e scosse la testa. Mi girai e vidi che i due erano sul punto di togliersi i vestiti. Non potevamo fare altro che andarcene, così ci mettemmo a pancia in giù e cercammo di strisciare sull'erba senza farci scoprire. Eravamo sul punto di alzarci per correre a casa ma, contro ogni probabilità, un ruggito squarciò il silenzio della sera. I miei occhi e quelli di Lena reagirono simultaneamente cambiando di colore, era come se i nostri poteri stessero reagendo a quel richiamo. Non c'erano altre creature capaci di una cosa simile, perciò era facile capire chi fosse l'autore di quel ruggito. Dovevamo prepararci a tutto, il tono di quell'ululato non era affatto amichevole.
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Cronache Di Un Lupo - L'inizio
FantasyRaccon vive la sua vita come qualsiasi adolescente del suo paese. Quest'anno, per lui e i suoi amici, sarà l'ultimo e dovranno affrontare il passaggio dal liceo all'università. Una sera, mentre Raccon torna a casa, dopo aver passato una normalissima...