A quell'ora, per le strade, non c'era mai nessuno. Era da sola, l'unica cosa che le faceva compagnia era la sua ombra: non poteva parlare e di certo non aveva una sua volontà, ma vederla accanto a lei le donava un leggero senso di compagnia. Le case in marmo si susseguivano una dopo l'altra mentre lasciava il villaggio, in lontananza, le torri del palazzo della capitale svettavano alte nel cielo. Mentre stava per inoltrarsi nel bosco azzurro, un grosso gufo dalle piume rosse e arancioni le si poggiò sulla spalla. Con un semplice incantesimo di modulazione vocale, Seraphina chiese al gufo il motivo della sua vista. E, tra un bubolare e l'altro, l'animale porse alla ragazza una lettera con sopra un sigillo rosso. Una volta presa la lettera, l'animale si dileguò nel bosco riportando la ragazza nella più totale solitudine. Il sigillo, posto a chiusura della lettera, riportava il disegno di una stella a cinque punte. La ragazza lo riconobbe immediatamente e si affrettò ad aprire la lettera.
"Cara Seraphina,
Sono passati mesi da quando sei partita, e non passa giorno senza che io e tuo padre sentiamo la tua mancanza. So che sei piena di domande alle quali cerchi di dare una risposta, ma stai attenta a non cacciarti nei guai. Spero con tutta me stessa che questo tuo viaggio possa darti ciò che stai cercando, siamo fieri della donna che sei diventata e non vediamo l'ora di riabbracciarti.
Con affetto,
Mamma e Papà.
P.S Skinny ha imparato a volare."
In quel momento, Seraphina, si rese conto di quanto le mancasse la sua famiglia. Percepì uno strano senso di malinconia, non vedeva un volto amico da quando aveva lasciato la sua città. Da quando era partita, non si era fermata in un posto per più di qualche giorno. Il viaggio che aveva intrapreso poteva risultare difficile, ma la voglia di sapere era più forte di qualsiasi altra cosa. Ogni volta che era sul punto di mollare e tornare indietro, si ripeteva che era quasi giunta alla fine, che mancava poco e che presto sarebbe tornata a casa. Finalmente il viaggio stava per giungere al termine, una volta studiato alcuni libri del castello della capitale, sarebbe tornata a casa per riposare e decidere cosa fare delle informazioni acquisite.
Dopo aver riposto la lettera nello zaino, ripartì. Gli alberi di bosco azzurro erano tra i più alti del regno, alcune leggende narravano che alcuni di loro potessero addirittura toccare il cielo. Seraphina non aveva mai creduto alle leggende, ma, appena mise piede nella foresta e portò gli occhi al cielo, si trovò a pensare che forse dicevano la verità.
«Bosco azzurro» sussurrò.
Bosco azzurro si estendeva per un'area non molto vasta, per attraversarlo bastavano due giorni interi di cammino. Tale bosco prendeva il nome da alcuni stagni presenti nella zona: l'acqua dei boschi era di un azzurro così intenso che illuminava anche i luoghi più bui. In mezzo a quell'intreccio di rami e foglie, vivevano vari tipi di animali, alcuni dei quali erano nati dalla magia. Mentre Seraphina procedeva a passo spedito nella foresta, una piccola farfalla iridescente le si poggiò sui capelli. Infastidita dal continuo camminare della ragazza, la farfalla volò via, lasciando dietro di sé una scia di polvere luminosa come diamanti che, non appena toccava il terreno, faceva crescere dei piccoli fiori luminescenti. Seraphina rimase ad osservare la scena totalmente stupefatta, era la prima volta che vedeva un insetto di quel tipo. In realtà, era la prima volta che vedeva un essere vivente creato dalla magia stessa. Mentre guardava i piccoli fiori, si ricordò l'incipit del primo libro che aveva letto:
"Il mondo in cui viviamo è dominato da leggi magiche che non possono essere violate.
La Magia crea e la Magia distrugge.
Tutto ciò che vedi, coesiste grazie ad un equilibrio creato dalla Magia stessa.
Il danneggiamento di tale equilibrio porterebbe, la natura e la vita, a morte sicura.
Rispetta la Magia, e lei rispetterà te."
L'ultima frase era scritta con un inchiostro rosso e, probabilmente, per effetto della magia stessa, sembrava avesse vita propria. Non si poteva non leggerla, era lì e imponeva di essere letta. Era come una legge che non poteva e non doveva essere infranta.
"Ricorda: La Magia è e non può non essere".
Era un libro che veniva consegnato a tutti gli elfi quando iniziavano ad esercitarsi con la magia. Ricoperto da una copertina marrone e rilegato in pelle, il libro contava quasi più di mille pagine. Si intitolava: "Guida Alla Magia". Non appena si apriva la prima pagina vi era la scritta in inchiostro rosso "Maneggiare con cura".
Seraphina aveva passato quasi tutta la sua intera adolescenza a studiare quel libro, gli incantesimi e i rituali. Aveva superato tutti gli esami, che la scuola richiedeva, col massimo dei voti. Nonostante questo, sapeva che non avrebbe mai smesso di imparare. Era passato tanto tempo da allora, ormai era diventata una donna, non aveva più sedici anni. Aveva raggiunto la maggiore età da un pezzo, fu cinque anni dopo il suo diciottesimo compleanno che decise di iniziare il suo viaggio. Mentre si perdeva tra i ricordi, si accorse che aveva percorso un bel po' di strada, decise che era il momento di fermarsi e consumare un breve pasto. Trovò una piccola radura dove crescevano alberi di mele, piccoli fiori bianchi e rossi, e si sedette alla luce della luna. Ringraziando la natura e la magia, per il cibo trovato, colse una mela dall'albero e la mangiò. Poi prese alcune noci e varie bacche nere dal suo zaino e le divise con dei piccoli scoiattoli che si erano avvicinati con fare curioso. Quando ebbe finito di mangiare, dallo zaino, estrasse una borraccia marrone, bevve tre lunghi sorsi d'acqua e poi si sdraiò sull'erba soffice. La luce della luna si rifletteva su tutto il suo corpo, i capelli, al suo riflesso, erano come se fossero investiti da un'aura luminosa. Coccolata dalla leggera brezza autunnale, chiuse gli occhi e si addormentò.
STAI LEGGENDO
Cronache Di Un Lupo - L'inizio
FantasyRaccon vive la sua vita come qualsiasi adolescente del suo paese. Quest'anno, per lui e i suoi amici, sarà l'ultimo e dovranno affrontare il passaggio dal liceo all'università. Una sera, mentre Raccon torna a casa, dopo aver passato una normalissima...