Capitolo 40

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Era calata la notte a Soldor, la città si era spenta e i suoi cittadini dormivano tranquilli nelle loro case. La luna splendeva alta nel cielo e, con i suoi raggi, illuminava le austere montagne che sovrastavano l'intero paesaggio. L'aria era pregna d'umidità e, nella città, così come sulle montagne, regnava un silenzio tombale. Tutto sembrava essere calmo, ma era solo una grande illusione. A pochi passi dall'accademia, un'ombra misteriosa sfrecciò indisturbata nell'oscurità della notte. Il suo corpo era avvolto in un velo di mistero, nessuno sarebbe stato capace di definire la natura di quell'essere. La creatura sembrava non curarsi dell'oscurità che la circondava, i suoi occhi cremisi l'avrebbero guidata ovunque. I suoi ricordi erano confusi,non ricordava come avesse fatto a raggiungere quel luogo a lei sconosciuto. All'improvviso, un raggio di luce illumino una delle stanze della Revive e,l'oscurità nella quale la creatura era immersa, sparì. Infastidita da quel lampo abbagliante, la creatura si dileguò nel fitto bosco alle sue spalle. La misteriosa figura corse lungo il sentiero senza mai fermarsi, attraversò la fitta rete di foglie e rami senza curarsi del rumore che facevano i suoi piedi contro il terreno. Quando ebbe finalmente raggiunto i piedi della montagna, si fermò: il cuore le batteva forte nel petto e, quando vide che non era più in pericolo, tornò ad essere calma. Dai suoi occhi sembrava trasparire una sensazione di stupore, come se non avesse mai visto montagne così grandi. La pausa durò poco, spinta dalla fame, l'essere decise di proseguire lungo il sentiero. Le montagne di Soldor potevano essere pericolose, se non le si conosceva abbastanza: i suoi sentieri potevano essere tanto sicuri quanto mortali, e per la creatura non fu per niente facile procederne attraverso. Proseguì lungo il sentiero senza nemmeno accorgersi di trovarsi in una zona vietata, quello era il territorio degli occhi bui: nessun sano di mente avrebbe avuto il coraggio di entrarci. Superato un piccolo gruppo di alberi,la creatura si trovò all'ingresso di un villaggio che, a prima vista, sembrava essere disabitato. 

Avanzando con determinazione, la creatura decise di infiltrarsi in alcune case per prendere in prestito del cibo e dell'acqua:oltretutto, il suo olfatto ben sviluppato, aveva captato degli odori che le avevano stimolato ancora di più l'appetito. Passeggiando per il villaggio e osservandone le case, la prima cosa facile da notare, erano le finestre: erano state lasciate tutte aperte. Facendo molta attenzione a non far rumore, la creatura sì intrufolò nella prima casa che si trovava alla sua destra. Rubarne il contenuto fu talmente facile che decise di passare in rassegna anche le altre case del villaggio.Infilato il bottino nello zaino, la misteriosa figura decise di abbandonare quel luogo per tornare nella foresta. Mentre usciva da una casa, un rumore,proveniente da una grotta in cima ad una piccola collina, attirò la sua attenzione.Sapeva che un giorno, la sua curiosità l'avrebbe messa in pericolo, ma quel giorno non era ancora arrivato. Qualche attimo dopo si ritrovò a percorrere una breve salita e, dopo un centinaio di metri, finalmente arrivò all'entrata della grotta. Le piccole torce appese ai lati del muro illuminavano il sentiero, la creatura consumò un breve pasto e poi si mise in cammino decisa a seguire le luci. Quelle torce non l'avrebbero infastidita poiché ella soffriva solo se l'intensità luminosa era troppo alta. Quando fu a pochi passi da esso, un debole bagliore la illuminò, sapendo che la luce sarebbe stata più forte, decise di prendere il mantello nero dallo zaino che aveva sulle spalle. La creatura, alla luce,sembrava avere tratti umani: capelli lunghi, folti e bianchi come la più candida delle nevi, occhi rossi scintillanti e una bocca di media grandezza ma ben proporzionata al resto del corpo. Le orecchie erano molto simili a quelle umane, ma assumevano una forma appuntita man mano che si raggiungeva la loro estremità superiore. Due finissime sopracciglia nere le incorniciavano il viso, mentre il corpo snello e slanciato faceva intendere fosse una giovane donna. Le braccia abbastanza robuste, avvilupparono il suo corpo all'interno del mantello. 

Con un balzo, la donna superò la recinzione che proteggeva la casa e vi si infilò dentro. Oltrepassando la finestra più vicina,raggiunse una stanza molto grande: aveva due poltrone, un camino, un tavolo e un grande mobile appoggiato al muro. Presa dalla curiosità, si trovò a frugare tra i cassetti del mobile più vicino. Quello che trovò al loro interno, però, non le fece molto piacere. All'interno del mobile non vi era del denaro o del cibo, ma solo dei fogli spillati contenenti le cose più macabre mai lette in tutta la sua esistenza. Alla vista di quel contenuto i suoi occhi iniziarono a oscurarsi,passarono da un rosso intenso ad un blu scuro. In quel momento, il suo sguardo era il riflesso della sua anima: se qualcuno l'avesse guardata negli occhi, avrebbe subito capito l'immenso dispiacere e disprezzo che la donna stava provando in quel momento.

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