Capitolo 41

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In quel preciso istante, non capì bene il perché,ma sentiva che quei fogli dovevano sparire da quel luogo, così decise di portarli con sé. Dopo aver richiuso il mobile, prese a girare per la casa totalmente indisturbata. Si diresse in cucina, nei bagni e infine salì lungo una piccola scala che sbucava a pochi metri del camino. Superata la breve gradinata, si ritrovò in una stanza buia: spinta dalla curiosità iniziò ad esplorarla. Aprì un piccolo armadio e, nascosto sotto un grosso cumulo di vestiti, trovò una fotografia. Nella foto erano raffigurati un bimbo e la sua mamma, la donna girò la foto e vi trovò scritta una frase "Ti voglio bene,Envy". Quella frase riportò la serenità nel cuore della donna, la paura provata qualche minuto prima venne spazzata via e il blu dei suoi occhi lasciò il posto ad un rosso puro. Per non destare sospetti rimise la foto a posto e richiuse l'armadio, poi, con grande agilità, si diresse alla piccola finestra che dava la vista sul cortile della casa. In lontananza, grandi torce illuminavo il perimetro di quella che doveva essere un'arena di combattimento. Oltre quello, sembrava non esserci nulla, ma la creatura non ne era fermamente convinta. Concentrandosi per qualche secondo riuscì a potenziare la sua vista, gli occhi diventarono dello stesso colore del cielo: in quel modo poteva vedere oltre il limite consentito dalla natura. Accanto l'ingresso dell'arena, due grosse figure simili a dei lupi, ruggivano e ululavano verso le altrettante figure che si trovavano al centro dell'enorme campo d'allenamento. Gli esseri all'interno dell'arena stavano combattendo tra di loro, sembrava non si preoccupassero di ferire o di uccidere l'avversario. Con un balzo, una delle due creature poste all'ingresso, raggiunse il centro dell'arena. Il suo corpo era ricoperto da un manto nero come la notte, le frecce di luce, che colpivano il corpo del lupo, evidenziavano le possenti braccia sostenute da gambe altrettanto muscolose. Egli, con un sol movimento del braccio destro, spazzò via circa dieci combattenti posizionati di fronte a lui in segno di sfida. Poi, con una mano ne afferrò uno e lo alzò sopra la sua testa. 

«Envy, basta così. Per oggi è finita.» Un secondo lupo, non molto grosso, raggiunse il centro dell'arena e impose al suo compagno di fermarsi. Envy, con un gesto che sembrava essere naturale, decise di ubbidire all'ordine ricevuto. Terrorizzata, la donna distolse lo sguardo, il blu che riempiva i suoi occhi svanì e la vista tornò ad essere quella di un normale essere umano. Con un lampo di luce, proveniente da suoi piedi, la donna raggiunse rapidamente l'uscita della casa e si lanciò verso l'uscita dalla grotta a gran velocità. Raggiunta l'uscita, respirò profondamente, guardò il lento tramontare della luna e decise che era ora di tornare nei boschi.

 Il sole era sorto su Soldor, la fresca aria mattutina iniziava a sostituirsi all'umidità che aveva accarezzato la città durante la notte. Le piccole gocce di rugiada iniziavano a cadere dalle foglie, troppo deboli per sostenerle. Alla Revive iniziava un nuovo giorno, erano le otto del mattino quando Roy ed Alexis si destarono dal loro sonno. Si vestirono e si lavarono i denti, dopodiché scesero in mensa a fare colazione. Alcuni professori stavano già accompagnando gli studenti nelle loro aule, pronti per una nuova giornata di studi. Kiran, come al solito, decise che non aveva voglia di seguire la lezione e quindi preferì rimanere chiuso nella sua stanza. Una sua compagna di classe, Emily, chiese al professore di poter abbandonare un attimo l'aula di studio per recarsi nella stanza di Kiran. Ottenuto il consenso, la giovane studentessa raggiunse la stanza del ragazzo. Roy e Alexis girovagavano per l'accademia, era il solito giro di controllo, fatto più per abitudine che per necessità. Dopo aver svoltato l'angolo del terzo corridoio, i due notarono una ragazza dai capelli corvini muoversi di fronte a loro. I due non potevano seguirla, poteva sembrare sospetto, così decisero di superarla, sorriderle e spiarla dall'angolo in fondo al corridoio. I due rimasero un po' stupiti, quando scoprirono la ragazza entrare nella stanza di Kiran. In tanti anni di supervisione, non avevano mai visto nessuno entrare in quella camera. 

«Che dici, ascoltiamo?» Bisbigliò Roy.

«Che dici? Non possiamo, è contro il regolamento» rispose Alexis.

«Questa è una situazione particolare, e poi sono io il capo della baracca.»

«Si, ma cosa centra?» Continuò Alexis, attaccato all'orecchio di Roy.

«Fidati di me.»

«Ok...» 

I due si concentrarono e portarono tutta la loro attenzione all'interno della camera. Nemmeno il ronzio di una mosca sarebbe passato inosservato.

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