In una stanza molto disordinata, su un letto non molto grande, ma abbastanza resistente, John dormiva profondamente. Erano appena scossate le dieci di sera, il suo telefono iniziò a squillare facendo vibrare il comodino sul quale era poggiato: le note di Stayin' alive, dei Bee Gees, rimbombavano per tutta la stanza. J aprì gli occhi e riconobbe la sua canzone preferita. Nonostante fosse ancora mezzo addormentato, non si proibì di cantare il ritornello:
«And we're stayin' alive, stayin' alive
Ah, ha, ha, ha, stayin' alive, stayin' alive
Ah, ha, ha, ha, stayin' alive.»
John intonò ogni singola parola, allungando, proprio come faceva la canzone, anche l'ultima vocale del ritornello. Infine, quando vide che il display del telefono riportava il nome di Lisa, si catapultò giù dal letto per rispondere.
«Pronto...»
«Fammi indovinare, ti sei messo a cantare tutto il ritornello della canzone, vero?» disse Lisa ridendo.
«Si, non posso resistere.»
«Volevo dirti che sono riuscita ad ottenere il permesso dai miei genitori. Tra qualche giorno sarò da te» esclamò Lisa eccitata.
«Non hai idea di quanto io sia felice in questo momento. Ti amo tanto.»
«Anche io tesoro. Domani vado a fare i biglietti, ti aggiorno non appena li compro.»
«A domani, amore.»
Poi la chiamata si chiuse. John era molto felice dell'arrivo di Lisa, ma sapeva che non era assolutamente un'ottima idea vista la situazione che stava vivendo. Pensò che, nel migliore dei casi, Lisa sarebbe andata via poco prima della guerra. Se voleva vederla, quella era l'unica soluzione possibile. Prese il cellulare e chiamò Raccon.
In città era sceso il silenzio, pochi rumori viaggiavano tra le vie. Un gufo, poggiato su un lampione, spiccò il volo. Forse sognava di raggiungere le stelle, o magari di toccare la luna, ma non poteva, così decise di volare alto sulle montagne. Attraversò tutta la città e gli alberi della foresta, cacciò persino qualche topo e lucertola che si aggiravano nei dintorni. Poi, stanco e soddisfatto della cena, decise di poggiarsi su un ramo di un pino che sorgeva solitario sulla vetta della montagna. Solo due figure si stagliavano nell'oscurità.
«Hai sentito, Yuria?» disse Envy sfoggiando un sorrisetto beffardo.
«A quanto pare il nostro Roy si prepara alla battaglia» continuò la figura incappucciata.
Envy aprì la bocca mostrando le possenti zanne «Povero sciocco.»
Entrambi sembravano divertiti dalla notizia, la loro risata echeggiò nell'aria circostante e poi svanì.
****
Erano circa le dieci del mattino, io, J e Lena ci eravamo uniti agli altri nella grande arena da combattimento. Nonostante fosse ancora giorno, l'arena era illuminata dagli enormi fari posizionati ai lati: il tabellone elettronico, che faceva anche da riproduttore audio, stava mandando in sottofondo una canzone prodotta negli anni 80. La riconobbi perché era una delle mie preferite: composta dai Van Halen, Jump, era uscita nell'anno 1984. La conoscevo perché avevo visto un film nel quale era la traccia d'apertura. Intorno a me vi erano tutti gli studenti della scuola, di fronte a noi, posizionati sul primo anello centrale, c'erano Roy, Alexis e Janus. Da lì a poco avrebbero annunciato i vincitori della prova, anche se in realtà, tutti sapevano chi aveva vinto. Roy prese il microfono in mano, la canzone si interruppe, e poi iniziò a parlare:
«Benvenuti, ragazzi miei. Dato che le prove sono terminate, credo sia arrivato il momento di annunciare i vincitori in maniera ufficiale. Quando sentirete il vostro nome, vi prego di venire qui accanto a me» Roy aveva i capelli tirati all'indietro, i suoi ciuffi grigi si mescolavano perfettamente al resto della chioma castana, aggiungevano un tocco di classe in più. L'uomo indossava una t-shirt nera con una navicella spaziale disegnata sopra e un paio di pantaloni beige con delle scarpe bianche.
Iniziò a chiamarci uno per uno: Kiran fu il primo a raggiungerlo, poi ci fu John, Emily, Lena e infine io. Quando lo raggiungemmo, gli stringemmo la mano.
«Ora lascio la parola ad Alexis e Janus, si sono occupati di formare i branchi che verranno assegnati a ognuno di voi» Roy ci sorrise e poi passò il microfono ad Alexis.
Mentre ero concentrato su gli abiti di Alexis: una camicia aderente rossa con sotto un pantalone nero, mi persi tutto l'annuncio sul branco di Kiran. Poi Lena mi toccò il braccio, vedendomi assente, e tornai ad ascoltare.
Il secondo branco fu assegnato ad Emily, Alexis pronunciò i nomi di ogni ragazzo del gruppo e, man mano che venivano chiamati, andavano a sistemarsi dietro le spalle del cosiddetto capo branco. Io venni chiamato per terzo, ogni ragazzo o ragazza, chiamata da Alexis, venne a sistemarsi dietro le mie spalle senza dire nemmeno una parola. Quando l'annuncio fu finito, mi girai a contarli. Non credevo ai miei occhi, dietro di me si era formata una fila di sessanta studenti; e come cavolo avrei dovuto guidare sessanta ragazzi in una battaglia? Non ero capace nemmeno di comandare me stesso. Fortunatamente, non ero il solo, tutti avevamo ricevuto lo stesso numero di partecipanti. Se avessi combinato dei casini, avrei avuto qualcuno con cui disperarmi. L'unica che poteva uscire illesa da questa situazione, era Lena. Lei era un alfa sin dalla nascita, e stava iniziando a sviluppare un certo controllo sui suoi poteri.
Quando l'annunciò fu terminato, Roy invitò tutti a presentarsi il pomeriggio per iniziare l'allenamento. Tutti gli studenti, uno dopo l'altro, iniziarono ad abbandonare la sala seguiti da Roy, Alexis e Janus. Nell'arena eravamo rimasti sono noi, i tanto attesi comandanti.
«Beh, a quanto pare il momento è arrivato, Raccon» disse Kiran avvicinandosi a me e J.
Mi sentivo sottopressione, ma tentai di non far trasparire le miei emozioni «A quanto pare... Ammetto di essere preoccupato, non so se sarò in grado di andare d'accordo con tutte quelle persone»
«Fidati, te la caverai» annunciò J mettendomi una mano sulla spalla.
«Credo che il tuo amico abbia ragione. Tutti hanno visto il tuo incontro nell'arena, alcuni di quei ragazzi hanno una considerazione molto alta di te. E ad essere sincero, anche io. Ora devo andare, a più tardi ragazzi» Kiran strinse la mano ad entrambi e poi corse via insieme ad Emily.
Con quest'ultima, non avevo mai avuto l'occasione di scambiare qualche parola, non che mi interessasse, ma era meglio farsi nuovi amici vista la situazione. Roy non ci aveva dato un orario preciso, si era limitato a dire: "Ci vediamo nel pomeriggio". Non avendo informazioni, Lena suggerì di fare ritorno all'arena verso le quattro del pomeriggio. Prendemmo l'ascensore e abbandonammo la Revive: era quasi mezzogiorno, e tutti e tre sentivamo una leggera fame.
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Cronache Di Un Lupo - L'inizio
FantasyRaccon vive la sua vita come qualsiasi adolescente del suo paese. Quest'anno, per lui e i suoi amici, sarà l'ultimo e dovranno affrontare il passaggio dal liceo all'università. Una sera, mentre Raccon torna a casa, dopo aver passato una normalissima...