Rimanemmo nella stanza per un altro paio di minuti, poi, quando stavamo per a tornare a casa, Roy entrò nella stanza. Indossava una maglietta nera con scritto "RH76", un jeans blu e un paio di Adidas rosse. Gli occhi color nocciola vagavano per l'intera stanza, come se fossero alla ricerca di qualcosa. La loro ricerca terminò quando il suo sguardo incontrò un tavolo alle mie spalle. Sorrise soddisfatto e poi ci raggiunse.
«Vedo che se sveglio, finalmente» Roy si avvicinò e mi diede un colpetto sulla testa.
«Sì, ma sarei ancora più felice se Lei sapesse spiegarmi il motivo per il quale sono svenuto» dissi massaggiandomi la nuca. Mi sentivo uno straccio. Io, Lena e J indossavamo ancora la tuta usata nell'arena, che, facendoci caso, iniziava ad avere un odore poco piacevole. Avevo un urgente bisogno di fare una bella doccia rilassante e una cena abbondante. In realtà, sentivo il bisogno di far sparire tutti e di rimanere da solo con i miei pensieri. Iniziavo a provare una strana sensazione, come se qualcosa dentro di me fosse cambiato, come se un pezzo di me fosse andato via.
«È semplice, mio caro ragazzo. Per quanto ti possa sembrare strano, il nostro potere non è illimitato, o meglio, lo è se usato al massimo della potenza.»
«Si spieghi meglio» disse Lena incuriosita.
«Lei è un alfa, pensavo lo sapesse» continuò Roy.
Il preside pareva sorpreso, in realtà lo ero anche io. Lena non mi aveva mai parlato di un limite al nostro potere, e non mi aveva nemmeno mai detto come usarlo alla massima potenza. Ma iniziavo a credere che nemmeno lei ne fosse a conoscenza.
«Il nostro potere deriva da un'antica magia, o così dicono le varie leggende. I licantropi, nell'epoca medievale, venivano usati per condurre le battaglie più difficili. Inoltre, erano conosciuti in tutto il mondo per gli aiuti che offrivano alle persone, o paesi, in difficoltà. Con il passare del tempo, e l'avvento della religione, i licantropi furono costretti a mischiarsi tra la gente comune. In questo modo il potere iniziò ad affievolirsi sempre più, fino a quando non è diventato quello che possediamo noi in questo momento. Il nostro potere, quello che io, tu, Lena o quello che usano tutti i licantropi, è solo una parte limitata. Non ci accorgiamo del suo limite solo perché non siamo mai costretti a portarlo al limite. Raccon, quando mi hai steso, per un attimo hai avuto accesso al vero potere, solo che, non controllandolo, hai consumato tutte le energie a disposizione. È per questo che sei svenuto, ma sono sicuro, che almeno per un momento, tu ti sia sentito molto più potente. Non è forse vero?» Mentre raccontava la storia, gli occhi di Roy sembravano illuminarsi di una luce pura, sembrava felice nel raccontare le vicende passate.
«Si, per un attimo mi sono sentito molto più forte.»
«Proprio come pensavo» continuò Roy.
«Quindi, lei mi sta dicendo che siamo la brutta copia di ciò che erano i nostri "antenati"?» chiese Lena.
«Precisamente. Inoltre, tutti i licantropi potevano assumere la forma di lupo. Ora, quell'abilità è destinata solo agli alfa. Ma anche un beta, col giusto impegno, può arrivare a raggiungere quella forma» Roy si alzò e si avvicinò al tavolo per prendere un piccolo libro, poi si avviò verso la porta. «Fareste meglio a tornare a casa e riposare. Domani pomeriggio annuncerò in modo ufficiale i vincitori della prova, e dato che siete voi, fareste meglio a presentarvi. Ognuno di voi riceverà un gruppo di licantropi da allenare e "comandare" in battaglia. Sarà vostro compito guidarlo contro gli Occhi Bui.»
«Va bene, comandante» risposi mettendomi una mano sulla fronte.
Roy accennò un sorriso e poi abbandonò la stanza, lasciando me, Lena e J.
«Bhe, a quanto pare, domani è il gran giorno» dissi alzandomi dal divano.
«Si, finalmente le prove sino finite» continuò J.
«Qualcosa mi dice che l'allenamento sarà molto più duro delle prove» concluse Lena.
Salutammo J e abbandonammo la Revive. Quando uscimmo dall'accademia, la luce del sole e la fresca aria pomeridiana ci colpirono in pieno viso. L'ora di pranzo era passata da un paio d'ore, ma nell'aria si poteva ancora sentire il profumo delle varie pietanze preparate da alcuni locali presenti sulla via di casa. Raggiunto l'appartamento ed entrati nella nostra stanza, ci togliemmo la divisa indossata nell'arena. Non era poi così scomoda, ma avevo bisogno di farmi una doccia. Mentre l'acqua calda mi scorreva sul viso, portai il pensiero verso casa e i miei genitori. Oaktown era un posto tranquillo, e la mia casa era come una barriera che mi aveva sempre protetto dal mondo esterno. Avevo sempre saputo che abbandonarla sarebbe stata la scelta giusta, ma non avrei mai immaginato di dover affrontare simili situazioni. La trasformazione di Lena aveva dato il via ad una serie di eventi inaspettati nella mia vita. Prima quell'aggressione nel parco, poi l'intrusione alla Revive e infine il sogno fatto poche ore prima. Mentre mi insaponavo i capelli e mi massaggiavo il cranio, mi iniziai a chiedere se non stessi lentamente impazzendo. Riflettendoci, non era la prima volta che facevo sogni strani.
Qualche giorno prima della trasformazione, ebbi quella specie di incubo. Anche quella volta lo ignorai, e poco dopo accadde l'impensabile. Iniziai a credere che, forse, dovevo dare più credito ai miei sogni. Quando uscii dalla doccia, ritrovai la mia immagine riflessa nello specchio. Ero un ragazzo normale, se non si faceva caso a quando mi spuntavano zanne e artigli. Con un pettine tirai all'indietro i capelli castani, si stavano facendo troppo lunghi per i miei gusti, presto avrei dovuto tagliarli. Quello era l'ultimo dei miei problemi, c'erano tante altre cose che mi preoccupavano. Il futuro era così incerto, sapevo di non dover pensare troppo a quelle cose, altrimenti l'insicurezza avrebbe preso il sopravvento. Uscito dal bagno, tornai in camera, Lena era seduta ad aspettarmi. Il lume sul suo comodino era acceso, aveva la schiena poggiata alla spalliera del letto e stava leggendo un romanzo. Vedendomi fermo sulla porta mi chiese se andasse tutto bene, ovviamente risposi di sì. Non mi andava di farla preoccupare ulteriormente. In quel momento, Lena e J erano la mia unica fonte di sicurezza. Ero certo che non mi avrebbero mai abbandonato. Lanciai l'accappatoio, che avvolgeva il mio corpo, sulla sedia e raggiunsi Lena.
«Ehi, sicuro vada tutto bene?» Lena socchiuse il libro e volse lo sguardo a me.
«Si, va tutto bene» sorrisi e le diedi un bacio sulle labbra. «Qual è il titolo del romanzo?» domandi scrutando la copertina azzurra.
«Al chiaro di Luna» rispose «Parla di un ragazzo molto in gamba che, come tutti, ha paura di ciò che gli riserverà il futuro. E ogni sera, per schiarirsi le idee, raggiuge una scogliera che dà sul mare e guarda la luna. Da qui il titolo.»
«Sembra interessante.» Mentre scorrevo lo sguardo sulle pagine, notai che Lena aveva raggiunto il ventunesimo capitolo. Era intitolato: Notte di Mezza Estate.
Il capitolo iniziava con una frase "Non esiste niente di troppo difficile, se ti impegni, puoi sempre farcela."
L'autore aveva ragione, ma evidentemente non aveva mai affrontato un gruppo di licantropi omicida. Nemmeno io, ma lo avrei fatto a breve.
Passammo qualche minuto a leggere insieme e poi ci riposammo fino a sera. Venimmo svegliati dal suono dei nostri cellulari. Erano le nove e mezza, fuori era buio e il telefono continuava a suonare. Era la mamma che mi stava chiamando, rimanemmo per quasi un'ora al telefono. Mamma era la mia confidente, ma non potevo raccontarle tutto, anzi, fui costretto a mentire sull'accademia e sulle lezioni. Prima mentii a lei e poi a mio padre, fortunatamente mia sorella evitò di farmi domande che riguardavano la mia istruzione. Chiusi la chiamata e, poco dopo, lo fece anche Lena.
«Alla fine di questa faccenda, se sarò ancora vivo, dovrò dire ai miei genitori la verità» dissi guardando Lena.
«Non pensi che sarebbe rischioso? Quando finirà questo brutto periodo, tutto tornerà alla normalità. Non sarà necessario dirlo ai tuoi genitori, per il momento.»
«Forse hai ragione, mi sto solo facendo prendere dall'ansia» mi passai una mano sul viso e poggia la testa sul cuscino.
«Andrà tutto bene, fidati di me» Lena si avvicinò e mi avvolse tra le sue braccia.
Qualche ora dopo ci alzammo e uscimmo per mettere qualcosa sotto i denti.
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Cronache Di Un Lupo - L'inizio
FantasyRaccon vive la sua vita come qualsiasi adolescente del suo paese. Quest'anno, per lui e i suoi amici, sarà l'ultimo e dovranno affrontare il passaggio dal liceo all'università. Una sera, mentre Raccon torna a casa, dopo aver passato una normalissima...