Era molto strano quello che stava succedendo: erano anni che conoscevo J, e in tutto quel tempo non aveva mai accettato di organizzare un'uscita, o qualsiasi altra cosa, dopo le undici di sera. Forse voleva solo sfogare la tensione prima di scendere in battaglia. All'improvviso, mentre ero perso nei miei pensieri, J mi si lanciò contro a tutta birra e mi colpii con un pugno dritto in faccia mandandomi a gambe all'aria.
«Bel colpo!» dissi.
In quei mesi di allenamento eravamo diventati entrambi molto forti, ma John sapeva benissimo che io ero molto più forte di lui. Mi rialzai velocemente e allungai le braccia e gambe in modo da svegliare i muscoli intorpiditi, J era di fronte a me e saltellava come un pugile sul ring. Se aveva assunto quella posa, allora voleva fare sul serio. Sarei stato felice di accontentarlo. Con uno scatto felino mi lanciai verso di lui, chiusi la mano destra in pugno e lo colpii allo stomaco. J indietreggiò di qualche passo, sorrise e mi si lanciò di nuovo contro alternando ganci e diretti contro il mio viso protetto dalle braccia. Subii intenzionalmente il suo attacco, volevo capire fino a che punto intendesse spingersi: quando fui stanco di aspettare, mi abbassai e lo colpii con un calcio alla gamba destra. J perse l'equilibrio, lo afferrai e lo sbattei contro il muro che avevo di fronte. Non impiegò molto tempo ad alzarsi, i suoi occhi si accesero di un giallo sfavillante, scattò dal proprio posto e mi investì con una scarica di pugni nello stomaco. Mentre stava per caricare l'ultimo colpo, mi spostai e lo atterrai con un calcio rotante dritto in viso.
«Dannazione Raccon, perché non ti decidi a combattere sul serio?» chiese J rialzandosi da terra e scrollandosi la polvere da dosso.
«Non prenderla come un'offesa, ma non ne ho bisogno.» Sapevo di essere più forte, ed ero in grado di tenergli testa anche senza usare tutta la mia forza. Non volevo offenderlo con quella scelta, ma perché stancarmi inutilmente a poche ore dalla battaglia? Fosse stata un'altra occasione, avrei combattuto al massimo delle possibilità, ma dopo mesi di allenamento preferivo risparmiare le forza.
«Nessuna offesa T, ma speravo dicessi una cosa del genere» J sorrise e portò due dita alla bocca emettendo un breve fischio. Da dietro le mura del cortile, due figure balzarono nell'oscurità e mi atterrarono davanti: erano Kiran ed Emily.
«E voi cosa ci fate qui?» domandai sorpreso.
Non avevo idea di cosa stesse succedendo e iniziavo a insospettirmi parecchio.
«John ci ha chiesto aiuto e, anche se ne avevamo motivo, abbiamo deciso di non rifiutare» Kiran fece un passo avanti e si mostrò sotto la luce del lampione del cortile.
«Tesoro, credo che J non sia d'accordo nello spifferare tutto adesso» aggiunse Emily interrompendo il ragazzo.
«Esattamente. Rimandiamo a dopo le spiegazioni» concluse rapidamente John. I tre si affiancarono l'uno all'altro, pronti a fronteggiarmi.
«Ehi, un attimo, non crederete mica che io possa battervi tutti e tre da solo» dissi cercando di mantenere tutta la calma possibile: in realtà me la stavo facendo sotto. Ma non potevo fare brutta figura davanti a Lena. Mi girai, le sorrisi e poi mi decisi a combattere con tutta la forza.
«In realtà, spero proprio tu non ci riesca» gli occhi di Kiran si illuminarono, e una colorazione blu mista al giallo apparve nell'iride del ragazzo.
«Avanti T, mostraci cosa sai fare» disse J.
T...John mi chiamava così qualche volta, quella era la lettera iniziale del mio cognome. Lui sapeva che non mi piaceva essere chiamato in quel modo, ma adorava stuzzicarmi.
Chiudendo gli occhi, mi concentrai e tirai fuori tutto il potere che avevo a disposizione: stavolta non mi sarei risparmiato. Mi lanciai contro di loro e ruggii. J guidava l'attacco e fu il primo a fronteggiarmi. Senza pensarci due volte, lo colpii mandandolo a sbattere contro il muro, con un calcio alla gamba destra colpii Emily che aveva appena chiuso la sua mano in un pugno. La ragazza cadde per terra sbattendo la testa sul cemento, poi percepii una presenza alle mie spalle, istintivamente mi girai e colpii la figura in pieno viso mandandola per terra.
«Bella trovata, Kiran» dissi prima di essere colpito da J ed Emily contemporaneamente. Incassai il colpo e indietreggiai di qualche passo, poi afferrai Kiran per la maglia e lo scaraventai contro Emily mandandoli entrambi per terra. Immediatamente, J mi si lanciò addosso e tentò di colpirmi con un calcio dritto in faccia, fortunatamente riuscii a bloccarlo, ma Emily e Kiran si erano alzati e mi stavano venendo dritti addosso. Riuscii a schivare qualche loro pugno, ma ne presi parecchi e caddi a terra numerose volte. Lo scontrò prosegui per diversi minuti, all'inizio ero bello fresco e non avevo problemi a gestirli tutti e tre, ma più andavo avanti e più sentivo la fatica. La vista mi si stava offuscando, ma riuscii a piantare gli artigli nel terreno e a non cadere al per terra. Kiran mi si lanciò contro, ma riuscii ad afferrarlo a mezz'aria e farlo cadere per terra. J ed Emily mi attaccarono nuovamente, ebbi il tempo di assestare un pugno sul viso di J, ma incassai un calcio dritto nello stomaco da parte di Emily. Per concludere, Kiran mi afferrò dalle spalle e mi sbatte con forza contro il terreno. Non avevo idea del perché puntassero a fare così male, ma non avevo intenzione di cedere, nonostante la vista mi si stesse offuscando e i muscoli iniziassero a cedere, mi rialzai da terra e tentai di concentrarmi sul combattimento. Entrambi eravamo molto stanchi, di sicuro io lo ero molto più loro e, se all'inizio erano loro a incassare i miei colpi, ora io le stavo prendendo da tutte le parti. Mi sarebbe bastato un pugno forte e preciso, per farmi cascare a terra come una pera e non rialzarmi più. Non ebbi il tempo di rifiatare che già Kiran si stava lanciando contro di me, caricò un pugno e mi colpi in viso, persi l'equilibro e caddi per terra in ginocchio.
«Ragazzi così non funziona. Smettetela.» La voce di Lena sembrava così lontana, eppure era così vicina. Sentivo il suo cuore battere come un tamburo. Chiusi gli occhi e con la mano mi asciugai il sudore che gocciolava dalla fronte, in bocca aveva un fastidiosissimo sapore metallico, dovevo liberarmene e così sputai sul pavimento di fronte a me. La saliva aveva assunto un colore rossastro, l'ultimo colpo di Kiran mi aveva aperto una piccola ferita all'interno della bocca, e questa non era una cosa che doveva permettersi di fare. Lentamente mi alzai e rimasi immobile di fronte a Kiran e J che stavano correndo verso di me. Percepii i loro pugni partiti simultaneamente e li schivai abbassandomi sotto di essi. Poi tutto sembrò diventare più lento, era come vivere all'interno di uno slow-motion: ero stanco e arrabbiato, tutto il mio corpo sembrava andare a fuoco. Il mio corpo si avvolse di un calore innaturale e rimasi chiuso in uno stato di semi coscienza.
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Cronache Di Un Lupo - L'inizio
FantasyRaccon vive la sua vita come qualsiasi adolescente del suo paese. Quest'anno, per lui e i suoi amici, sarà l'ultimo e dovranno affrontare il passaggio dal liceo all'università. Una sera, mentre Raccon torna a casa, dopo aver passato una normalissima...