Mi voltai e notai che Lena era sveglia, si stava divertendo a giocare con i suoi lunghi capelli: la sua attenzione sembrava totalmente catturata da quel piccolo gioco momentaneo, era affascinante. Non si era accorta che la stessi guardando e così decisi di scattarle una foto: la luce che filtrava dalla finestra colpiva metà del suo viso e parte dei suoi capelli, sarebbe stata una foto perfetta. Senza farmi notare presi il telefono e scattai. La ritrassi alla perfezione, sfortunatamente l'otturatore del mio telefono emise un click, lei si girò e mi sorrise.
«Scusa, stavi così bene che ho voluto farti una foto. Posso cancellarla, se ti infastidisce.»
«No tesoro, tienila pure» concesse sorridendo.
L'orologio segnava le due del pomeriggio, non sapevo se qualcuno avesse cercato di entrare nella mia stanza. Ovviamente non ci sarebbe riuscito, dato che avevo chiuso la porta a chiave. Se non volevo cacciarmi nei pasticci, dovevo correre subito verso casa.
«Lena, devo tornare a casa, la mia copertura potrebbe saltare da un momento all'altro. Mi spiace lasciarti qui da sola, ma devo andare.»
«Tranquillo, va pure.» Si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia.
Ci rivestimmo e scendemmo in salotto, Lena mi accompagnò fino all'ingresso e poi ci salutammo con un bacio. Dovevo rientrare in casa nello stesso modo in cui ero uscito, cominciai a correre per arrivare il prima possibile. Arrivato a pochi passi da casa, decisi di fare una piccola deviazione: oltrepassai il muro di una casa vicino la mia, scavalcai una piccola siepe e saltai direttamente nel mio cortile. Una volta fatto, saltai sul balcone e aprii la finestra. Mentre mettevo un piede nella stanza, sentii mamma che mi chiamava dalla cucina.
«Raccon siamo tutti nella sala da pranzo, ti va di mangiare?»
Entrai velocemente nella stanza e richiusi la finestra, cambiai i vestiti, perché avevano ancora addosso il profumo di Lena, e raggiunsi i miei a pranzo. A tavola trovai la famiglia al completo: papà non lavorava perché si era preso un giorno di riposo, Alison era appena uscita da scuola e mamma, ovviamente, aveva preparato il pranzo. Mi sedetti al tavolo come se non fosse successo nulla e iniziai a mangiare.
«Raccon, ti senti meglio?» Chiese la mamma.
«Si mamma, adesso sto molto meglio. Grazie per avermi fatto saltare scuola, avevo bisogno di dormire.»
«Non sono salita di sopra, non volevo svegliarti.»
Fortunatamente non si era accorta di niente, mi era andata bene.
«Fratellone, ti senti meglio adesso?»
«Si Alis, ora sto molto meglio» mia sorella era sempre dolce con me, mi rimaneva accanto tutte le volte che ne avevo bisogno.
«Figliolo, un giorno di riposo può far bene, ma non farci l'abitudine» ammonì papà con tono serio.
«Certo papà, non preoccuparti.»
Pensai: "Pensandoci bene, ora che siamo tutti insieme a tavola, inventando una buona scusa, potrei farmi dire da papà come fa il padre di Lena a conoscermi".
Poggiai il bicchiere che avevo preso e porsi la mia domanda. «Papà, devo farti una domanda.»
«Dimmi pure.»
«Qualche giorno fa mi è capitato di incontrare i genitori di Lena, ero uscito con John e li abbiamo salutati. Si sono avvicinati a me e mi hanno chiesto di portare i loro saluti a casa. Per caso, tu e la mamma, li conoscete? Io non ho mai avuto modo di parlarci.» Cercai di essere il più serio possibile per non farmi scoprire.
«Certo che li conosco, sono nostri amici d'infanzia» disse papà sorridendo.
«Davvero? E come mai non vi incontrate mai?» chiesi continuando il mio teatrino.
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Cronache Di Un Lupo - L'inizio
FantasyRaccon vive la sua vita come qualsiasi adolescente del suo paese. Quest'anno, per lui e i suoi amici, sarà l'ultimo e dovranno affrontare il passaggio dal liceo all'università. Una sera, mentre Raccon torna a casa, dopo aver passato una normalissima...