Capitolo 118

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Roy ruggì e tutti iniziarono a muoversi e a correre contro il clan avversario. Da lontano vidi Lena trasformarsi con lo stupore di tutti i suoi compagni, le sorrisi ma non mi mossi. Il mio branco era l'unico rimasto fermo mentre tutti gli altri erano lì ad azzannarsi.

«Raccon, che facciamo?»

«Adesso andiamo Kyle, preparati.» Mi concentrai e richiamai ogni singola goccia di potere, pregai il licantropo che era in me di uscire fuori con tutta la sua forza. Trassi un respiro profondo e scacciai la paura. Poi iniziai a correre seguito dal mio branco, la mia intenzione era quella di attaccare il clan avversario dal lato destro. Quando arrivammo e ci scontrammo contro di loro, sentii un rumore di ossa rotta che si spargeva per tutto il campo. Era tutto nella più totale confusione, i nostri branchi schivavano alla perfezione ogni colpo che arrivava dagli avversari, cercavamo di condurre un attacco perfettamente ordinato mentre loro andavano totalmente allo sbaraglio fendendo l'aria con zanne e artigli. Con mia grande sorpresa, riuscii a buttare giù quattro dei loro licantropi: io e il mio gruppo avanzavamo il mezzo al campo cercando di raggiungere il branco di Lena e J che era stato diviso. Spiccai un salto e vidi Lena completamente accerchiata, così mi lanciai contro di lei pronto ad aiutarla. Fui al suo fianco in meno di venti secondi, falciando ogni avversario che mi veniva addosso. Lena azzannava e feriva gravemente chiunque le andasse incontro: la sua uniforme, o quella che ne rimaneva dopo la trasformazione, era completamente distrutta. Mentre tentavo di schiavare i colpi indirizzati alla mia testa, vidi una placca di rinforzo dell'uniforme, schivai il colpo indirizzato al mio stomaco e lanciai la placca contro il viso di un licantropo che mi stava venendo a dosso. La placca prese a vorticare pericolosamente e andò a recidere il braccio dell'uomo, scattai contro di esso e lo colpii con un pugno dritto in viso.

La battaglia continuò fino a quando uno dei nostri non cadde a terra ferito gravemente, fu allora che Roy scattò in aiuto del ragazzo e lo trasse in salvo prima di morte certa. Erano in troppi, non saremmo mai riusciti a vincere. All'improvviso, Roy si alzò su due zampe e ruggì in aria facendo tremare la terra circostante. Dalle colline che circondavano la valle, un esercito di licantropi si riversò contro il clan degli Occhi Bui. Non potevo contarli, ma erano in superiorità numerica. Il loro capo scattò in avanti e si gettò nella mischia uccidendo con un fendente di lancia cinque dei suoi avversari. In quel momento capii che la sensazione di stranezza prima della battaglia era dovuta a loro. Il nuovo esercito era uscito dalle colline accerchiando noi e gli Occhi Bui.

Rincuorati dal quell'aiuto totalmente inaspettato, mi lanciai contro gli avversari. Rapidamente mi diressi verso il mio branco e mandai al tappeto un paio di avversari che tentavano di uccidere un ragazzo privo di sensi. Mi liberai degli invasori e portai il ragazzo al sicuro. In lontananza, J era accerchiato da ben cinque avversari, scatenai tutta la mia velocità e corsi ad aiutarlo.

«Come va bro?» dissi prendendo fiato.

«Sono leggermente nei guai, ti va di darmi una mano?» J aveva una striscia di sangue che colava dallo zigomo sinistro, ma sembrava essere ancora tutto intero.

«Ovviamente» risposi.

Presi il primo licantropo a portata di mano e buttai per terra, saltai a mezz'aria per liberami dalla folla, usai le spalle dei miei avversarsi come trampolino e afferrai John dalla tuta per tirarlo fuori dalla massa di corpi. Squarciai e azzannai chiunque osasse avvicinarsi a me o John, rapidamente ci liberammo degli avversari e tornammo nel centro della battaglia.

Nonostante fossimo superiori di numero, la battaglia continuò per ore, Roy, Alexis e Janus si fecero in quattro per impedire che uno dei ragazzi venisse ucciso. Correvano come schegge da una parte all'altra campo, ma ormai gli occhi Bui si erano ridotti di numero. Solo un centinaio di loro erano rimasti in piedi. Gli altri erano fuggiti o giacevano per terra gravemente feriti o trafitti dalle lance. Dopo qualche minuto, Yuria si lanciò contro Roy pronto ad ucciderlo. Il vecchio avvolto nel mantello li fu addosso in un attimo mordendo e azzannando il comandante. Il manto bianco di Roy ora era striato di sangue e numerose ferite coprivano il suo corpo, ma lui non sembrava sentirne il peso. Afferrò il vecchio e con un colpo d'artigli spezzò il braccio al vecchio, poi lo lanciò in aria e lo colpì violentemente al petto. Yuria volò per un paio di metri per poi cadere al suolo. Passarono pochi secondi e il vecchio si rialzò, scosse le mani e una strana luce viola apparve nell'aria. La luce colpiva, senza uccidere, tutti coloro che non riuscivano a sfuggirle. Invitai il mio branco a seguirmi e mi diressi versi J e Lena che si erano affiancati per unire le forze; in lontananza, Kiran ed Emily stavano facendo lo stesso. Al centro del campo di battaglia, Envy lottava contro Roy, mentre Alexis e Janus combattevano contro Yuria, ma non c'era traccia dell'esercito venuto dalle colline. Quei ragazzi erano arrivati, ci avevano aiutato per chissà quale motivo e poi erano spariti.

«Ti uccido, ti uccido» urlava Envy mentre si scontrava violentemente contro Roy.

I due si fronteggiavano senza paura e senza pietà, Roy caricò Envy e ne azzannò il collo. Envy sembrò non sentire dolore e colpì Roy con un calcio dritto alla tempia. Roy si rialzò e si lanciò dritto sul corpo del nemico, con gli artigli lacerò completamente braccia e gambe. Envy perse l'equilibro e venne colpito dal montante destro che lo mandò a gambe all'aria stordendolo: ora sotto il suo corpo vi era un lago di sangue. Non volendolo uccidere, Roy girò le spalle e si diresse verso Kiran.

Mentre io e Lena e J ci preoccupavamo di aiutare i feriti, i pochi licantropi rimasti ci stavano venendo addosso. Con i pochi ragazzi che avevamo a disposizione, tentammo di riorganizzare le file e di proteggere coloro che erano svenuti a causa della luce di Yuria. J fu scaraventato violentemente alle mie spalle ed io subii un violento colpo allo sterno che mi fece perdere il fiato. Tenta di rialzarmi, ma qualcuno mi colpii alla testa e svenni.


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