Capitolo 120

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Mentre mi dirigevo verso Lena, vidi tutti i corpi degli Occhi Bui cadere per terra completamente esanimi. Ora, anche loro riposavano in pace. Finalmente era tutto finito, o così credevo. Con un disperato gesto di follia, Yuria mi venne a dosso. Rapidamente mi girai verso di lui e sfoderai i miei artigli, questa volta non niente mi avrebbe fermato. Afferrai la gola rinsecchita del vecchio e piantai gli artigli dentro la carne. Strinsi la sua gola con tutta la forza che avevo, strinsi così forte fino a sentire le sue ossa spaccarsi. Un copioso fiume di sangue riempii la mia mano e il mio braccio. Lanciai il corpo esanime di Yuria il più lontano possibile, mi pulii del sangue e poi tornai da Lena. Avevo ucciso, ma lo avevo fatto perché era giusto.

Esasperato e spaventato da ciò che avevo fatto, caddi in ginocchio totalmente privo di forze. Avevo salvato una vita, ma ne avevo sacrificata un'altra. Non avevo rimorsi per ciò che avevo fatto, ma ero scosso. Roy si inginocchiò accanto a me, e mi coprì con un abbraccio.

«Tranquillo ragazzo. Ora è tutto finito.»

Lena si risveglio e si lanciò con le braccia verso il mio collo. Mi liberai dalla presa di Roy e mi lanciai verso di lei avvolgendola tra le mie braccia. Il mio corpo era ancora in fiamme, ma era come se quel calore ora andasse a lenire il dolore che provava Lena. Tutte le ferite di Lena guarirono istantaneamente, J, Kiran ed Emily, finalmente svegli, ci raggiunsero.

«Bro, abbiamo vinto, è tutto finito.»

Io sorrisi «Si John...finalmente abbiamo vinto.»

Roy si alzò e raggiunse il corpo di Envy. Aveva gli occhi ancora aperti e accesi d'azzurro. Roy pose il palmo della sua mano sul viso del comandante e ne chiuse le palpebre. Finalmente poteva riposare, libero dall'incanto maligno del vecchio.

J mi tese la mano e aiutò me e Lena ad alzarsi. I ragazzi che erano stato colpiti dalla luce di Yuria, si rialzarono e tutti insieme ci accerchiarono e ci abbracciarono. Felici di aver superato anche quella dura prova, ci allontanammo dal campo di battaglia.

«Ehi, tutto bene» domandai a Lena mentre tornavamo a casa.

«A parte qualche osso in via di guarigione, sto bene» rispose lei guardandomi negli occhi.

«Appena ho visto te nelle grinfie di Envy, ho temuto di perderti. Di perdere ogni cosa» Lena si avvicinò e baciò le mie labbra.

«Raccon, è tutto finito. Sono qui con te, e non ho intenzione di andare da nessuna parte.»

«Ti amo Lena» dissi poggiando la mia fronte sulla sua.

«Ehi, piccioncini. Aspettate almeno di arrivare in camera» Urlo John dall'altra parte della strada.

«Sta zitto, rompiscatole» urlai di rimando.

Qualche ora dopo ci riunimmo tutti quanti nell'arena. Roy si complimentò personalmente con ognuno di noi, ma quando arrivò davanti a me spese qualche parola in più.

«Raccon, a quanto pare, senza la tua prontezza, la signorina Lena non sarebbe qui con noi.»

«Credo di sì» risposi. Ero fiero di quello che avevo fatto, non avevo nessun rimpianto.

«Mi faresti vedere il colore tuo occhi, per favore?»

Senza capire il motivo di quella domanda, ubbidii. Roy prese il mio viso tra le mani, coprendolo alla vista di Lena e degli altri, e poi sorrise «Proprio come sospettavo. Che ne diresti di allenarti con me, ragazzo? Ho un paio di cose che devo spiegarti.»

Ignorai tutto l'accaduto e accettai.

«Con piacere, comandante.»

Poi Roy si allontanò con Lena, J, Kiran ed Emily. Vidi che stavano parlando di qualcosa, ma fu troppo tardi quando mi ricordai di poter ascoltare. Qualche minuto dopo tornano tutti da me, avevano un grosso sorriso stampato in faccia.

«Sareste così gentili da dirmi perché sorridete?» chiesi.

«Non possiamo dirtelo» dissero in coro «Vero, Roy?»

«Lo scoprirai allenandoti» concluse il preside.

Le calde e serene giornate estive dominarono il cielo per tutti i tre mesi successivi. Era stato un periodo difficile per tutti noi, la battagliaci aveva messo a dura prova. Ne eravamo usciti tutti illesi, per fortuna. Gli eventi accaduti lasciarono un segno dentro di noi, qualcosa che non puoi semplicemente cancellare con una dormita: è qualcosa che ti rimane dentro. Nei mesi di allenamento con Roy scoprii che mi era successo qualcosa di diverso, di straordinario, che non si vedeva da secoli.

Decidemmo di tornare ad Oaktown qualche settimana prima dell'inizio del nuovo anno accademico. John riabbracciò Lisa ed io e Lena le nostre famiglie. La tranquillità del paese ricaricò le nostre forze e ci donò una pace che mancava da quando avevamo messo piede a Soldor. Quell'anno ero stato morso da Lena, un licantropo ci aveva attaccati ed eravamo sopravvissuti alla guerra. Era più di quanto avessi mai immaginato. Dentro di me speravo che niente decidesse di rompere la pace che si era creata, ma sapevo che, ormai, niente sarebbe stato più come prima.

Spazio Autore

Lettori, amici, parenti, cugini e nipoti, è stato un lungo viaggio. Un viaggio durato ben 120 capitoli e, nonostante non sia molto contento dei risultati raggiunti, sono soddisfatto di aver portato a termine la mia prima storia. Ringrazio tutti voi che mi avete seguito e supportato durante questo 2020 molto "particolare".  Ho apprezzato ogni singolo commento, buono o cattivo, ogni singolo suggerimento e ogni singolo voto. Anche voi fate parte di questo viaggio. Ci rivedremo presto, o forse no. Dipende da quello che deciderà Raccon. Bene, non voglio togliervi altro tempo. I saluti sdolcinati e drammatici sono stati fatti nella raccolta di poesie, qui possiamo evitare 😂😂.

Come sempre, un saluto dal vostro amichevole P4rziv4l di quartiere. Alla prossima?

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