Rimasi a fissare gli occhi blu della donna fin quando Lisa, toccandomi la spalla, non mi riportò alla realtà.
«Mi chiamo Alessandra.» La donna pronunciò il suo nome e poi sorrise.
«Molto piacere, io sono John» risposi stringendole delicatamente la mano.
«È davvero un bel nome.»
«Lei è davvero molto gentile. Anche il suo nome è molto bello, non è molto comune da queste parti.» risposi mostrando la mia curiosità. Speravo che mi spiegasse qualcosa in più sulle sue origini.
«È per via delle mie origini, i miei genitori erano di un'altra nazione.»
«Mi spiace se le sono sembrato invadente...ero solo curioso» dissi passandomi una mano dietro la testa.
«Non preoccuparti» disse la donna facendo una breve pausa. Poi riprese «Scommetto che siete affamati, tranquilli, il pranzo sarà pronto tra pochi minuti.» Alessandra si congedò con un sorriso e poi tornò in cucina «George, vieni a dare una mano per favore» tuonò Alessandra dalla cucina.
«Avete sentito ragazzi? Il dovere mi chiama.» Con passo svelto, George raggiunse la moglie.
«Davvero una signora simpatica. Inoltre, sembra davvero molto giovane» dissi rivolgendomi a Lisa.
«Quest'anno compie trent'anni» rispose Lisa.
«Trent'anni? Ma è giovanissima. Tu padre invece quanti ne ha?»
«Ne ha quaranta, ma lui dice a tutti che ne ha trentacinque» rispose Lisa ridendo.
Pochi minuti dopo eravamo tutti riuniti al tavolo a mangiare. Alessandra aveva preparato un piatto tipico della sua terra, Lisa mi disse che li chiamavano spaghetti: era una pasta dalla forma lunga e sottile e di sezione tonda. Io ero stranito, non avevo mai visto una roba del genere in diciotto anni. La pasta era condita con una salsa rossa e decorata con due foglie verdi. "Perché c'erano delle foglie nel mio piatto?" Rimasi un po' sorpreso da ciò che avevo davanti, ma, quando tirai su la prima forchettata, le mie papille gustative esplosero di piacere. Era la cosa migliore che avessi mai mangiato, la salsa sembrava essere nata per condire quel piatto. Mentre mangiavo con gusto, alcune note di formaggio si unirono al perfetto mix di sapori. Finì il mio piatto nel giro di trenta secondi.
«Complimenti John, vedo che ti è piaciuto molto» disse Alessandra sorridendo.
«Non avevo mai assaggiato della pasta così buona. Le faccio i miei complimenti» dissi sperando che un'altra porzione di quel cibo ricomparisse magicamente nel piatto. Quando tutti finimmo di mangiare, arrivò il secondo piatto. Su un vassoio in granito erano adagiate quattro meravigliose bistecche contornate da un letto di patate fritte con una doratura perfetta. Le bistecche assomigliavano un po' a quelle che mangiavo al pub con Raccon ma, quando l'addentai, scoprii che non c'era paragone. Grazie alla cottura al sangue, la carne era morbida e succosa. George mi aveva spiegato che l'aveva cotta in quel modo perché altrimenti sarebbe divenuta secca e dura: ovviamente io non avevo problemi, avrei mangiato qualunque cosa fosse uscito da quella cucina. Divorai tutto in pochi minuti; ero talmente deliziato da quel cibo che avevo le lacrime a gli occhi. Lisa mi guardava con espressione divertita.
«Signora, io non so lei come faccia, ma dentro questi piatti c'è il paradiso.» Quella donna era una dea, una semplice casalinga non avrebbe mai potuto preparare piatti di quel livello: doveva essere sicuramente uno chef. Finito anche il secondo piatto, passammo alla frutta. Poi all'improvviso il padre di Lisa parlò:
«Allora John, Lisa mi ha detto che questo è il tuo ultimo anno. Che progetti hai per il futuro?» chiese George addentando una mela rossa.
«Sicuramente andrò a Soldor e mi iscriverò all'università, ma non ho ancora deciso quale scegliere. Lei, invece, che lavoro fa? Lisa mi ha detto che viaggiate molto.»
Quella era l'occasione giusta per scoprire il loro lavoro, sarebbe stato più facile gestire la mia relazione con Lisa. Se i suoi genitori avevano intenzione di abbandonare la città, sarebbe stato inutile farmi mordere da Lena per proteggere Lisa. Sarebbe stata al sicuro, lontana da Oaktown. Cercai di porre la domanda nel modo più gentile possibile, non volevo risultare impertinente. Da sotto il tavolo sentii la mano di Lisa stringere la mia, percepivo la sua tensione salire.
«Sicuramente avrai capito che mia moglie è una chef stellata» disse George sorridendo.
«Lo sapevo» dissi battendo la mano sulla mia gamba.
«Io, invece, sono esercitazione militare. Purtroppo, a causa del mio lavoro, io e la mia famiglia siamo costretti a viaggiare continuamente. Ecco perché Lisa si è trasferita alla vostra scuola a partire da quest'anno.»
«Già, Lisa me ne ha parlato qualche giorno fa» dissi accarezzando la mano di Lisa.
«C'è una leggera nota di tristezza in questa tua affermazione. Lo capisco, ma puoi stare tranquillo.» George fece una piccola pausa e poi continuò «Poche settimane fa sono avanzato di grado, ho deciso di rimanere in questo paese fino a quando Lisa non avrà raggiunto la totale indipendenza.» A quell'affermazione i miei occhi si accesero di gioia, Lisa non sarebbe più andata via: ero al settimo cielo. Non ci fu bisogno di guardare Lisa, sapevo che anche lei era felice. La sua mano era stretta saldamente alla mia, avrei voluto darle un bacio, ma era ancora presto per farlo davanti ai suoi genitori.
«Ma papà, perché non mi hai detto niente?» domandò Lisa con il viso sorpreso.
«Volevo fare una sorpresa ma, dato che John ha tirato fuori il discorso del lavoro, ho deciso di dirlo senza tirarla per le lunghe.»
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Cronache Di Un Lupo - L'inizio
FantasyRaccon vive la sua vita come qualsiasi adolescente del suo paese. Quest'anno, per lui e i suoi amici, sarà l'ultimo e dovranno affrontare il passaggio dal liceo all'università. Una sera, mentre Raccon torna a casa, dopo aver passato una normalissima...