Poco dopo arrivammo a scuola, Lena ci stava aspettando vicino le scale. Varcammo la porta d'ingresso e raggiungemmo i nostri armadietti per prendere i libri, dopodiché raggiungemmo l'aula di studio. La mia voglia di seguire era pari a zero, così pensai bene di sedermi a uno degli ultimi banchi. Lena e John mi raggiunsero e si sedettero accanto a me. Venti minuti dopo, la professoressa entrò in classe, presi il libro di letteratura dallo zaino e lo poggiai sul banco, poi mi voltai verso J e notai che era con la testa poggiata sul tavolo. Gli occhi erano chiusi e il respiro calmo e regolare, possibile si fosse addormentato così velocemente?
«Bro! Bro! Svegliati, la professoressa è arrivata» dissi bisbigliando.
«Sono troppo depresso per seguire la lezione» rispose J girando la testa dall'altra parte.
«Ma non avevi detto che il discorso di Lena ti aveva aiutato a riflettere?» Dissi avvicinandomi al suo orecchio.
«Si, ma ho cambiato idea.» A quel punto J si alzò e uscì dall'aula ignorando completamente l'insegnate. Notai che la professoressa mi stava guardando, io le sorrisi e portai il mio sguardo su Lena che aveva visto tutta la scena.
«E adesso che facciamo?» Domandai tentando di farmi venire un'idea.
«Sei il suo migliore amico, va a parlarci» rispose Lena indicandomi la porta dell'aula.
"Dannazione, fortunatamente non ho problemi in letteratura" «Giusto.» Mi alzai e uscii fuori dall'aula.
Percorsi tutto il corridoio centrale: seguendolo avrei potuto controllare nei bagni, nella biblioteca e perfino nella mensa. Sfortunatamente, non c'era traccia di John in quelle stanze, così mi fermai e tentai di ragionare. "Dove ti sei cacciato?". Poi, mentre ascoltavo la voce di Lena provenire dalla mia aula, ebbi l'illuminazione. J aveva detto che Lisa era due anni più piccola rispetto a noi, quindi, se era a scuola, doveva essere al primo piano. E dove poteva andare un ragazzo con problemi sentimentali? Ovviamente dalla persona che poteva mettere fine ad essi: di corsa, imboccai la prima rampa di scale, arrivai al corridoio centrale del primo piano e percorsi tutto il suo perimetro per trovare l'aula di Lisa. La nostra scuola era divisa in tre piani: il piano terra conteneva tutti gli studenti del quinto anno, il primo piano aveva studenti del terzo e quarto anno, e infine il secondo piano tutti gli studenti del primo e secondo. Ogni aula della mia scuola, sulla porta, aveva una targa contente il numero dell'anno che si frequentava, nel caso qualcuno se lo dimenticasse, e la sezione. Le terze formatesi quell'anno erano dieci, ed io non sapevo quale fosse la sezione di Lisa, quindi avrei dovuto controllarle tutte. Passai in rassegna cinque aule prima di trovare John seduto sulla rampa di scale che portava al secondo piano. Se ne stava seduto a fissare l'aula "3E". Mi avvicinai e mi sedetti accanto a lui.
«Ehi amico, tutto bene?» Chiesi poggiandogli una mano sulla spalla destra.
«Stamattina credevo fermamente nelle parole di Lena, ero determinato a lottare e a non abbattermi. Ma non c'è l'ho fatta a reggere, continuo a sentire Lisa dire che non possiamo stare insieme. Ogni volta che chiudo gli occhi vedo il suo volto in lacrime. So perfettamente che la conosco da poco tempo e che era solo il secondo appuntamento, ma penso che entrambi proviamo dei sentimenti l'uno per l'altra. Non voglio che lei ci precluda ogni possibilità solo perché ha paura, perciò, ho intenzione di rimanere qui fino a quando non uscirà dall'aula.»
John sembrava davvero intenzionato a rimanere lì seduto, e di certo non sarei riuscito a portarlo via. Così decisi di assecondarlo. Se questo lo faceva stare bene, dovevo lasciarglielo fare.
«Se è questo quello che vuoi, mi sta bene.» Battei leggermente la sua spalla e poi mi alzai.
Mi voltai per assicurarmi che non avesse bisogno di altro, ascoltai il suo cuore e mi voltai per tornare nella mia classe. Lo lasciai lì, con gli occhi incollati su quella porta.
Raccon tornò nella sua aula, lasciandomi completamente solo a fissare la porta. Capivo il suo stato d'animo, ma ero intenzionato ad aspettare. Mi sentivo nervoso e triste allo stesso tempo,continuavo a spostarmi i capelli dal viso in modo compulsivo: ormai avevano raggiunto la lunghezza di dieci centimetri e dovevo assolutamente tagliarli, se non volevo assomigliare a una bella principessa delle favole. Mentre mi alzavo per sgranchirmi le gambe, la portasi aprì. Ad uscire dalla classe, purtroppo, non fu Lisa ma una sua compagna di classe che, vedendomi lì fuori ad aspettare, fece un segno con la mano all'interno dell'aula. La ragazza non raggiungeva il metro e sessanta, aveva dei lunghi capelli color caramello e due grandi occhi castani.Si voltò verso di me, sorrise, e poi svanì nel corridoio. Io, intanto, preso dall'agitazione, iniziai a fare su e giù per tutta la rampa di scale. Avevo la testa bassa e stavo per scenderel'ultimo gradino, quando sentii una voce arrivare alle mie orecchie.
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Cronache Di Un Lupo - L'inizio
FantasyRaccon vive la sua vita come qualsiasi adolescente del suo paese. Quest'anno, per lui e i suoi amici, sarà l'ultimo e dovranno affrontare il passaggio dal liceo all'università. Una sera, mentre Raccon torna a casa, dopo aver passato una normalissima...