Il vassoio era stracolmo di biscotti al cioccolato di qualsiasi tipo. C'erano cioccolato bianco, al latte, fondente, al peperoncino, alla menta, alcuni erano addirittura imbevuti nel liquore. In quel momento ero in pace con me stesso, i miei occhi brillavano dalla felicità.
«Sembra tu non abbia mia visto del cibo in vita tua» disse Lena ridendo.
«Io adoro il cioccolato. Se mi dai del cioccolato, io divento la persona più docile dell'universo.» Allungai la mano verso il biscotto al cioccolato bianco, lo afferrai e mangiai. Il sapore era meraviglioso, ne ero totalmente dipendente. Lena sembrava felice che mi piacessero, e pensò bene di lasciarmi finire l'intero vassoio. Le ore passarono una dietro l'altra, io e Lena eravamo sdraiati sul divano. Mi trovavo su di lei e le stavo per togliere il reggiseno, poi, all'improvviso, sentii come una fitta alla testa, persi l'equilibro e caddi per terra. Quando mi rialzai, con la coda dell'occhio riuscii a vedere l'orario segnato dal cellulare. Erano le undici di sera, la luna era quasi al suo massimo potenziale ed io iniziavo a subire i suoi effetti nel momento meno opportuno. Probabilmente, il clima creatosi con Lena aveva riscaldato la situazione a tal punto da farmi perdere il controllo. Ero per terra con la testa rivolta verso il soffitto, tutto intorno a me iniziava ad offuscarsi e a divenire sempre meno chiaro, provai ad alzarmi e scoprii di essere pieno di energie. Alzai la testa in direzione della finestra e la luna era là: era così grande e brillava di una luce molto intensa. Il mio corpo iniziò a cambiare senza che io potessi fare nulla, i canini iniziarono ad allungarsi fino a fuoriuscire dalla bocca, le unghie lasciarono il posto a degli artigli lunghi e appuntiti. Sentivo il petto esplodere e la rabbia crescere a dismisura. Ero consapevole della presenza di Lena, ne sentivo l'odore all'interno della stanza. Poi, preso da uno scatto d'ira, corsi contro il portone alle mie spalle e iniziai a colpirlo. Non sentivo alcun dolore nel farlo, volevo solo che si rompesse. La mia mano si coprii completamente di sangue, non mi importava, dovevo uscire da lì. All'improvviso Lena si avvicinò e mi circondò con le sue braccia.
«Raccon ti prego sta calmo, sono io.»
Vedevo Lena davanti a me, ma non riuscivo a distinguere le sue parole, nella mia testa c'erano soltanto suoni ammassati l'uno contro l'altro. Sentivo che stavo perdendo sempre più lucidità, avrei voluto fermare il processo di trasformazione, ma non ci riuscivo. «Raccon cerca di tornare in te, ti devi opporre all'istinto animale. Ricorda che sei sempre un essere umano.»
All'improvviso, non so bene per quale motivo, mi liberai dal suo abbraccio, chiusi la mano in un pugno e tentai di colpirla. Le braccia di Lena si alzarono a protezione del suo corpo e riuscirono a parare il mio pugno. Di risposta, le sue mani, colpirono il mio viso facendomi andare a sbattere contro il pavimento. Quando mi rialzai notai che anche Lena era cambiata, gli occhi erano diventati rosso scarlatto e gli artigli spuntavano dalle sue mani. Furioso, a causa del suo colpo, le corsi incontro in scivolata colpendo la sua gamba sinistra, Lena indietreggiò di qualche passo, poi si sposto alla mia destra, alzò il gomito e colpì il mio viso. Non avevo mai preso un colpo in faccia così forte, per qualche secondo persi l'equilibrio, ma mentre stavo per cadere riuscii a dare un calcio alla gamba destra di Lena, lei cadde battendo le ginocchia per terra, io invece portai il mio braccio all'indietro, caricai il pugno e la colpii in pieno viso. Non avevo idea di quello che stavo facendo, il mio corpo sembrava agire da solo.
«Bhe, non sei male ragazzo.» Lena si rialzò e pulì il sangue che le colava dalla guancia. Vedendo quel gesto entrai nel panico assoluto, avevo colpito la mia ragazza e l'avevo fatta sanguinare. Ero combattuto, volevo fermarmi, correre da lei e scusarmi per averla colpita, ma non ci riuscivo, braccia e gambe sembravano agire in maniera autonoma. In un attimo mi ritornò tutto in mente, la sera in cui ero uscito con John, la vincita dei "free play" e l'aggressione di Lena. Certo, lei non mi avrebbe mai ucciso, ma mi aveva spaventato a morte e, oltretutto, anche se fino a quel momento non ci avevo pensato, lei mi aveva dato qualcosa che forse io non stavo cercando. Aveva cambiato la mia vita senza nemmeno chiedermi il permesso.
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Cronache Di Un Lupo - L'inizio
FantasyRaccon vive la sua vita come qualsiasi adolescente del suo paese. Quest'anno, per lui e i suoi amici, sarà l'ultimo e dovranno affrontare il passaggio dal liceo all'università. Una sera, mentre Raccon torna a casa, dopo aver passato una normalissima...