Capitolo 64

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Il cielo era quasi totalmente scuro, ora c'era la luna a illuminare la terra coi suoi raggi: le stelle brillavano come tante piccole fiaccole nell'oscurità. Impiegammo poco tempo per tornare a casa, Lena sarebbe dovuta rimanere a cena da me e quindi avremmo passato ancora un po' di tempo insieme. Mentre entravo in casa, il cellulare emise una breve vibrazione, avevo ricevuto un messaggio: la notifica con scritto "Messaggio da JH" riempiva la barra superiore del mio cellulare. 

«Strano, John mi ha mandato un messaggio» annunciò Lena guardando il cellulare.

«Anche a me» risposi.

Nel messaggio, John chiedeva di incontrare me e Lena nel parcheggio della scuola. Anche se non ci aveva spiegato il motivo, sapevo per quale ragione voleva incontrarci lì, lanciai un'occhiata d'intesa a Lena ed entrambi ci dirigemmo a scuola. Durante il tragitto parlammo a lungo della decisione di J, entrambi concordavamo sul fatto che fosse una scelta avventata e priva di logica. Ma non potevamo infrangere la promessa che gli avevamo fatto a scuola nel corso della lezione. Rimanemmo in silenzio per qualche minuto ed io mi ritrovai a pensare che, se mi fossi trovato nella situazione del mio amico, probabilmente avrei fatto lo stesso. Ero preoccupato, non sapevo che effetti avrebbe avuto la trasformazione su di lui, anche se le probabilità erano basse, poteva anche rischiare di morire: il morso è un dono, ma agisce in modo diverso su ognuno di noi. Quando arrivammo nel parcheggio, trovammo Lisa e John ad aspettarci. Uno strano odore aleggiava nell'aria, sembrava proveniva da Lisa e J: l'odore era particolarmente forte, ma sembrava che solo io riuscissi a percepirlo. Lisa e John era troppo impegnati a mangiarsi con gli occhi per accorgersi della nostra presenza, solo quando fummo accanto a loro, si accorsero di me e Lena.

«Ehi Bro, tutto bene?» Chiesi, avvolgendoli le spalle con un braccio.

«Non potrebbe andare meglio» Ammise J sorridendo.

John volse lo sguardo verso Lisa e l'odore che avevo sentito prima esplose nell'aria con maggiore intensità. Non riuscivo a collegarlo a niente, non avevo mai sentito una cosa simile.

«Presumo tu ci abbia chiesto di venire qui per il morso» disse Lena squadrando J «Lo hai detto a Lisa?» continuò lei con sguardo severo.

«Lo farò adesso.» J si avvicinò a Lisa e iniziò a raccontarle tutta la storia. Le raccontò i dubbi provocati dall'attacco del licantropo, le successive preoccupazioni e la soluzione a cui aveva pensato per risolvere tutti i problemi. Lisa, in un primo momento, non ne fu molto felice, aveva un'espressione mista tra rabbia e preoccupazione.

«E non ti è venuto in mente di dirmelo prima?» Sbottò Lisa.

«Avevo intenzione di dirtelo prima di andare a pranzo da tuoi, ma non ne ho avuto il tempo con tutto quello che è successo» Rispose John.

«Sei un incosciente, lo hai sentito anche tu che quel licantropo era venuto in cerca dei tuoi amici e non di noi. È impossibile che venga a cercare due comuni essere umani» Urlò Lisa.

«Tesoro, qualche mese fa non avrei mai pensato che creature del genere esistessero fuori dalla mia immaginazione. Il pensiero di essere aggredito all'interno del mio paese non mi aveva nemmeno mai sfiorato, purtroppo, col passare del tempo, entrambe le cose sono divenute realtà. Il morso non cambierà il mio carattere, hai visto Lisa e Raccon, non sono mica diventati cattivi o degli assassini. Con i loro insegnamenti andrà tutto bene, devi fidarti di me. Non riesco a vivere col pensiero di non poterti proteggere. Anche se in minima parte, ci sarà sempre la possibilità che qualcuno ci attacchi.» J sembrava essere stato abbastanza esaustivo, aveva convinto anche Lena con le sue parole. Che dire, un oratore coi fiocchi.

«Se è questo che vuoi fare, io non sono nessuno per farti cambiare idea. Però, sappi che a me piaci così come sei e che non c'è nessun bisogno di cambiare.» Lisa prese il volto di J tra le mani e sorrise.

«Lo so, ma lo faccio per essere sicuro che non possa accaderti nulla di male. Andrà tutto bene, fidati di me» J ricambiò il sorriso e poi sfiorò le labbra della ragazza con un bacio.

«Allora, sei pronto?» Intonò Lena con voce calma e decisa.

«Assolutamente sì.» J si voltò e si diresse verso Lena, lasciando Lisa da sola a guardare la scena.

«Potrebbe fare male, cerca di non urlare» sorrisi e diedi una pacca sulla spalla a J.

«Allora, John, tenta di stare fermo. Non devi muoverti per nessun motivo, c'è il rischio che possa staccarti un braccio o recidere una vena, se non doso la forza.»

J ubbidì e stese il bracciò davanti a Lena, una goccia di sudore scese dalla sua fronte. Ricordavo perfettamente il dolore provato quando Lena mi graffiò la schiena quella sera, così decisi di incastrare John tra le mie possenti braccia. "Quanto sono forte!" pensai, mentre mi crogiolavo in un cocktail di narcisismo. Qualche secondo dopo, il viso di Lena iniziò a mutare. Gli occhi si riempirono di un rosso scarlatto e le zanne fuoriuscirono dalla sua bocca: nonne conoscevo il motivo, forse era la mia natura da licantropo a parlare, ma la trovavo incredibilmente attraente quando si trasformava.  

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