Capitolo 106

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In una notte piena di stelle, in un mondo ove la tecnologia umana non esisteva e qualsiasi tipo di luce artificiale era totalmente sconosciuta, sorgeva una collina ricoperta da un vasto manto verde. La flebile luce del magico fuoco blu, illuminava il verde paesaggio. I ciliegi e i vari alberi da frutto, ormai in fiore, grazie all'avvento della primavera, spargevano il loro profumo per tutta l'area circostante. Un leggero vento fece volare delle piccole foglie violacee, poggiate su una piccola struttura in legno di quercia. La luna, con i suoi raggi, illuminava tutto quello che toccava. Nell'aria volteggiava una piccola farfalla, probabilmente in cerca di cibo. Il piccolo insetto, stanco della lunga giornata, venne attirato dai colori sgargianti di un fiore che spuntava alla luce dei fuochi. La farfalla si adagiò sui morbidi petali e si addormentò. Tutta la collina era immersa nel più totale silenzio, poi, all'improvviso, nell'aria si formò una crepa, come una piccola breccia. Era come se qualcuno avesse aperto una finestra per un mondo sconosciuto: dalla fenditura emerse una figura avvolta in un nero mantello. 

Quando la figura poggiò i piedi per terra, la cucitura nell'aria si chiuse alle sue spalle. Alla vista del paesaggio e dei raggi lunari, la creatura si alleggerì del mantello e lanciò via le scarpe che aveva ai piedi. Da sotto il mantello fuoriuscì una donna, lunghi capelli bianchi le ricadevano sulla schiena mentre gli occhi scarlatti scrutavano quel paesaggio così familiare. La donna inspirò a pieni polmoni l'aria del suo mondo, poi si lasciò cadere sul prato. Gli occhi rivolti all'insù, guardavano il cielo pieno di stelle. Con un gesto della sua mano, la ragazza fece apparire due piccole fiammelle blu e le fece danzare nel cielo, quel piccolo gesto la fece sentire felice tanto da farla sorridere. Il fuoco saliva sempre più in alto, fino a quando, con uno schiocco delle dita, sparì nel cielo notturno. La ragazza indossava dei vestiti che, per via delle sue forme generose, le andavano stretti. 

Così li tolse e si coprii con il mantello che portava sempre con sé. In lontananza, oltre gli alberi, si delineavano le figure di un piccolo villaggio. Nel buio della notte perenne, le piccole fiammelle blu, poste nelle lanterne, facevano luce sul sentiero che l'avrebbe condotta a casa. La donna mise un piede davanti all'altro e si incamminò verso il villaggio. Mentre camminava, ripensava a tutto quello che le era successo nel tempo in cui era stata nell'altro mondo. Ripensò a quando si era inoltrata in quel villaggio sulle montagne e a quando vide i due uomini nella grotta, poi i suoi pensieri si spostarono su Roy. Anche se all'inizio si erano rincorsi nella foresta, col rischio di essere sbranata, alla fine l'uomo le aveva dato una mano. Grazie a lei, Roy aveva imparato una piccola parte della sua magia, e in cambio dell'aiuto dato aveva ricevuto un regalo. Una piccola sfera che, grazie alla magia creata dal loro piccolo legame, poteva metterli in contatto anche se si trovavano in due mondi differenti. Un leggero rossore apparve sulle morbide guance della donna, poi, mentre scacciava l'imbarazzo, parlò al vuoto davanti a sé.

«Chissà, magari Roy si starà esercitando con la magia.» Pronunciare quel nome le mise una strana felicità.

Seraphina non era mai andata in altri mondi, tantomeno aveva rivelato la sua magia a qualcuno, Roy era stato il primo. Non sapeva bene il perché, ma lo aveva fatto. Forse perché, entrando in stanza, Roy l'aveva vista o forse perché provava simpatia per l'uomo. Mentre era persa nei suoi pensieri, varcò l'ingresso del villaggio. Le piccole case, costruite in marmo bianco, costeggiavano tutto il lato destro della strada in terra battuta, la ragazza camminò alla luce delle lanterne fin quando non riconobbe la sua casa. Quando vi entrò, le piccole candele poste sul tavolo si accesero illuminando tutta la stanza: il resto della casa rimase immerso nel buio. Su un piccolo tavolo circolare, al centro del soggiorno, vi era un libro dalla copertina marrone affiancato da un mucchio di fogli di pergamena. Niente era cambiato da quando era partita, tutto era rimasto così come lo aveva lasciato. 

Non ricordava l'esatto momento in cui era sparita per viaggiare verso la dimensione di Roy, ma la poca polvere sul tavolo le fece capire che non erano passati più di due giorni. Seraphina si avvicinò al tavolo e iniziò a riordinare le carte, una volta fatto, prese il libro posto al centro del tavolo e si sedette sul piccolo divano. Nei giorni precedenti al salto dimensionale, Seraphina aveva iniziato a leggere un libro preso dall'archivio del villaggio. Il testo riportava alcuni degli eventi più importanti accaduti nel regno. Aveva appena finito di leggere la scoperta delle caverne di platino, prima di sparire nella dimensione di Roy: adesso era intenzionata a continuare quella lettura. Sapeva davvero molto poco del suo passato e sapeva ancor meno del passato del regno in cui viveva, così, quando fu abbastanza grande per lasciare casa, decise di partire per trovare le risposte alle sue domande. Aveva viaggiato per vari villaggi, aveva letto e studiato molti libri, e aveva imparato a conoscere quasi tutte le specie di elfi che vivevano nel regno. L'ultima tappa del suo viaggio sarebbe stata la capitale, l'obiettivo era quello di visitare il palazzo di cristallo e studiare tutti i libri della biblioteca regale. Per adesso viveva in una piccola casa, in un piccolo villaggio vicino le colline. Non era molto, ma bastava per condurre le ricerche e i vari studi su gli incantesimi. Ed era stato proprio durante lo studio di alcuni incantesimi antichi, che aveva accidentalmente usato il salto dimensionale. Le istruzioni sulle pergamene riportavano un testo scritto in un corsivo molto elegante "Usare tale incantesimo prosciuga tutte le forze magiche per ventiquattro ore, usare con molta cautela." 

Seraphina aveva lo spirito dell'esploratrice, amava viaggiare e scoprire nuovi luoghi, avrebbe sacrificato volentieri la sua magia pur di visitare qualche posto a lei sconosciuto. Tornare a casa dopo un viaggio la metteva sempre di buon umore, viaggiare era bello, ma niente superava la bellezza del posto che poteva chiamare casa. La ragazza continuò la lettura che aveva lasciato in sospeso, poi si alzò da quello che era un divano e si diresse nella sua camera da letto: aveva già deciso che sarebbe partita il giorno dopo. Avrebbe raccolto le sue cose e, con un incantesimo di alterazione della materia, avrebbe rimpicciolito tutta la sua roba in modo da farla entrare nello zaino che si portava dietro. Il villaggio in cui si trovava ora non era molto lontano dalla capitale, in due giorni ci sarebbe arrivata. Salì nella stanza, si distese su letto e guardò il soffitto prima di addormentarsi. Diverse immagini apparvero nella sua mente, immagini di luoghi che aveva visto da bambina e altri che aveva solo immaginato. L'immagine di un lupo bianco, che la rincorreva, apparve davanti ai suoi occhi, sorrise a quel pensiero, poi, lentamente, si addormentò. Il mattino dopo si svegliò di buon'ora, erano le sette del mattino quando finì di ultimare i preparativi per il viaggio. Aveva preso il suo zaino e ci aveva infilato il mantello nero, un paio di provviste per il viaggio, il libro che aveva letto la sera prima, un cambio di vestiti e tutto ciò che considerava utile. Legato lo zaino alle spalle, varcò la porta in legno della piccola casa e uscì. Seraphina pensò che, se si fosse trovata in qualsiasi altra dimensione, avrebbe assistito al sorgere del sole, ma nel suo mondo il sole non sorgeva mai. Era sempre notte. Anche se la luce del sole le provocava dolore, forse, qualche volta, le sarebbe piaciuto vedere il mondo sotto una nuova luce. Per il momento doveva accontentarsi di vivere nella notte perenne. La ragazza guardò in cielo e vide la luna splendere luminosa, i suoi occhi, ora azzurri e limpidi come il più puro degli specchi d'acqua, riflettevano i dardi argentei della luna. Con un semplice gesto della mano, legò i suoi capelli con un piccolo elastico di colore rosso, controllò di avere lo zaino ben posizionato sulle spalle e poi si incamminò.

Cronache Di Un Lupo - L'inizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora