Capitolo 34

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Lei non rispose, poggiò la testa sul mio petto ed io poggiai la testa sulla sua. Mentre aspettavo una sua risposta o un suo gesto, lei scoppiò a piangere. Perché lo faceva? Cosa le poteva essere successo? Non credevo di aver fatto qualcosa di male.

«Che succede? Perché piangi?» Chiesi, mentre le accarezzavo il viso.

«Non posso John, non posso. Vorrei stare con te, ma non posso.»

«Se non ti piaccio non devi mica piangere in questo modo. Posso accettare un rifiuto» dissi, tentando di spezzare la tensione nell'aria.

«Ma no, non è quello. Tu sei un ragazzo meraviglioso e mi piaci, davvero, ma non...» Lisa continuava a piangere mentre parlava.

«Perché dici così? Ho fatto qualcosa di male?» Iniziavo a preoccuparmi, non avevo mai visto una ragazza col volto così triste.

«Avrai sicuramente notato tutti quegli scatoloni vicino l'ingresso, vero?» domandò Lisa, asciugandosi il viso.

«Si, ma non capisco cosa centrino» risposi.

«Come saprai, mi sono trasferita da poco ad Oaktown. Questo perché i miei genitori, per motivi di lavoro, sono costretti a spostarsi continuamente. Non mi fermo mai in un posto per più di tre mesi, ed è per questo che ci sono tanti scatoloni in giro per la casa. I miei genitori non si preoccupano nemmeno di rimettere tutto in ordine, perché sanno che a breve dovremmo cambiare città. A causa del loro lavoro non ho mai avuto amici o un ragazzo.» Non c'era bisogno che mi spiegasse altro, avevo già capito dove voleva arrivare.

«Stai cercando di dirmi che potresti partire da un momento all'altro?» Domandai, sperando che la risposta fosse un no.

«Si, ecco perché non posso stare con te» Lisa continuava a sprofondare in un mare di lacrime, ed io ero pronto ad immergermi insieme a lei.

«Non mi importa, restiamo insieme per tutto il tempo che abbiamo a disposizione.» Volevo stare con lei ad ogni costo, sapevo che avrei finito per fare del male a entrambi, ma non volevo pensare di mettere fine alla storia senza nemmeno averla iniziata.

«Non posso John, tu mi piaci molto, sei il ragazzo che ho sempre desiderato. Ma se continuiamo a frequentarci finirò per innamorarmi di te... E farà molto più male di adesso.» Solo lei era stata capace di costruire e distruggere i miei sogni in un solo attimo, faceva male. Ero come ingoiare un rovo di spine.

«Quindi non dovremmo più frequentarci?» Dissi, mentre tentavo di trattenere la rabbia e la tristezza.

«S-si» disse, singhiozzando.

Le parole uscite dalla sua bocca erano come lame che mi trafiggevano il petto. Rimasi a guardarla senza dire nulla, mi aveva completamente spiazzato. Lei si alzò e andò a sedersi sul secondo divano, lontano da me.

«Se è davvero questo che vuoi, forse è meglio che vada.» Mi alzai dal divano e rimasi a guardarla.

«Si, forse è meglio così» Rispose Lisa, guardando il pavimento.

Prima di andare via, la raggiunsi sul divano e mi sedetti accanto a lei. Posai le mie labbra sulla sua guancia sinistra e le diedi un bacio.

«Solo tu sei stata capace di farmi provare sentimenti così forti in così poco tempo... grazie per aver passato del tempo insieme a me.» A malincuore, mi alzai dal divano ed uscii dalla casa lasciando Lisa completamente sola. Salii in macchina e, per la rabbia, sbattei ripetutamente i pugni sul volante, ero triste ed arrabbiato allo stesso tempo. Mi asciugai la piccola lacrima che avevo sul viso, accesi il motore dell'auto e iniziai a guidare verso casa. Arrivato a casa aprii il garage e ci infilai la macchina dentro, poi lo richiusi e mi andai a sedere sugli scalini che separavano la porta d'ingresso dalla strada. Per un po' rimasi con la testa tra le mani cercando di non piangere. Era come se mi avessero portato via tutta la felicità, come se il mondo, all'improvviso, avesse perso colore e si fosse trasformato in un triste film in bianco e nero. Rimasi da solo per circa venti minuti, poi, quando fui al limite, mandai un messaggio a Raccon. Speravo che lui e Lena venissero a farmi un po' di compagnia, ora che ne avevo bisogno.


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Pubblico questo capitolo un po più corto perché altrimenti farei un macello e non capireste da che punto di vista viene raccontata la situazione.

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