Capitolo 36

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Sapevo che, in quel momento, non poteva capire le sue emozioni. Era in pessimo stato. Fortunatamente per lui, io ero una persona curiosa, perciò stavo ascoltando il suo cuore sin da quando mi ero seduto sugli scalini. Non potevo dirgli cosa stesse provando, ma sapevo che, nel profondo, aveva già deciso cosa provava per quella ragazza. Era questo il vantaggio di essere un licantropo: riuscire a decifrare le emozioni umane attraverso l'udito e l'olfatto. Anche Lena aveva percepito la stessa identica cosa, ci scambiammo un'occhiata fugace e poi tornammo a parlare con J.

«Bro, come ha detto Lena, devi combattere. Ma adesso è tardi, hai bisogno di riposare.»

John non avrebbe passato una notte facile, ma se ce ne fosse stato bisogno, sarei corso da lui in un attimo.

«Forse avete ragione, credo che me ne andrò a dormire.» J abbracciò sia me che Lena,poi si volto ed entrò in casa chiudendosi la porta alle spalle. Decidemmo comunque di non lasciarlo da solo, avremmo aspettato li finché non si fosse addormentato. Dopo un'ora, mi arrampicai sul tetto della casa di J, mi affacciai alla finestra della sua camera e, con sollievo, notai che finalmente dormiva. Con un balzo raggiunsi Lena, che mi aspettava in strada, e tornammo a casa. Era quasi mezzanotte quando arrivammo, dormivano tutti, io e Lena cercammo di fare il meno rumore possibile. Silenziosamente. salimmo le scale ed entrammo nella mia camera.

«Sono davvero sorpreso per come hai parlato a John prima» dissi, tenendo il tono della voce molto basso.

«Sono dell'idea che se vuoi qualcosa devi fare di tutto per averla, anche se si tratta di una ragazza» disse Lena, con sguardo serio.

«Sono completamente d'accordo con te, e ti ringrazio. Con il mio metodo apprensivo, a quest'ora saremmo ancora lì a consolarlo. Invece, dopo le tue parole, sembrava essere più tranquillo.»

«Dai ad una persona un motivo per combattere ed ella userà ogni fibra del suo corpo per vincere.» Lena sembrava convinta di quelle parole, e le pronunciava con sicurezza e determinazione. Non conoscevo affatto quel suo lato caratteriale, ma lo trovavo particolarmente attraente.

«Non conoscevo questo lato di te, lo trovo molto affascinante» dissi lanciando la t-shirt, che avevo addosso, sulla sedia.

«Stai cercando di provocarmi?» Disse Lena con sguardo pieno di malizia

«Assolutamente sì.» Mi avvicinai a lei e l'afferrai dalla vita.

«Ci sei riuscito» disse, sorridendo.

Lena tolse la t-shirt bianca che indossava e mi diede un lungo bacio sulle labbra. Qualche attimo dopo eravamo sdraiati l'uno accanto a l'altra, entrambi non riuscivamo a staccarci gli occhi di dosso. Stare accanto a lei, in quel modo, era un'emozione indescrivibile, il mio e il suo corpo si incastravano alla perfezione.

«Ti amo Lena, sei tutto ciò che voglio, sei tutto ciò che desidero.» Non appena ebbi finito di pronunciare quelle parole, lei arrossì e nascose il suo viso tra le mie braccia. Restammo così per qualche minuto fino a quando, entrambi, non ci addormentammo.

Quando la sveglia suonò, erano le sette del mattino, poche ore prima del sorgere del sole, avevo accompagnato Lena a casa sua. Ero abbastanza assonnato e la voglia di alzarmi era pari a quella di un bradipo sotto sedativo. Scesi molto lentamente dal letto e mi trascinai in bagno, aprii l'acqua della doccia, mi svestii e mi infilai sotto l'acqua calda. Dopo quella doccia mi sentii come rinato, avevo anche un buon profumo "La mamma deve aver cambiato bagnoschiuma" pensai, mentre mi rivestivo e scendevo in sala da pranzo per fare colazione. Quando mi sedetti al tavolo, Alis e la mamma iniziarono a fissarmi.

«Fratellone, lo sai che il profumo di Lena ti dona un sacco» disse Alis, lanciando un'occhiata d'intesa alla mamma.

Quelle parole mi mandarono nel pallone, come facevo ad avere ancora l'odore di Lena addosso? Mi ero strofinato bene dappertutto, ma proprio dappertutto. D'un tratto, ebbi la rivelazione. Lena aveva lasciato nel mio bagno il suo sapone al profumo di lamponi...dovevo essermi lavato con quello. Ecco perché mi piaceva così tanto. Imbarazzato, cercai di sviare il discorso facendo un'altra domanda. «Dov'è papa?» Chiesi con fare disinvolto, non volevo che mamma mi facesse altre domande. Mi avrebbe fatto il terzo grado, se avesse scoperto che avevo dormito con Lena.

«Papà aveva un importante riunione a lavoro, stamattina vi accompagno io a scuola.» Mamma stava appoggiata al tavolo della cucina sorseggiando un bicchiere di succo.

«Va bene mamma, ma io vado a piedi. Ho delle cose da fare.» Volevo andare da J quantoprima possibile, ero preoccupato per lui. Finii di mangiare i cereali e salii in camera aprendere il cellulare e lo zaino, tornai in cucina, diedi un bacio alla mammaed Alis e poi uscii di casa. 

La fredda aria invernale si schiantò contro il mio viso non appena fui fuori, mi sistemai lo zaino in spalla e mi incamminai versocasa di John. Erano davvero una bella giornata, passeggiai lentamente godendomi ogni piccolo raggio di luce e ogni ventata d'aria fresca che mi arrivava inviso. Non appena svoltai il solito incrocio, intravidi l'appartamento di John.Mi avvicinai alla porta e suonai al campanello. Dall'interno della casariuscivo a percepire il suono della Tv accesa e il canticchiare della madre diJ mentre preparava la colazione, mentre aspettavo, l'odore di J iniziò asgusciare fuori dalla porta di casa.  

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