Alla Revive, Kiran ed Emily se ne stavano sdraiati sul letto a chiacchierare silenziosamente. La prova, per loro, non era stata molto difficile: l'avevano portata a termine in meno di dieci minuti.
«Sono felice di aver superato la prova insieme a te» disse Emily mentre si strofinava gli occhi.
«Sono fiero di te» Kiran sorrise e le baciò la guancia «Prima, nell'arena, quando mi sono allontanato, sono andato a stringere la mano a Raccon.»
«Chi sarebbe?» domandò Emily mentre era sul punto di addormentarsi.
«Quel ragazzo che abbiamo visto correre durante la prova.»
«Ora ricordo, era abbastanza veloce. Forse più di me» ammise la ragazza.
«Magari nella corsa, ma non sappiamo quanto sia abile nel combattere. C'è differenza tra il correre veloce e avere i riflessi pronti.»
Emily chiuse gli occhi «Avremo il modo di confrontarci con lui.»
«Non vedo l'ora. Ora cerchiamo di dormire, domani sarà dura. Non ho idea di come si scali una montagna.»
«Nemmeno io.»
I due si scambiarono un bacio, Kiran avvolse la spalla di Emily col suo braccio e dopo pochi minuti si addormentarono.
Erano le prime luci dell'alba quando Alexis si destò dal suo breve sonno. Il giorno prima aveva deciso di sistemare personalmente le corde lungo il percorso, quindi aveva scelto di svegliarsi di prima mattina per svolgere il compito con un minimo di calma in più. Si alzò con tranquillità dal letto e si recò in bagno per darsi una svegliata. L'acqua ghiacciata del rubinetto lo colpì in pieno viso destandolo dal torpore mattutino, gli occhi azzurri scintillanti si aprirono all'improvviso riflettendosi sulla superficie luminosa dello specchio. Alexis non era un tipo narcisista, ma aveva sempre amato i suoi occhi azzurri. Si passò l'asciugamano sul viso e tolse le ultime gocce d'acqua rimaste incastrate nella sua corta barba bionda. Sorrise nel vedersi così stranamente attivo di prima mattina, di solito amava rimanere a letto a poltrire, ma quella mattina aveva una carica energetica fuori dal comune. Aprì un cassetto del bagno e ne tirò fuori un piccolo elastico di colore nero, lo allargò con due dita e lo avvolse introno ai suoi lunghi capelli castani: guardò la coda di cavallo riflessa nello specchio e sorrise per l'ottimo lavoro svolto. Chiuse la porta del bagno e si diresse in cucina per fare colazione, fece brillare i suoi occhi rossi per orientarsi al buio e poi stappò una bottiglia di succo all'arancia e la bevve. Alexis era un alfa sin dalla sua nascita, quindi aveva sempre usato i suoi poteri durante la vita quotidiana, lo trovava divertente. Amava anche il fatto che i suoi occhi cambiassero di colore, anche se preferiva l'azzurro invece che il rosso: gli ricordavano la madre. Anche il colore dei capelli era stato preso da lei, proprio come il resto delle sue migliori qualità.
L'unica cosa che non riusciva a capire era una: perché aveva la barba di colore diverso? Non ne aveva mai capito il motivo. Pensava l'avesse presa dal padre, l'unico in famiglia ad essere biondo, ma provava fastidio a farla crescere e così la tagliava spesso: questo donava al suo volto un aspetto molto giovanile, non che fosse molto vecchio. Alexis e Roy avevano la stessa età, erano cresciuti insieme e si conoscevano sin dall'asilo. Mentre, nel guardare il muro bianco, ripensava al passato, iniziò a dondolarsi lentamente sulla sedia in legno: riuscì a rimanere in equilibro per qualche minuto scarso, poi si ritrovò sul pavimento assieme alla sedia. Sorrise, ritornò alla realtà e corse in camera a vestirsi. Infilate le scarpe, prese lo scatolo con le corde lasciato sulla scrivania la sera prima, e uscì di casa. L'aria del mattino, a Soldor, era sempre fresca: era una giornata calma e senza vento, il cielo era sereno e privo di nuvole.
Per raggiungere il luogo della prova, avrebbe dovuto percorrere qualche chilometro nella foresta e svoltare verso la montagna. Il problema era solo uno: avrebbe dovuto piazzare le corde lungo tutto il percorso, quindi non poteva utilizzare il sentiero nascosto per arrivare in cima. Ciò significava che anche lui avrebbe affrontato l'intero tratto montuoso. Alexis era un uomo molto atletico, era agile e veloce nella lotta, aveva una buona dose di forza e aveva il tono muscolare di un ventenne al massimo della sua forma. Aveva tante ottime qualità, ma poteva risultare estremamente pigro. Non aveva voglia di fare tutta quella strada, ma si fece coraggio e accettò il suo destino. Caricò le corde sulla sua spalla e si inoltrò nella fitta boscaglia. Arrivato ai piedi della montagna, si inginocchiò e bevve l'acqua che scorreva da un ruscello alla sua sinistra: il terreno era completamente in pietra, c'erano solo piccole zone di terra. Raggiunto il punto di partenza, iniziò la salita. Il sentiero, inizialmente, si presentava come una pianura, ma più si saliva e più si irripidiva. Mentre camminava, Alexis notò che c'erano molti più alberi di quanti ne ricordasse, vari alti pini fiancheggiavano il terreno brullo. Poco dopo, il sentiero iniziò a diventare irregolare e tortuoso, era ormai palese che si stesse avvicinando alla prima parete da scalare. Alexis prese una delle corde che aveva sulla spalla e continuò a camminare, il sentiero procedeva aumentando sempre più la sua pendenza: ovviamente Alexis non aveva problemi a proseguire, ma la maggior parte di quelli che avrebbero affrontato la prova avrebbero incontrato qualche difficoltà. "Oppure si fermeranno qui" pensò mentre proseguiva.
Superati un paio di alberi, e percorsi circa cinque chilometri, il sentiero si interruppe, lasciando davanti ad esso un muro formato da rocce e qualche ciuffo d'erba. Dal punto in cui il sentiero spariva, Alexis riusciva a vedere la cima che era abbastanza in alto: in quel momento non fu sicuro della riuscita della prova, ma ormai non c'era tempo per cambiare idea. L'uomo richiamò il potere dentro di sé, fece brillare i suoi occhi scarlatti e sfoderò gli artigli. Poi, servendosi della potenza delle sue gambe, spiccò un salto di circa tre metri e afferrò delle rocce che spuntavano dal corpo della montagna. Alexis prese la corda e la legò saldamente alla pietra, poi afferrò l'altro capo della corda con i denti e iniziò a scalare la parete. In direzione della stessa pietra, a duecento metri di distanza, su un piccolo spiazzo di terra, sorgeva un albero forte e robusto, lì il licantropo legò l'altro capo della corda: eccitato dalla sfida che pensava di compiere contro sé stesso, continuò la sua scalata per trenta metri successivi. Lungo il percorso legò le corde nei punti in cui il terreno si faceva più pericoloso, usò sei corde su dieci a disposizione. Quando finalmente raggiunse l'apice di quel muro, un piccolo sentiero apparve davanti alla sua vista, si diede un'ultima spinta con le mani, piantò gli artigli nel terreno e si rimise in piedi.
Da quel punto in poi si poteva proseguire a piedi, almeno fino a quando il terreno lo consentiva. La prima parete non era difficile da oltrepassare, le corde avrebbero dato il loro aiuto e avrebbero permesso ai ragazzi di proseguire in maniera sicura. Ora toccava passare alla parte più dura, Alexis guardò in alto e notò che la cima era tutt'altro che vicina, si sgranchì i muscoli e proseguì.
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Cronache Di Un Lupo - L'inizio
FantasyRaccon vive la sua vita come qualsiasi adolescente del suo paese. Quest'anno, per lui e i suoi amici, sarà l'ultimo e dovranno affrontare il passaggio dal liceo all'università. Una sera, mentre Raccon torna a casa, dopo aver passato una normalissima...