Avalance

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Ciao Oscar Wilde, guarda come ti rendo gay le opere! Tratto, ovviamente da "The Canterville Ghost".

Accenni a Laurel Lance/Ava Sharpe (però poi capirete, non abbiate paura).

The Lance ghost

<<"Verrà spezzata la maledizione, contro ogni previsione, da una lacrima d'amore versata da una Lance mai sposata">>, lesse a voce alta la bionda dagli occhi azzurri. <<Wow, terrificante, John>>, aggiunse, voltandosi per guardare il suo amico con un sopracciglio inarcato.

<<No! Non è per questo che ti ho portato qui>>, borbottò lui col suo forte accento britannico. Era appassionato dell'horror e aveva viaggiato mezzo mondo intrufolandosi in case che erano state ritenute infestate, soltanto per poi rendersi conto che erano tutte prese in giro. Eppure, c'era qualcosa in quella casa che attirava l'attenzione dell'amante del paranormale altrimenti non ci avrebbe portato la sua amica più che scettica. 

La donna sbuffò, incrociando le braccia al petto. L'incisione scritta sul muro, accanto al cancello mezzo aperto, l'aveva già stancata. John aprì il massiccio cancello grigio, contraendo il volto in una smorfia quando emise un basso cigolio. Ava lo seguì, camminando lungo il tracciato che conduceva alla porta d'ingresso dell'imponente villa dei Lance, l'antica famiglia che aveva fondato la piccola cittadina nella quale vivevano. 

<<Non capisco perché tu voglia farmi perdere tempo. Domani mattina devo andare a lavoro, non dovrei proprio essere qui...>>, continuò a lamentarsi lei. Il suo amico la ignorò, prendendola per un braccio e portandola verso la finestra accanto alla porta. Utilizzò la manica del cappotto per pulirlo dalla polvere, poi la spinse con la faccia contro il vetro e le disse di portare pazienza ed attendere. 

Non sapeva cosa aspettarsi, perciò sussultò quando intravide una fioca luce provenire da una stanza, simile a quella di una candela, e poi cominciarono a sentirsi una strana melodia malinconica. 

<<La porta è stata chiusa con quelle sbarre in ferro da quando quei bambini si fecero male venendo a giocare, così come posso assicurarti che ho perlustrato tutto il perimetro e non sono stati rotti i vetri di nessuna finestra. Non c'è assolutamente nessuno in questa casa>>, le disse il britannico. Ava strinse la mascella, pensando a cosa rispondere affinché il suo amico smettesse di pensare a quello che stava pensando. 

<<Forse non viene da qui>>, provò a dirgli.

<<Calcolando che non c'è nessuna casa nel raggio di quattro isolati, direi che è molto improbabile a meno che non abbiano inventato degli altoparlanti così forti. E poi, dimmi come ti spieghi quella luce?>>, disse, inarcando un sopracciglio.

<<Non può essere un fantasma. Deve esserci una spiegazione logica>>, disse lei. 

<<Non ci credi nemmeno tu>>, rispose prontamente John. 

<<Be', allora cosa proponi? Sei il grande cacciatore di fantasmi, no? Entriamo>>, disse Ava. 

<<Speravo lo dicessi, amore>>, esclamò. 

***

Ovviamente non potettero entrare per la porta, che era protetta da alcune sbarre in ferro che erano state montante dopo un brutto incidente. Il sindaco della città diceva che un pezzo storico come quello non poteva venire abbattuto, perciò per evitare la demolizione ma al tempo stesso che qualcun altro si facesse del male avevano deciso di bloccare la porta in maniera definitiva. Ruppero un vetro ed entrarono dalla finestra, rendendosi prontamente conto che la musica non si sentiva più e non c'era più la luce. 

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