Rosalie Hale/reader(Twilight)

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I close my eyes (and the flashbacks start)

Ieri Wattpad mi ha consigliato una storia su Rosalie e l'adolescente che c'è in me ha perso la testa perché mentre tutte erano Team Edward o Jacob, io ero Team Rosalie e Alice, perciò...
Ah e a breve aspettatevi una one shot su Alice, una su Jane e una su Victoria perché sì.

<<Che diavolo ci fai tu qui?>>, esclamò Bella, portandosi una mano al petto quando, una volta entrata nella sua stanza, mi trovò seduta sul cornicione della mia finestra.

<<Avevo bisogno di parlarti>>, ammisi, incrociando le braccia al petto e facendo penzolare la gamba verso il vuoto.

<<Punto primo: entra prima che ti veda qualcuno. Punto secondo: esiste una porta, sai?>>, borbottò, mentre sentivo il suo cuore cominciare a battere ad un ritmo regolare. Roteando gli occhi, entrai nella sua camera, lasciandomi poi cadere sul letto.

<<Vedo come andranno le cose: Edward ti osserva dormire dopo che vi conoscete da due minuti ed è tutto normale, però io entro dalla finestra e sono la psicopatica di famiglia>>, commentai con finta tristezza. Bella sbuffò sonoramente, schiaffeggiandomi le gambe affinché togliessi i piedi dal suo letto. 

<<Sai, adesso capisco perché stai con Rosalie. Siete entrambe estremamente strane e fastidiose>>, disse e ridacchiai.

<<Ci vuole un matto per riconoscerne un altro>>, dissi, lasciandole comprendere che il suo tentativo di infastidirmi non stava funzionando. 

<<Comunque, so che tu ed Edward avete litigato per la questione della trasformazione>>, mormorai, guardando il soffitto. Nel frattempo, Bella si era seduta al mio fianco e aveva tirato un sospiro con gli occhi di una che stava per raccontarmi la storia della sua vita. Ancor prima che mi trasformassero, tutte le persone che parlavano con me mi dicevano di sentirsi stranamente a loro agio al mio fianco. Ovviamente, dopo essere diventata una vampira, era diventata la mia abilità: fare in modo che le persone abbassassero le difese che avevano innalzato e si sentissero al sicuro. Avevamo scoperto di questa mia abilità poco dopo la mia trasformazione, quando i Cullen mi avevano trovato a succhiare il sangue di un ragazzo che mi guardava con estrema tranquillità come se non provasse alcun tipo di dolore o terrore. Ma questa era una storia per un altro momento.

<<Dice che non vuole sconvolgere la mia vita, che devo continuare a vivere come un normale essere umano. Come se la mia vita non fosse stata sconvolta nel momento in cui ho scoperto che il mio ragazzo e la sua affascinante famiglia adottiva sono dei vampiri e il mio migliore amico è un licantropo>>, cominciò a parlare. Annuii, lasciandole comprendere che l'ascoltavo.

<<Ed io lo amo, davvero! Voglio passare la mia vita con lui e lui vuole passare la sua con me, tuttavia io terminerò per morire mentre lui no. E' così difficile comprendere che sono disposta a trasformarmi per passare l'eternità al suo fianco?>>, domandò, guardandomi con quegli occhietti tristi. 

<<Scusa se rispondo alla tua domanda con un'altra domanda, però presto tutto avrà senso, ma quanto sai della mia storia e quella di Rosalie?>>, chiesi. 

<<Mi ha raccontato la sua storia, spiegandomi per quale motivo non dovrei rinunciare alla mia mortalità. E di te, Rosalie non mi ha raccontato nulla>>, mormorò.

Chiusi gli occhi, ricordando gli avvenimenti che mi avevano condotto fino a quel momento. 

<<Vedi, io e Rosalie cominciammo più o meno nella stessa maniera...>>

(Flashback: ottobre, 1951)

Sentivo i suoi passi alle mie spalle. Sapeva che l'avevo visto, però invece di demordere, probabilmente la cosa l'aveva solo divertito di più e perciò aveva preso a camminare con più fretta. Sapevo che mi bastava soltanto arrivare alla fine del vialetto e sarei stata circondata dai parigini che, durante un sabato sera, si godevano la vita di città. Sentivo il cuore battermi con violenza nel petto e il mio respiro era sempre più irregolare, cercai di ignorare il tremolio alla gambe e mi spinsi a camminare più in fretta. Non potevo lasciare che mi raggiungesse in quel vicoletto oscuro che sembrava infinito. Improvvisamente, proprio quando cominciavo a vedere le luci della città, vidi due persone sbucare dal viale e  mi fermai. Anche l'uomo alle mie spalle doveva averli visti, poiché si fermò insieme a me. Dalla fioca luce dei lampioni, seppi subito che si trattava di un ragazzo e di una ragazza. Lui era gigantesco, con le spalle larghe e muscolose e il viso di un ragazzino, tuttavia. Lei era minuta, sembrava quasi un piccolo folletto accanto a quel gigante. Mi sorrise come se ci conoscessimo da tutta la vita e mi porse la mano.

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