Emily/Sue(Dickinson)

1.2K 48 1
                                    

Wild nights! Wild nights! Were I with thee, wild nights should be our luxury!Futile the winds to a heart in port: done with the compass, done with the chart. Rowing in Eden! Ah! the sea! Might I but moor to-night in thee!
(O frenetiche notti! Se fossi accanto a te, queste notti frenetiche sarebbero la nostra estasi!
Futili i venti a un cuore in porto: ha riposto la bussola, ha riposto la carta. Vogare nell'Eden!
Ah, il mare! Se potessi ancorarmi stanotte in te!)
-Emily Dickinson

Wild nights
Avvertenze: angst e spoiler per quanto riguarda gran parte della prima stagione. Perciò se avete voglia di cominciare "Dickinson", vi consiglierei di passare a leggere questa one shot in secondo momento. 

Amare qualcuno da lontano è difficile. 

Avevo passato gran parte della mia giovinezza al suo fianco, eravamo diventate donne insieme. Io ero con lei quando le persone che amava cominciarono ad abbandonarla, pronta a cercare di sollevarle il morale quanto più potessi. Avevamo dormito insieme più notti di quante potessi contare, ci eravamo rivelate così tanti segreti che nessuno conosceva. Nessuno aveva mai letto le mie poesie, tranne lei. Se fosse stato possibile, le avrei concesso di entrare nella mia mente e di vagare indisturbata, consapevole che avrebbe protetto qualsiasi cosa avesse trovato lì dentro.

L'avevo baciata, come un uomo bacia la sua dama. Lei aveva ricambiato, ogni singola volta. Non seppi mai se fossi stata il primo bacio o meno, poiché non me l'aveva mai voluto rivelare. Ma sicuramente, lei era stata la prima. Poi, ne seguirono altri di baci, però il mio preferito resterà sempre quello che, in un certo senso, portò con sé una parte della mia anima. Austin, mio fratello, quel grande idiota di mio fratello, l'aveva convinta a sposarlo. Perciò, la donna che dormiva nel mio letto e che baciava le mie labbra stava per diventare mia cognata. Non potevo credere che fosse caduta anche lei ai piedi di quello stupido. Mi aveva giurato che Austin non le interessava, che non avrebbe mai avuto una speranza con lei. Non aveva mantenuto la promessa.

Consapevole che Austin non voleva vedermi al suo fianco, le mandai un bigliettino in un bigliettino, scrivendo nel primo a mio fratello di doverlo passare a Sue. Non avevo visto la sua faccia, ma potevo immaginare l'espressione infastidita che doveva aver messo su. Allora, lei mi aveva raggiunto in giardino, proprio come le avevo chiesto di fare nel biglietto riservato solo ai suoi occhi. Ci incontrammo vicino ad un albero. Il cielo su di noi si era ingrigito, chiaro avvertimento che avrebbe potuto piovere da un momento all'altro. 

<<Cos'è, uno scherzo?>>, chiesi appena la vidi, aggrottando le sopracciglia. <<Sposi mio fratello? Hai per caso perso la testa?>>.

<<Cos'altro avrei potuto fare, Emily? La mia intera famiglia è morta>>, rispose a tono, avvicinandosi a me a grandi falcate.

<<Lo so e mi dispiace tantissimo...Ma Austin? Non ti piace nemmeno, mi hai detto tu stessa che non rispetti il suo intelletto. Inoltre, pensavo che non ci saremmo mai dovute sposare. Dovevamo crescere insieme e diventare scrittrici>>, mormorai, abbassando il tono della voce come ad assicurarmi che nessun altro potesse sentire quel segreto. Lei sospirò.

<<Era una stupida promessa che ci facemmo quando avevamo quattordici anni, Emily!>>, contestò, alzando il tono della voce. Ci guardammo, confessandoci segreti che nessuna delle due avrebbe mai avuto il coraggio di ammettere a voce alta. Scesi dal ramo sul quale mi ero arrampicata, dicendole che mi dispiaceva per la morte di sua sorella e girandole intorno. Eravamo in netto contrasto l'una con l'altra: lei vestita in nero e col volto colmo di dolore, io vestita in bianco e il volto speranzoso di un'idiota che si illude che quella meravigliosa fanciulla possa scegliere me a mio fratello. Sospirai.

<<Be', siccome sposerai mio fratello, immagino che diventerò tua sorella, ora>>,sussurrai con un piccolo sorriso. Mi guardò, prima di sorridere debolmente a sua volta.

<<Fammi due promesse, però>>, dissi, attirando la sua attenzione. 

<<La prima: non andrai in Michigan>>, dissi, ottenendo un sorriso da parte sua, che si guardava intorno con fare nervoso, come se potessi chiederle di promettermi di portarle la luna. 

<<La seconda: promettimi che non lo amerai mai più di me>>, sussurrai, sentendomi male al semplice pensiero che potesse succedere.

<<Per la prima promessa, purtroppo dipende solo da Austin>>, rispose. Sospirai, rattristita.

<<Per la seconda...>>, mormorò, guardandomi dritto negli occhi.

<<Sì?>>.

<<Io non mi preoccuperei più di tanto>>, ammise, sorridendo di nuovo. Mi lanciò uno sguardo complice, uno di quelli che condividevamo da bambine. Con il primo tuono, balzai in avanti e la baciai. La pioggia prese a cadere sulle nostre teste, bagnandoci. Ma sentivo solo le sue mani strette intorno ai miei fianchi, le mie mani che accarezzavano la sua faccia, le nostre labbra che si rifiutavano di perdersi.

***

<<Mi guardi mentre dormo?>>, mormorò Sue con la sua adorabile voce assonata. 

<<Sì>>, ammisi.

<<Non farlo: è inquietante>>, borbottò.

<<Be', non potrò più farlo visto che non dormirai più qui>>, le ricordai. Alzò la testa dal cuscino, guardandomi con gli occhi spalancati.

<<Stai dicendo che vuoi che me ne vada?>>.

<<Sto dicendo che non dormirai più con me quando sarai sposata con mio fratello>>, specificai. Si girò di schiena e inconsciamente, la imitai. Guardammo il soffitto.

<<Vorrei solo tornare a dormire>>, mormorò lei.

<<Non riesco a dormire quando sei al mio fianco. C'è questo...ronzio e sembra non smettere mai>>, sussurrai. Ci stavamo raccontando dei segreti che nessun altro doveva sentire, perciò parlavamo entrambe a voce così bassa.

<<Stai dicendo che russo?>>, chiese divertita, voltandosi per guardarmi con un ghigno. Mi sentii morire dentro al pensiero che quel bel sorriso mattutino sarebbe stato dedicato a mio fratello, che lui l'avrebbe vista nella bellezza della mattina mentre io mi sarei dovuta accontentare dei ricordi di momenti come quello.

<<Vorrei poterti sposare>>, ammisi. 

<<Saresti un marito terribile>>, rispose in sincerità.

<<Come puoi dirlo?>>, mormorai, ferita.

<<Non hai abilità manuali>>, ribatté. <<E sei troppo minuta per combattere i pericoli>>, continuò.

<<Okay, ho capito>>, dissi esasperata. Come sempre, gravitammo l'una verso l'altra e ci ritrovammo girate di fianco a guardarci negli occhi. Le dita delle sue mani intrecciate con le mie. Mi sorrideva, guardandomi con così tanto amore che...non avrei nemmeno saputo spiegarlo a parole. Austin arrivò per interrompere il momento...come sempre. 

***

Non riuscimmo mai a dirci addio. Austin non me lo permise. Mi rinchiuse in camera dopo aver trovato una delle tante poesie che avevo scritto pensando a Sue, e siccome non era stupido quanto credevo, aveva capito che fosse dedicata a lei.  Furioso com'era, dovevo considerarmi fortunata che non mi avesse picchiato. Però aveva fatto di peggio, impedendomi di salutarla quando non sapevo per quanto sarebbero stati via. Avrei passato delle giornate infernali. Sarei stata peggio di quanto mi sentivo in quel momento, consapevole che non molto distante, l'amore della mia vita sposava qualcun altro. Sorrideva a qualcun altro. Diceva "passerò il resto della mia vita con te" a qualcun altro. A mio fratello.

Poi li vidi, mentre andavano via su un pallone aerostatico. Tenni la mano sulla finestra, desiderando di potermi smaterializzare e correre da lei, perché forse ero ancora in tempo. Avrei potuto buttare Austin di sotto e partire con Sue al suo posto, invece restai immobile a guardarli mentre svanivano nel nulla. Sospirando, mi allontanai dalla finestra. L'avevo persa.

Perché non c'è niente di più difficile che amare qualcuno da lontano.

Multifemslash/MultifemaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora