Avalance/Nyssara

775 38 0
                                    

Parte due di "Run to you".

Nyssa non dormì quella notte. Insomma, non che di solito dormisse, però quella notte fu mille volte peggio. Il pensiero che il suo piccolo canarino giallo fosse così vicino, eppure così lontano, la distruggeva. Preferiva di gran lunga soffrire sapendo che Sara era a Starling City, oppure in giro per i secoli, piuttosto che saperla a nemmeno tre porte di distanza ed essere incapace di toccarla. Inoltre, era persino fidanzata. Certo, sapeva che una donna come quella non sarebbe rimasta da sola per molto tempo, ma sperava di non dover mai incontrare colei(o colui) che la rendeva felice. Durante il loro ultimo incontro, Nyssa le aveva definitivamente detto che l'aveva lasciata andare: Sara non apparteneva più alla Lega degli Assassini, dunque doveva dimenticare quella parte della sua vita ed essere felice con un'altra persona. Solo perché l'amava con tutta l'anima, ciò non significava che voleva saperla miserabile. Miserabile proprio come si sentiva lei stessa. Nyssa non era mai stata una donna credente. Ammazzava la gente, santo cielo, ovviamente non sarebbe stata così ipocrita da pregare "Dio"(o Allah, o chiunque ci fosse) ogni notte dopo aver ucciso un uomo. Per lei, esisteva solo la parola di suo padre. Era lui che decideva cose fosse giusto e cosa no, era lui a dare ordini e tutti dovevano obbedire. Poi, era arrivata Sara e Nyssa si era resa conto che aveva cominciato a venerare una dea. Una dea che la notte sgattaiolava nella sua stanza. Una dea che aveva venerato anche dopo averla persa.

Appena intravide le prime luci dell'alba, Nyssa uscì dalla sua camera per andare ad allenarsi. Non era sola, siccome numerosi membri della Lega preferivano combattere appena sorgeva il sole, ma comunque si comportò come se non ci fosse nessun altro. Entrò nel suo dojo personale, pronta a scaricare un po' di tensione. Dunque, cominciò ad allenarsi, impiegando, nelle azioni che compiva da quando era molto più piccola, il triplo dell'impegno che sfruttava quotidianamente.

<<Sapevo che ti avrei trovata qui>>, commentò una voce. Nyssa si fermò, poggiando le mani sulle spalle del manichino per evitare di perdere l'equilibrio. I suoi occhi si posarono su Sara, poggiata con nonchalance contro la porta d'ingresso.

<<Le vecchie abitudini sono dure a morire>>, rispose Nyssa, voltandosi per evitare di darle le spalle. Non temeva che l'altra donna potesse colpirla, o almeno, non fisicamente, ma preferiva che si guardassero negli occhi.

<<La tua Ava dorme ancora?>>, chiese il Demone.

<<Finge di dormire per evitare di parlarmi>>, ammise, evitando di commentare quel "tua Ava" che Nyssa aveva detto con tanto disprezzo.

<<Ti va di indossare qualcosa di più comodo? Immagino che quella tuta ti dia fastidio>>, disse la donna dalla pelle olivastra, indicando la tuta bianca e stretta che Sara indossava dal giorno prima.

<<Sai, sì, sarei molto felice di indossare qualcos'altro. Diventa scomoda quando la indosso per ventiquattro ore>>, ammise, ridacchiando. Poi, senza che Nyssa dicesse una parola, Sara camminò verso l'armadietto presenta nella sala. Lo aprì, come se fosse la cosa più naturale al mondo, e prese uno dei completi(pantalone largo e top sportivo) che Nyssa usava durante gli allentamenti. Poi, come se fosse tutto normale, prese a cambiarsi dinnanzi a lei. Per quanto sentisse il bisogno di studiare ogni centimetro della sua pelle, per vedere come era cambiata durante il corso degli anni, distolse l'attenzione, guardando i bersagli per il tiro con l'arco che si trovavano dall'altra parte della sala.

<<Ti va un po' di movimento? Come ai vecchi tempi>>, propose Sara. Nyssa si voltò, allora, comprendendo che era vestita.

<<Ai vecchi tempi, se tu mi avessi proposto una cosa simile, la mia schiena o la tua sarebbero finite contro il muro>>, le ricordò il Demone. Sara arrossì profondamente, poi abbassò lo sguardo a terra, come se si fosse resa finalmente conto della gravità della situazione.

Multifemslash/MultifemaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora