Multifemslash/Multifemale

Hosie

Date me to piss your parents off

Non segue canon, perciò mi sono divertita anche a giocare un po' con le dinamiche tra vari personaggi. Inoltre, Josie avrà 17 anni, perciò avrà bisogno del permesso dei genitori per il viaggio. Hope sarà di un anno più grande, invece.

<<Davvero non capisco perché Lizzie possa andare ed io no>>, sbuffai, incrociando le braccia al petto. Mio padre sospirò, sistemandosi la cravatta intorno al collo. Portò lo sguardo verso il proprio polso, controllando l'ora dal suo orologio costoso.

<<Perché tua sorella non ha avuto un'insufficienza in fisica, Josette>>, rispose. In realtà, non c'entravano niente i voti, ma c'entrava il fatto che Lizzie fosse la sua preferita. Se Elizabeth avesse deciso, un giorno, che la Terra era piatta, lui le avrebbe dato ragione. Mia madre, che era stata abituata ad assumere il ruolo di una bambola che abbelliva mio padre durante i suoi incontri importanti, non aveva più voce in capitolo riguardo alle nostre vite. Lui aveva già stabilito tutto e quelle poche scelte che non aveva compiuto per noi, dovevano essere sempre e comunque approvate dall'onnipotente Alaric Saltzman. 

<<Ho preso un'insufficienza due mesi fa e ho recuperato sia con un test che con un'interrogazione. Mi sono impegnata>>, ribadii, stringendo le sopracciglia. Lui si voltò di scatto, fulminandomi con lo sguardo perché avevo osato controbattere.

<<Se ti fossi impegnata per davvero, Josette, non avresti preso quell'insufficienza. Ora, smettila di farmi perdere tempo e togliti di mezzo. Devo andare a lavoro>>, sbottò lui. Roteai gli occhi, stringendo la mascella. Mi spostai di lato, consentendogli di percorrere il corridoio ed uscire di casa.

<<Non arrabbiarti, Josie. Ci parlerò io quando torna stasera e lo convincerò a farti venire>>, mi rassicurò la mia gemella, poggiandomi un braccio intorno alle spalle. 

<<Vado a prendere lo zaino>>, dissi, scrollandomi il suo braccio di dosso. Non ero arrabbiata direttamente con lei, ma non sopportavo l'idea che le venisse tutto così facilmente. Sembrava quasi che sparissi al suo fianco, nonostante il fatto che avessimo le stesse abilità e gli stessi talenti. <<Hope mi sta aspettando>>, continuai ed allora un sorriso nacque sul mio volto. Hope era l'unica che voleva stare con me perché ero io e non la sorella di Elizabeth. 

Hope era orfana. I suoi genitori erano morti in un incidente d'auto quando lei era molto piccola e aveva passato gran parte della sua infanzia in case famiglia differenti, finché non aveva poi incontrato una famiglia che le aveva fatto trovare un po' di amore. Elena e Damon, questi i nomi dei suoi genitori adottivi, avevano lottato con le unghie e con i denti per mostrare alla ragazza che con loro sarebbe stata al sicuro. Inoltre, il fatto che entrambi avessero sofferto una grave perdita e che quindi comprendevano a pieno il suo dolore e lo rispettavano, avevano abbassato leggermente le sue mura. Ciò nonostante, decidendo di seguire le orme dell'uomo, Hope era diventata la definizione di "bella e dannata". Vestiva sempre di nero e i suoi occhi azzurri erano sempre freddi, pieni di mistero. E, per quanto infantile e possessivo potesse sembrare, quella ragazza che tutti volevano conoscere era mia (amica). Non sapevo cosa l'avesse portata a scegliermi, ma ero l'unica che conosceva ogni suo segreto e che poteva starle accanto in qualsiasi momento. 

<<Di nuovo con quella ragazzina? Josie...>>, stava per dire mia sorella, ma chiusi la porta della mia stanza, evitando di sentire il resto. A loro lei non piaceva per il suo modo di comportarsi; perché Hope era una cattiva ragazza e temevano che potesse portarmi sulla cattiva strada. Non che mi sarebbe dispiaciuto...

***

<<Eccola lì! La mia salvatrice sul suo cavallo bianco>>, esclamai, recandomi verso di lei che poggiava con il sedere contro la sua moto, con le  braccia incrociate al petto ed espressione divertita, che tuttavia sarebbe sparita nel momento in cui avremmo varcato il cancello di scuola.