Maratona Halloween: 4
Eyes on me
La prima volta che la vidi, ero intenta a leggere un libro seduta accanto alla finestra. Una strana forza sembrava chiamarmi, dunque mi ritrovai ad alzare lo sguardo e osservare dall'altra parte della strada. Lei sedeva su una panchina, guardava a terra come se stesse cercando qualcosa, tuttavia, appena i miei occhi si posarono su di lei, alzò la testa come se quella stessa forza l'avesse chiamata nello stesso momento in cui aveva chiamato me. Qualcosa sembrò scattare dentro di me, ma una macchina le sfrecciò davanti e sembrò averla portata via con sé prima che potessi comprendere a pieno cosa fosse quella forza e quella sensazione che aveva risvegliato in me.
La seconda volta, io e le mie amiche- Darcy e Jane- eravamo insieme in caffetteria, con un libro aperto davanti a noi e numerosi fogli sparsi qua e là. Stavamo provando a comprendere qualcosa, paragonando i nostri appunti sperando di poter rendere tutto più chiaro. Mentre Darcy spiegava un passaggio, avvertii nuovamente quella forza sconosciuta e mi ritrovai a guardarmi intorno con interesse. Proprio di fronte a me, in prossimità delle strisce pedonali, c'era lei: stessi capelli rossi con le punte bionde, stretti in una treccia ordinata. Stesso completo nero.
<<Wanda>>, mi chiamò una voce che sembrò lontana ed indistinta. Ebbi l'impressione che fosse la sua.
<<Wanda!>>, Jane mi scosse violentemente, riportando la mia attenzione su di loro. <<Tutto okay?>>, domandò, guardandomi con confusione. I miei occhi ritornarono dall'altro lato della strada, ma la sconosciuta non c'era più.
<<Sì, sì. Scusatemi, mi sono distratta un attimo. Dicevamo?>>.
La terza volta che la vidi, fu più da vicino rispetto alle precedenti. Mi sistemai il cappotto affinché potesse ripararmi le guance dal freddo, poi allungai lo sguardo verso il tunnel nella vana speranza di sentire o vedere il treno. I fine settimana erano dedicati a me e al mio gemello, Pietro, anche se solitamente era lui a vistare me poiché non era molto tranquillo al pensiero che dovessi viaggiare da sola. Quella settimana però, mio fratello si era ammalato e siccome non volevo perdermi l'opportunità di passare del tempo con lui, avevo deciso di fargli visita.
Dopo pochi minuti d'attesa, la voce meccanica annunciò l'arrivo del treno, perciò mi allontanai dalla linea gialla e presi a muovermi, cercando un po' di calore. Intorno a me, le persone avevano iniziato ad avvicinarsi al binario, attendendo come me l'arrivo del veicolo. Quando finalmente si fermò davanti a noi, mi affrettai ad entrare, apprezzando il minimo miglioramento nella temperatura. Proprio mentre mi stavo sedendo, scorsi un movimento con la coda dell'occhio e tutto il mio corpo sembrò essere mosso da una forza esterna, dato che mi fermai e mi voltai giusto in tempo per scorgere la sempre più familiare treccia rossa con le punte bionde che scendeva dallo stesso treno, perciò balzai in avanti, spaventando alcune persone, e avvicinandomi al finestrino. La vidi chiaramente camminare verso l'uscita della metro, tuttavia prima che potesse svanire del tutto, si voltò e mi fece un piccolo occhiolino. Quella volta, siccome molto più vicina, potetti vedere i suoi occhi verdi. Qualcosa dentro di me mi disse che non era la prima volta che li vedevo.Dopo la visita a mio fratello, iniziarono i sogni estremamente vividi per essere solo frutto della mia immaginazione: riuscivo a sentire l'odore degli alberi che mi circondavano, il bruciore alle gambe poiché avevo corso troppo, il rumore dei battiti del mio cuore che pompava velocemente per consentirmi di continuare a muovermi. Vedevo chiaramente una figura femminile corrermi davanti, chiamarmi per nome e dirmi di non mollare; di non lasciarmi andare perché aveva bisogno di me. Proprio quando la mia mano si muoveva in avanti per stringerla, mi svegliavo di soprassalto: le gambe mi bruciavano (anche se non mi ero mossa dal letto), il cuore pompava con furia (come se mi stesse aiutando a compiere uno sforzo) e avevo le guance fredde a causa di un vento che sicuramente non stavo avvertendo. In uno dei tanti sogni, sentii la sconosciuta dirmi qualcosa di diverso: <<E' ora di tornare a casa, Wanda>>. Al suono di quelle parole, mi svegliai con un sorriso in volto e quella tipica sensazione di felicità di un viaggiatore che finalmente ritorna a casa. Ma io ero già a casa.
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Multifemslash/Multifemale
FanfictionVi spiego brevemente cosa accadrà in questa raccolta. Vi piace una coppia e vorreste una one shot su di loro? Me lo dite e io cercherò di darvela. Vi piace un personaggio e vi piacerebbe leggere qualcosa di quel personaggio(magari con accanto propri...