Eve/Maze

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Trick and treat

E' canon, ma non segue nessuna stagione.
Sarà dal punto di vista di Trixie e capirete leggendo il perché.

<<Piccola, capisco che tu voglia andare a fare "dolcetto o scherzetto", ma io purtroppo devo lavorare>>, disse mamma, sistemandosi velocemente la coda di cavallo. Roteai gli occhi, sbuffando sonoramente affinché mi potesse sentire.

<<Anche l'anno scorso dovevi lavorare e nemmeno l'anno scorso mi hai portato a farlo>>, le ricordai, borbottando. Non importava che avessi compiuto otto anni, mi piaceva ancora vestirmi per Halloween e approfittare dell'unica sera in cui potevo mangiare schifezze senza essere ripresa dai miei genitori.

<<Mi dispiace davvero tanto, piccola. Ma dovrai restare a casa anche quest'anno. Ti prometto che domani organizzeremo qualcosa qui, puoi anche invitare i tuoi amici, se ti va>>, mormorò lei, venendo a lasciarmi un bacio tra i capelli.

***

<<Cosa ci fai qui, piccola umana? Non dovresti essere a scuola?>>, domandò Lucifer con il suo forte accento britannico. Adoravo il suo accento. Gli sorrisi, guardandolo con la mia miglior espressione da cucciolo.

<<Ti sta venendo una paralisi facciale?>>, chiese ancora, piegando la testa di lato come un cagnolino confuso. Mi venne da sorridere, poiché trovavo ancora buffe le cose, a volte insensate, che diceva.  Inoltre, lui e Maze erano gli unici a non trattarmi come se fossi ancora una piccola bambina indifesa. 

<<Pensi di poter convincere la mamma a restare a casa stasera? Altrimenti non potrò andare a fare "dolcetto o scherzetto" più tardi>>, esclamai, sedendomi al pianoforte. Premetti casualmente dei tasti, dando vita ad un rumore fastidioso. Lucifer corse verso di me, alzandomi di peso e intromettendosi tra me e il suo adorato strumento musicale.

<<Se rompi il mio piano, mi assicurerò di riservati una tortura particolare all'inferno>>, disse. In quel momento, le porte dell'ascensore si aprirono e l'amica di Lucifer, Eve, fece il suo ingresso. Ci guardò con un sorriso adorabile. Sarebbe stato più facile odiarla se fosse stata brutta o perfida, invece era così gentile. Sapevo che non aveva senso la mia antipatia nei suoi confronti, però avevo capito che Lucifer e mamma si piacevano e lei si era intromessa proprio quando sembravano aver fatto dei passi in avanti. 

<<Ciao, piccola Decker>>, disse, salutandomi con un cenno della mano.

<<Quindi, mi aiuterai o meno?>>, chiesi, guardando Lucifer. Lui, che nel frattempo si stava versando un liquido scuro nel bicchiere, mi osservò con un sopracciglio inarcato. Aveva dimenticato cosa gli avevo chiesto.

<<Convinci mamma a restare a casa, così può accompagnarmi a fare dolcetto o scherzetto>>, ripetei, incrociando le braccia al petto.

<<Che cos'è?>>, domandò Eve, sporgendosi in avanti sul bancone e guardandomi con curiosità. Erano tutti un po' strani, gli amici di Lucifer, però avevo imparato a non dare importanza ai loro comportamenti. 

<<Ehm...è Halloween oggi. I bambini vanno di casa in casa e bussano alle porte delle persone, chiedono dei dolcetti e per lo spirito della tradizione, gli adulti glieli danno. Mamma deve lavorare e non può accompagnarmi. E questo è il secondo anno che mi toccherà restare a casa con una babysitter noiosa a guardare film noiosi>>, borbottai. I suoi occhi si illuminarono al suono di quelle parole, come se le avessero appena offerto direttamente una caramella.

<<Potrei accompagnarti io>>, esclamò, sorridendo.

<<No>>, dicemmo io e Lucifer nello stesso momento.

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