Kate/Emaline

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Soulmate and Fire(wo)man!AU: ognuno sente la voce della propria anima gemella nella mente, ovviamente più si è vicini, più diventa forte. Al contrario, se si è lontani, diventa più debole. Personaggio A non ha mai sentito la voce della sua anima gemella, poi un viaggio in Europa e un incendio cambiano tutto.

You're Finally Here

Camminare, parlare e sentire la voce della propria anima gemella. Erano cose naturali, che tutti dovevano imparare a fare prima o poi. A differenza di quello che si può pensare, avere una voce in testa era la cosa più bella e dolce che potesse mai capitare. C'erano volte in cui si era nervosi e sentire la voce dell'amore della tua vita ti faceva sentire calmo, come se non ci fossero più preoccupazioni al mondo. Spesso, se si era abbastanza fortunati, i loro consigli ti giravano fuori da situazioni imbarazzanti. L'anima gemella di Oliver, il mio migliore amico, lo aveva aiutato spesso durante le interrogazioni di matematica, ai tempi del liceo.

Io non avevo la stessa fortuna. Quello che vi ho detto, l'ho sentito dire dalle altre persone. Io la voce della mia anima gemella non l'avevo mai sentita e temevo che non esistesse. Non importava che medici ed amici mi avessero detto che probabilmente si trovava in un'altra parte del mondo, io avevo troppa paura che lei non fosse lì con me. Che non esistesse.

***

Per il matrimonio di Oliver, decidemmo di passare una settimana in Inghilterra. La sua ragazza si fidava di me e mi aveva chiesto di tenerlo d'occhio, ma sapevo che lo diceva per prenderci in giro visto che potevano parlare in ogni momento.

<<Sei emozionata, Emaline?>>, chiese lui, poggiandomi una mano sulla gamba. L'aereo era appena decollato.

<<Non è la prima volta che prendo un aereo>>, gli feci notare. Lui scosse la testa, scoppiando a ridere.

<<Intendo...avevi sempre detto che volevi andare in Inghilterra, che te ne sentivi stranamente legata, be'...sei pronta a sentire l'amore della tua vita?>>, domandò.

<<Ma che stai dicendo?>>.

<<Ah, devo spiegarti proprio tutto. Ci sentiamo legati ai luoghi che frequenta la nostra anima gemella. Io mi sentivo legato al centro commerciale perché ci andava Annabelle...e ti ricordi come ci siamo incontrati?>>, volle sapere.

<<Quando la sua famiglia organizzò un viaggio in Russia, tu sentisti il bisogno di correre in aeroporto ancor prima che lei te lo dicesse. Annullò il viaggio appena ti vide>>, dissi, visto che ricordavo benissimo quel giorno: erano le cinque di mattina, perché l'aereo di Annabelle partiva alle sei e mezza. Lui, che era il mio coinquilino, mi aveva svegliata per ordinarmi di prendere la macchina ed andare con lui in aeroporto. Per quanto fossi stata felice per Ollie, l'avevo odiato con ogni cellula del mio corpo. Nessuno doveva osare svegliarmi.

<<Esatto. E forse, se tu non hai mai sentito la sua voce e ti senti legata a Londra è perché...>>, lui si fermò, guardandomi.

<<Lei è lì>>, sussurrai.

Quando arrivammo in cielo europeo(si poteva dire?), feci un tentativo. Hey. Provai, ma non ottenni risposta. Dopo, però, avvertii uno strano fastidio alla tempia, come un piccolo ronzio. Fu solo quando atterrammo che successe: Avevo sperato che fossi tu. Volevo che fossi tu.
Sussurrò una voce nella mia testa. Femminile, dolce e leggermente roca, con un evidente accento inglese. Afferrai Oliver per il braccio, sentendo le lacrime bagnarmi il volto.

<<Che succede?>>, chiese preoccupato.

<<È lei!>>, esclamai. Lui rise.

<<Dille qualcosa, Em>>, mi incitò.

Sono io. Sono qui. Le dissi, incapace di realizzare che fosse reale.

Ti stavo aspettando.

Scoppiai a piangere.

***

La seconda sera a Londra, dopo aver passato gran parte del tempo a parlare con la mia anima gemella, uscii per andare a fare due passi, lasciando che Oliver e Annabelle potessero parlare al telefono in santa pace. Era brutto non sentire la voce del proprio amore, ed immaginavo che per loro che erano stati insieme per parecchio tempo, fosse più difficile di ciò che era stato per me.

Mentre camminavo, notai un'ondata di fumo da lontano. Delle persone indicavano con preoccupazione, altre avevano già tirato fuori i telefoni, ma mi preoccupò la strana presa al cuore.

Sei dove c'è l'incendio, vero?

Dissi, attendendo una sua riposta. Mi morsi il labbro inferiore, cominciando a camminare in quella direzione ancor prima di sentire una risposta.

Ma sono al sicuro, non preoccupati. Il fuoco lo spengo.

Corsi ancora più velocemente, trovandomi dinnanzi ad un palazzo in fiamme. Fortunatamente, avevano evacuato prima che l'incendio diventasse più grave, dunque c'era solo bisogno di aspettare i pompieri per spegnerlo. Mi guardai intorno quando sentii le sirene ed il cuore batté più forte. Risi, in attesa.

Ho la sensazione che tu sia tra la folla.

Lei si fece sentire e la immaginai mentre sorrideva.

Devo vederti.

Guardai i pompieri, cercando una donna. Sfortunatamente, in quella squadra ce n'erano due. Tuttavia, c'era così tanta gente dinnanzi a me che non riuscivo a vederle per bene. Spensero il fuoco in pochi minuti, poi mentre posavano tutto pronti per andarsene(non le avevo più parlato per evitare di distrarla), notai una figura salire sul camion rosso.

Alza la mano, fatti vedere

Mi disse. Seppi che era lei e scoppiai a ridere, studiando la piccola castana che si guardava intorno. Mi feci spazio tra la folla, sentendo le sue incitazioni farsi sempre più forti.

<<Hey!>>, urlai, alzando la mano. Lei rise, poi si piegò per porgermi la mano. Mi trascinò sul tetto del camion ed io arrossii furiosamente, notando la gente che ci guardava con confusione. Alle sue spalle, i suoi compagni sorridevano felici ed orgogliosi.

<<È la mia anima gemella! L'ho trovata finalmente!>>, urlò felice. Risi, avvolgendo le braccia intorno al suo collo.

<<Ciao, io sono Kate>>, sussurrò.

<<Emaline>>.  Mi baciò e le persone intorno a noi presero ad applaudire.

Finalmente l'avevo trovata.

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