Lola/Maya(Skam Francia)

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Muse

Per quella lezione, l'insegnante ci portò vicino ad un lago, dicendoci poi di dipingere quello che più aveva attirato la nostra attenzione. Ora, il compito non poteva essere più semplice di così ma comunque non riuscivo a trovare nulla che valesse la pena di essere dipinto (almeno secondo me). I miei amici, intorno a me, erano concentrati sulle proprie tele e osservavo come le loro mani scorrevano decise sul telo bianco per dare vita a qualcosa di nuovo. Io mi guardavo intorno e mi sentivo solo più confusa: ogni scelta mi sembrava banale oppure appena vedevo qualcosa di interessante, le mie mani si bloccavano come se non avessi mai stretto tra le dita un pennello in vita mia. 

<<Avete un'altra ora a vostra disposizione, ragazzi>>, ci disse l'insegnante, controllando il suo orologio. Imprecai a voce bassa, chiudendo gli occhi. 

<<Io...ehm...io avrei finito...>>, mormorò una voce timida. Mi voltai di scatto, seguendo il suono di quella voce. Sorrisi appena i miei occhi si posarono su quei capelli color miele e quegli occhi sempre così...tristi. Si chiamava Lola. Era una delle studentesse più silenziose della classe, però quando cominciava a dipingere, tutti capivano sempre cosa volesse dire. Io dipingevo per passione, ma lei dipingeva perché era l'unica lingua che riuscisse a parlare con sicurezza. 

<<Davvero stupendo, Lola. Se vuoi, puoi fare un giro per il bosco senza però allontanarti>>, le disse l'insegnante poggiandole una mano sulla spalla. Avrei voluto che si spostasse, affinché potessi vedere cosa aveva partorito quella mente brillante. Però, vidi solamente la ragazza annuire a ciò che le era stato detto e prese il telo per darlo all'insegnante. Non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso, nonostante il fatto che dovessi concentrarmi su altro in quel momento. Inarcai un sopracciglio quando la vidi avvicinarsi ad un albero. Si sedette sotto di esso e prese a guardare il fiume che scorreva dinnanzi ai suoi occhi con interesse. Spalancai la bocca, stupita, quando pochi minuti dopo, una farfalla si posò sul suo naso. A Lola scappò una risata che, inevitabilmente, fece sorridere anche me. Non cacciò la farfalla, limitandosi a porgerle l'indice e accoglierla sulla mano. Fu allora che seppi di dover dipingere proprio lei. La nostra insegnante non ci aveva mai forzato a mostrare i nostri dipinti agli altri, perciò sapevo che se le avessi detto di non mostrarlo, non avrebbe mai saputo nessuno del mio piccolo segreto. Cominciai a disegnare Lola che, con quella piccola farfalla sulle mani e protetta dal sole dall'ombra di quell'albero, somigliava ad  un angelo sceso in terra.

***

La lezione della settimana successiva l'aspettavano quasi tutti con ansia: una modella sarebbe arrivata per posare per noi. Era importante che sapessimo destreggiarci sia tra i paesaggi che il corpo umano, ma era la prima volta che una vera e propria professionista si presentava alle nostre lezioni. In passato, il soggetto dei nostri dipinti erano sempre state delle foto, oppure l'insegnante ci diceva di pensare al nostro migliore amico o ad uno dei nostri familiari. Dunque, tutti non vedevano l'ora di poter fare le cose come "dei professionisti". 

Ognuno di noi stava studiando la modella con attenzione, ma solo per memorizzarne i tratti e cercare qualche segno particolare. Lei, che di esperienza ne aveva moltissima, sembrava ignara degli sguardi di tutti gli altri e ferma nella posizione che le era stata suggerita dall'insegnante, aspettava paziente. Lei era affascinante, ovviamente, però...sembrava sparire nel nulla quando i miei occhi si posavano sulla ragazza alle sue spalle. Lola era meravigliosa. Lo sguardo concentrato sul telo. Gli occhi color miele seguivano attenti i movimenti della mano, per poi posarsi leggermente sul corpo della modella. Le sopracciglia erano contratte e potevo vedere la lingua affacciarsi tra i denti, in un chiaro segno di concentrazione. Poi, arricciava il naso quando qualcosa non le piaceva e non potevo fare altro che trovarla adorabile. 

<<Perché non le chiedi di uscire?>>, domandò una voce al mio fianco. Sussultai, voltandomi di scatto per fulminare Lucas con gli occhi. Lui ridacchiò, concentrandosi di nuovo sul suo dipinto. Sbuffai, ignorandolo.

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