Natasha Romanoff/Reader

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Carpool Karaoke

AU!Nessuno fa parte degli Avengers
La storia non è mia ma solo una semplice traduzione.

Era una giornata abbastanza calda, soleggiata: il cielo azzurro era abbellito da nuvole leggere con forme e misure diverse. Una leggera brezza soffiava attraverso i finestrini dell'auto, giocando con le piume dell'acchiappasogni che pendeva dallo specchietto retrovisore della mia macchina. Ero bloccata nel traffico che si muoveva con talmente tanta lentezza che, senza nemmeno guardare il telefono, sapevo benissimo di essere ferma allo stesso punto da più o meno cinque minuti.

Solitamente, il viaggio verso casa era accompagnato da silenzio per scaricare lo stress della giornata lavorativa. Tuttavia, in quei momenti di noia, l'unica cosa che mi poteva aiutare a non addormentarmi era riprodurre della musica. Avevo provato a girare per le radio, solo che come sempre non c'era alcuna canzone interessante perciò avevo collegato tramite Bluetooth il telefono allo stereo dell'auto. A quel punto, avevo cliccato sulla playlist che avevo chiamato "Happy" (per non rovinare l'atmosfera tranquilla e il clima estivo) e avevo attivato la riproduzione casuale, terminando per sistemarmi contro il sedile del guidatore.

La melodia rilassante e leggera di Put your records on  cominciò a risuonare per l'abitacolo e sorrisi, chiudendo brevemente gli occhi. Poggiai il braccio fuori dal finestrino, posando poi la testa contro la mano per lasciare che il sole mi accarezzasse il volto. Aprivo gli occhi di tanto in tanto, sperando di intravedere un minimo movimento, ma tutto era sempre uguale e non c'era alcun cambiamento. 

La playlist conteneva differenti brani e generi musicali, canzoni senza impegno che solitamente si sentivano alla radio e, perciò, quasi tutte le generazioni conoscevano e sapevano cantare. Nonostante il brutto traffico, la musica mi aiutò a restare tranquilla. Walking on sunshine era appena terminata, la successiva canzone cominciava a farsi sentire e proprio in quel momento una voce dolce chiese: <<Ti dispiacerebbe alzare un po' il volume?>>. Sorrisi, girando la manopola del volume affinché anche lei potesse sentire I'm gonna be (500 miles) e poi mi voltai per incontrare lo sguardo della persona nella macchina accanto.

Merda. Come avevo potuto non notarli prima? Non era possibile che fossero stati lì per tutto quel tempo. Inoltre, erano tutti bellissimi. C'erano due uomini e due donne. L'uomo che guidava era biondo, mentre colui che gli sedeva dietro aveva i capelli castani. La donna seduta al sedile del passeggero, che mi guardava con un sorriso divertito, aveva dei lunghi capelli rossi e ricci. L'altra, seduta dietro di lei, era invece castana e con i capelli lisci che le cadevano sulle spalle. 

La donna che mi aveva chiesto di alzare il volume si sporse verso il finestrino. Inarcai un sopracciglio, alzando ancora di più il volume e lei prese a cantare. Scoppiai a ridere, prima di unirmi a lei in quel concerto improvvisato. I suoi amici in auto risero, aggiungendosi ben presto al nostro duo, applaudendo con divertimento. 

Alla fine della canzone, ci trovammo entrambe senza fiato e con un ampio sorriso in volto. Sporsi la mano verso di lei, aspettando che battesse il palmo contro il mio. Lo fece, scoppiando  a ridere.

<<E' stato così divertente! Grazie, adoro quella canzone>>. 

<<Anche io l'adoro. Sei una partner meravigliosa! E il coro era fantastico>>, dissi, mostrando il pollice all'insù al guidatore e ai due ragazzi seduti dietro. Risero tutti e tre, ricordandomi che era da tempo che non mi sentivo così spensierata.

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