Multifemslash/Multifemale

Commander Lexa/Reader (pt.2)

Non si accenna alla fine che ha fatto Finn, così se non vi piace potete fingere che sia morto, se invece vi piace potete immaginare che sia ancora vivo. 
Tra l'altro, io ho notato solo ora che il mio computer cambiava "Clarke" con "Clark" e ho dovuto correggere anche la os precedente
Say my name

<<Quindi, come vi sta trattando la nostra terra?>>, domandò Lexa, guardando attentamente mia sorella e il resto delle persone che erano state invitate a Polis con lei. Octavia sedeva alla mia sinistra, con una mano poggiata sulla mia gamba in maniera protettiva. Bellamy era al suo fianco. Clarke  e Raven sedevano di fronte a me ed Octavia rispettivamente, perciò sia io che mia sorella avevamo Lexa alla nostra destra. Dall'altra parte della tavola, di fronte al Comandante, c'era Anya.

<<Bene. E tu? Come stai trattando mia sorella?>>, domandò lei a sua volta, inarcando un sopracciglio come se stesse sfidando apertamente l'altra donna. In tutta risposta, si aprì in un piccolo ghigno divertito.

<<Perché non lo chiediamo a lei? Come ti sto trattando?>>, mormorò, posando il suo sguardo serio su di me. Mi vennero i brividi quando colsi il suo tono malizioso, perciò mi ritrovai a pensare alle ultime sere che avevo passato nella sua camera. Pensai al suo modo di toccarmi, di stringermi, di procurarmi piacere e di farmi dire il suo nome come una preghiera. 

<<Heda>>, la richiamai. Dall'altra parte del tavolo, Anya si affrettò a nascondere la propria risata dietro la propria coppa di vino. Mi voltai, fulminandola con lo sguardo. 

<<Perché te la prendi con me?>>, esclamò, alzando le spalle con finta innocenza. Roteai gli occhi, ritornando poi a guardare mia sorella.

<<Sto bene, Clarke. Non preoccuparti. Mi sento sempre più a mio agio qui>>, la rassicurai, sorridendole. 

<<Chissà come mai>>, sussurrò Lexa, continuando chiaramente a prendersi gioco di me. Le diedi un calcio, ottenendo soltanto che sussultasse leggermente. I nostri occhi si incontrarono e le sussurrai di comportarsi bene. 

<<Lo vedo. Mi domando cosa sia cambiato dall'ultima volta>>, disse mia sorella, guardandomi con attenzione.

<<Sono qui da quasi quattro mesi, Clarke. Ho imparato a conoscere le persone, le loro abitudini e il loro modo di fare. Sono felicissima qui. Davvero. E sarei altrettanto felice se anche voi faceste un piccolo sforzo per imparare a conoscere il mio popolo>>, dissi senza dare troppo peso alle mie parole. Anya e Lexa sorrisero ampiamente, guardandomi con orgoglio. D'altro canto, i miei amici non sembrarono altrettanto contenti, poiché mi fulminarono con lo sguardo.

<<Siamo noi "il tuo popolo">>, borbottò Bellamy. 

<<Non potete esserlo entrambi? Sia voi che loro?>>.

<<No>>.

<<Non capisco perché vi state comportando in questa maniera. Dovremmo essere felici che si è ambientata e che la stanno trattando bene, invece sembrate tutti pronti ad attaccare da un momento all'altro. Clarke, non sei felice di sapere che tua sorella sta bene? Che intorno a lei ci sono persone che se ne prendono cura comunque? Bellamy, non sei felice che la tua amica abbia accanto qualcuno che evidentemente ci tiene a lei?>>, disse Octavia, stringendo la mascella e guardando gli altri uno ad uno. Sorrisi, ringraziandola silenziosamente con lo sguardo. Sapevo che il suo interesse per quelle persone era nato quando aveva incontrato Lincoln, perciò aveva trovato un buon motivo per restare o comunque per creare dei rapporti positivi. Allo stesso modo, avevo notato che Raven sembrava essere abbastanza presa da Anya. Me ne rendevo conto dal suo modo di lanciarle delle occhiate di tanto in tanto, così come le espressioni del suo volto ogni qualvolta la vedeva allenarsi la mattina. Inoltre, non avevo mai visto Raven svegliarsi così presto per una persona. Gli unici che non avevano reagito bene durante la loro visita a Polis, erano proprio Clarke e Bellamy che non sembravano avere un motivo per apprezzare il luogo che era diventato la mia nuova casa.