Thena/Reader (Eternals)

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Richiesta

Quindi che ne pensate di questo film della Marvel? A me è piaciuto, certo si comprende che è il primo di tanti altri, dato che alcune domande non hanno ricevuto risposta, però per me passa a pieni voti. Inoltre, siccome il film è uscito relativamente da poco, per evitare spoiler, la OS non segue la trama. Lo dico perché non lo considero uno spoiler (dato che ne parlano anche gli attori nelle interviste pre-film): c'è un momento in cui gli Eterni si separano, perciò prende luogo durante quel periodo in cui non sono insieme.

TW: accenni a violenza domestica

When you love something, you protect it.

Correvo da così tanto tempo che a malapena sentivo le gambe; correvo da così tanto tempo da avere il fiatone; correvo da così tanto tempo da poter sentire il mio cuore implorarmi di fermarmi perché avrebbe potuto cedere da un momento all'altro. Ma non importava quanta distanza avessi messo tra me e quella casa, non mi sembrava mai abbastanza e perciò mi sforzavo di continuare, perché lui poteva essere alle mie spalle, pronto ad afferrarmi e ricondurmi in quella gabbia. Per un istante, ebbi l'illusione che il mio cervello mi stava giocando dei brutti scherzi, infatti, nel bel mezzo del nulla, vidi una casa. C'era una luce accesa da una delle finestre, ma a causa del vento che soffiava con prepotenza, non riuscivo a sentire alcun tipo di rumore, non importava quanto mi avvicinavo. Compresi che era concreta e non un miraggio solo perché quanto più mi avvicinavo, più notavo dei piccoli dettagli che la mia mente sfinita non avrebbe mai potuto farmi vedere. Proprio quando mi stavo preparando per bussare alla porta, avvertii qualcosa di appuntito premermi contro la schiena. "Ecco", pensai, "mi ha trovata. Mi ha trovata ed ha un coltello. Sta per uccidermi. Qui. In mezzo al nulla. Dinnanzi la casa di qualcuno che domattina troverà il mio cadavere. A meno che lui non decida di sbarazzarsene".

<<Chi sei?>>, chiese una voce e, nonostante la mia situazione, emisi un sospiro di sollievo perché quella era una voce femminile. Non era lui. 

<<Non voglio fare del male a nessuno>>, mormorai con la voce rotta dal pianto. Alzai le mani per mostrare alla donna che non ero un pericolo per lei (se solo l'avessi saputo). <<Ho solo bisogno di un posto in cui stare. Almeno stanotte. Poi domattina andrò via. La prego...sono sicura che mi stia cercando>>, continuai con agitazione. La pressione contro la schiena svanì e fui così in grado di voltarmi. Quella che avevo davanti non poteva non essere una dea: i suoi capelli erano lunghi e bianchi, abbinati al vestito che indossava. E poi, quell'arma che possedeva...cos'era? Sembrava una lancia, ma era troppo sottile e i disegni tutto intorno sembravano essere fili d'oro. Boccheggiai, incapace di formulare una frase di senso compiuto (più per la sua bellezza che per la fatica).

<<Chi ti sta cercando?>>, domandò, addolcendo il tono della voce. I suoi occhi passarono in rassegna il mio volto colmo di lividi, evidenziati dalla luce che proveniva dalla finestra alle mie spalle.

<<Mio marito. Mi ucciderà se mi trova>>, dissi, mordendomi il labbro inferiore.

<<Non ti farà del male>>, disse con determinazione. <<Me ne assicurerò io>>, aggiunse, corrugando le sopracciglia.

Alla fine, sì, quella risultò essere una sorta di divinità per davvero. Il suo nome era Thena (non Athena, come la dea greca. Solo Thena, ma altrettanto combattiva e altrettanto abile e bella). Viveva in quella piccola casa con un'altra divinità: Gilgamesh. Da quello che mi avevano raccontato, erano degli Eterni, ovvero degli esseri che avevano il compito di proteggere la Terra ed aiutare gli umani a progredire. Erano arrivati in dieci, compiuto la missione per cui erano stati inviati e siccome non erano potuti ritornare sul loro pianeta, il loro leader (Ajak) aveva deciso che ognuno poteva prendere la propria strada. Da allora, non avevano più sentito gli altri né sapevano dove fossero. Ed io che sarei dovuta restare con loro solo per una notte, decisi di non andarmene. Non credevo di aver bisogno di pace e di armonia, ma stare con loro mi aveva permesso di scoprirlo e di comprendere che il silenzio poteva essermi più utile per guarire rispetto al rumore della città che tanto credevo di volere. 

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