Zulema Zahir/Reader

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Goodbye

Se non avete visto "El oasis", forse è meglio non leggerla perché spoilera una cosa importantissima (ma ormai già lo sanno tutti, perciò).

Finalmente, dopo tutto quel tempo passate lontane, ci saremmo viste di nuovo. Avevamo passato gran parte dei nostri giorni a scriverci, poiché per Zulema era pericoloso persino comprare un telefono. Da quando era uscita da Cruz del Norte e Macarena era andata a prenderla, Zulema si era messa nuovamente nei guai e la polizia cercava entrambe da anni ormai. Pensavo che si fosse innamorata del carcere, perché soltanto un idiota avrebbe cominciato a fare delle rapine nemmeno tre mesi dopo aver riacquistato la libertà. 

Nonostante ciò, continuava ad essere l'unica donna che desideravo nella mia vita e non vedevo l'ora che mi raggiungesse per vivere insieme il resto della nostra vita. Questa volta, nessuno ci avrebbe trovato e saremmo state felici: Macarena col suo bambino e io con lei. In quella vecchia casa in Marocco, aspettavo con ansia che l'elicottero arrivasse portandomi la donna per le quale avevo perso la testa. Era da quasi un mese che preparavo tutto con cura, assicurandomi di prendere le cose che più sapevo le piacessero e...quella casa sarebbe stata nostra. 

Come se il destino mi stesse mandando uno strano segnale, alla radio cominciò la canzone che suonava il giorno in cui ci incontrammo. Ben quattordici anni prima.

Hey there, Delilah
What's it like in New York city?

Mi guardai intorno, cercando di comprendere chi stesse ascoltando quella canzone abbastanza vecchia.I miei occhi si posarono su una donna dalla pelle pallida e dei corti capelli neri. Stesa al sole, aveva gli occhi chiusi e accanto a lei c'era una piccola radio che immaginai non avesse comprato qui in Marocco. Dalla carnagione, avrei pensato che fosse una turista in visita, ma c'era qualcosa nei suoi lineamenti che mi diceva che apparteneva a questa terra molto di più di quanto non lo facessi io, che ci vivevo da quando avevo sei anni. 
Mi avvicinai a lei, attirando subito la sua attenzione. Restai sconvolta davanti a quegli occhi verdi che mi osservavano curiosi, ma anche un po' sospetti e mi sembrò che tutto il mondo si fosse fermato in quel preciso istante. 

<<Succede qualcosa?>>, chiese con un fluente accento arabo. Scossi la testa, sorridendole in maniera rilassata. Non sapevo se stavo cercando di tranquillizzare lei oppure me stessa. 

<<Passo tantissimo tempo su questa spiaggia, ma non ti ho mai vista>>, le dissi, sedendomi al suo fianco sulla sabbia. Lei inarcò un sopracciglio, osservando la piccola casa bianca alle sue spalle. 

<<Da quanto abiti lì?>>, disse. Mi domandai come facesse a sapere che proprio quella fosse casa mia, ma immaginai che fosse una deduzione dovuta al fatto che era l'unica casa nei paraggi ed io non ero di certo in costume per fare un bagno. 

<<Solo un paio di mesi. Dicono che ci hanno arrestato delle fuggitive in quella casa. Sarebbe figo, non trovi?>>, domandai, sedendomi al suo fianco. Un sorrisetto misterioso si formò sulle sue labbra. 

<<Come ti chiami?>>.

I'm a thousand miles away
But, girl, tonight you look so pretty
Yes, you do

Zulema era di origine araba, ma in giovane età si era trasferita in Spagna. Non mi aveva detto nient'altro di lei, eppure le permisi di restare in casa mia e ben presto, di dormire nel mio letto. Qualcosa mi diceva che quella donna nascondeva un grande segreto, ma aspettavo che fosse lei a dirmelo. 

<<Di nuovo questa canzone?>>, chiesi, divertita. Era impossibile che, puntualmente, la stazione radio sulla quale aveva deciso di fermarsi riproducesse sempre questa canzone. Era sicuramente passata di moda, per quanto carina, perciò mi chiedevo per quale motivo continuassero a metterla. Zulema alzò le spalle, non dando molta importanza alla cosa.

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