CAPITOLO 12

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Pov jimin

<bene bene chi abbiamo qui?> disse un ragazzo, ovviamente più alto e più muscoloso di me.

<che ci facevi qui?> chiese un'altro praticamente schiacciandomi contro la rete di una qualche recensione.

<allora?! Ci spiavi?> chiese un'altro.

Stavo letteralmente tremando di paura, erano intorno a me e mi tenevano con le spalle bloccate.

<hai preso la lingua?> mi beffegiarono.

<v-vi p-prego> cercai di dire provando a liberarmi ma erano più forti.

<la-lasciatemi...> dissi, sentì gli occhi inumidirsi e tremai ancora di più abbassando la testa.

<sei così viziato! Guarda che telefono> disse uno prendendomi il cellulare dalla tasca.

<lasciatelo!> disse una voce bassa, era taehyung, l'avevo riconosciuta.

<ma V ci stava spian-> il ragazzo che stava parlando venne interrotto sempre da tae.

<ho detto di lasciarlo!> disse ancora avvicinandosi al gruppo.

Loro mi lasciarono e io andai, o meglio corsi, verso taehyung mettendomi dietro di lui stringendogli un braccio.

<il telefono!> disse allungando la mano in avanti e farsi dare il mio telefono.

<ci stava spiando non pensi sarà di una banda?> disse uno.

<no! Lo conosco tranquilli> disse.

Mi portò dentro la recinzione seguito poi dagli altri.

<s-scusa se s-sono qui...> dissi a lui abbassando la testa asciugandomi gli occhi lucidi con la manica.

<non fa nulla, tranquillo> disse sorridendomi <ti accompagno a casa ok?> chiese e io annuì.

Prese lo skate e avvisò i ragazzi che stavano qui uscendo poi insieme a me.

<perché sei venuto?> chiese durante il tragitto verso casa.

<i-io.. Scusa non v-volevo dare f-fastidio> abbassai la testa.

<ti ho chiesto perché!> disse ancora.

<n-non ero mai andato lì e v-volevo sapere c-che fa-facevate> mi sentì veramente un deficiente in quel momento.

Eravamo arrivati davanti casa mia, davanti il cancello.

<potevi farti male!> disse sempre con lo stesso tono di voce ma sembrava leggermente più preoccupato.

<se non ci fossi stato io o il mio gruppo che ti conosce saresti finito male!> esclamò.

<n-non facevo nulla di-di sbagliato...>

<quelli come noi non si fidano di quelli come te! Non...> sospirò <non voglio ti faccia male per qualcuno come me>

<perché parli così?> chiesi in un'attimo di coraggio <p-parli di quelli c-come me e come te c-come se fossimo diversi..> mi faceva male sentire come prendeva le distanze anche se mi piaceva sentire come si preoccupava.

<jimin... Noi siamo totalmente diversi! Quelli come te schifano quel->

<ti prego n-non dirlo> lo interruppi <i-io non ti schifo.. Perché dovrei?> chiesi.

<JIMIN!> urlò una donna uscendo fuori dal porta d'ingresso, era mia madre.

Non gli diedi retta e continuai a guardare taehyung.

<è meglio se vado!> disse girandosi ma io lo bloccai da un braccio.

<n-non mi hai risposto...>

<JIMIN VIENI SUBITO QUI!> urlò ancora mia madre.

<devi andare anche tu> mi fece notare.

<non mi interessa di mia madre... voglio, voglio s-sapere perché!> dissi.

<perché non sono una buona compagnia!.. Non volevo metterti in mezzo con i piedi piatti e non volevo nemmeno che le altre bande se la prendessero con te poco fa!> disse quasi come se fosse arrabbiato con se stesso.

<mi dispiace> disse ancora, questa volta lo disse quasi in un sussurro.

Ero rimasto senza parole...

<ma non-> cercai di dire ma non mi diede il tempo.

<vai dentro sennò tua madre si arrabbia...> disse facendo un sorriso forzato e andando via sopra il suo skateboard.

Rimasi immobile a guardarlo, in quel momento mi resi conto di provare più di un sentimento di sola attrazione fisica, mi piaceva tutto di lui... E questo mi faceva star male sapendo volesse starmi lontano.

<jimin tesoro...> mi chiamò mamma venendo affianco a me.

<scusa, entro subito...> dissi abbassando la testa e facendo un passo verso la casa.

<aspetta! Mi vuoi dire prima cosa è successo?> chiese <chi è?> fece ancora.

<nessuno mamma>

<jimin tesoro... Non mi sembra che sia niente e.. Anche per lui> disse.

<che vuoi dire?> chiesi.

<che mi sembrava dispiaciuto e sembrava si sentisse in colpa, non so che è successo ma sembra che a te importi molto di lui> disse e con l'ultima frase fece un sorriso.

Alzai la testa di scatto preoccupato.

<jimin non c'è problema per me... L'avevo già capito> mi abbracciò.

Quasi non mi misi a piangere.

<dai parliamone dentro.. Tuo padre non è ancora uscito da lavoro> mi portò dentro e ci sedemmo sul divano dell'enorme salone.

<allora?> chiese invitandomi ad iniziare la conversazione.

GLI OPPOSTI SI ATTRAGGONO ¦vmin¦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora