CAPITOLO 50

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Pov jimin

<tu hai capito qualcosa?> chiese lisa entrando nella sala.

Negai con la testa.

Mi preoccupai per i due poliziotti... Magari papà li conosce e magari gli dicono pure che io stavo guardando...

Oddio e se poi scoprono dove vanno sempre e li arrestano o li menano come hanno fatto ieri con tae?

Frenai tutti i miei pensieri con l'inizio delle prove.

Era il penultimo giorno di prove quindi doveva essere tutto perfetto.

Finimmo ed uscimmo.

<com'è andata?> chiese tae venendomi ad abbracciare.

<tutto bene> gli sorrisi.

Io e lui ci incamminammo verso casa mia.

<senti... Volevo chiederti una cosa ma se pensi che sia troppo presto dimmelo tranquillamente..> sembrava agitato.

<si ok.. Dimmi> gli sorrisi aspettando curioso.

<beh... Vuoi... Cioè vorresti metterti con me come fidanzati, oddio non sono bravo con queste cose ma vorrei fossimo realmente fidanzati invece che frequentarci perché-> lo bloccai prima che iniziasse a parlare a vanvera.

Lo abbracciati baciandolo.

<è si?> chiese speranzoso come se non avesse capito il mio pensiero.

<ovvio che è si!> risposi.

Mi prese di peso abbracciandomi.

<scusa se ora ti sembrerò anche bipolare dato il mio comportamento con i piedi piatti ma.. Ti amo> mi baciò a stampo.

Quasi non mi venne da piangere.

<anche io... Ansi io di più> mi attaccai alle sue labbra ancora.

Alla fine riuscimmo ad arrivare a casa mia.

Mi lasciò lì con un sorriso a trentadue denti mentre si mise sopra il suo skate andando via.

Entrai a casa e mi accolse mio padre.

<ciao papà> lo salutai.

<ciao! Come mai così felice?> chiese.

<no non.. Non sono felice perché dovrei?> dissi per poi maledirmi mentalmente.

<se non sai tu il motivo per cui sei felice> ridacchiò.

Risi anche io scappando poi in camera mia.

Mi feci una doccia per poi rimanere in camera non volendo affrontare degli argomenti irritanti per me, quindi scuola e parlare di tae al femminile...

Mamma arrivò a casa e ci mettemmo tutti a tavola a mangiare.

<com'è andata a lavoro tesoro?> chiese mamma giusto per iniziare una conversazione.

<tutto bene, più che altro dei miei amici in centrale sono preoccupati> disse.

<come mai?> chiesi, sapevo già il motivo.

<non ho capito molto bene ma hanno parlato di un gruppo di ragazzi che fanno casino...> iniziò <credo centri anche quel ragazzo di cui parlavamo a cena con-> non lo lasciai finire.

<che hanno detto?> domandai.

<oh beh... Solo che sono pericolosi, poi dicono che c'è il "capo"> e mimò le virgolette <che è il più aggressivo ed è quello che mette più paura ai poliziotti>

<eppure gli rompono sempre le scatole> pensai sbuffando.

<poi hanno dei giacchetti tutti uguali quindi si riconoscono per strada> annuì convinto.

<un pò di educazione i genitori potevano pure dargliela.. O almeno il non dare fastidio agli altri> affermò quasi schifato.

<alcuni possono non avere un esempio da seguire> borbottai a bassa voce.

<che?> domandò papà.

<nulla nulla> scossi la testa.

<comunque meglio non averci nulla a che fare con quelli, saranno anche dei drogati> commentò.

<non sono come li descrivi te e i poliziotti!> dissi arrabbiato alzandomi da tavola.

<calmati non arrabiarti! Non sto parlando della tua ragazza!> affermò papà io mi girati andando via.

Quanto avrei voluto dirgli che stava parlando proprio di quella che pensa sia la mia ragazza...

Mi intanai in camera sedendomi sul letto.

Subito dopo si sentì un bussare leggero.

<chim posso entrare?> chiese mamma da fuori la porta.

Acconsentii e lei si mise affianco a me sul letto.

<perché ti sei arrabbiato così tanto?> domandò andandomi ad accarezzare la schiena.

<io non ce l'ho fatta a contenermi... Stava iniziando a dire cattiverie su di loro e->

<tranquillo ok?> la abbracciai scoppiando a piangere.

<stava parlando di lui vero?> chiese dopo l'abbraccio.

<si... Non voglio che abbia l'idea della mia "ragazza" giusta e poi di lui così sbagliata... Sono la stessa persona cavolo!> mi ritrovai a sussurrare l'ultima frase.

Mamma mi riabbracciò ancora.

Rimanemmo li per quasi mezz'ora in silenzio mentre pensavamo entrambi che papà stava di sotto non interessandosi alla mia agitazione.

Mi lasciò poi in camera e io con il mal di testa dovuto al pianto mi addormentai.

GLI OPPOSTI SI ATTRAGGONO ¦vmin¦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora