CAPITOLO 66

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Pov jimin

Mi svegliai sentendo la sveglia.

La pensi e mi misi seduto mentre prendevo il telefono di fianco a me.

Vidi che stavo ancora in chiamata con tae e vedendolo con il telefono probabilmente posato e lui che stava seduto appoggiato allo schienale del divano sorrisi.

Stava dormendo ed aveva una mano al lato della testa appoggiando il gomito sul bracciolo del divano.

Lo continuai a guardare un pochino per poi iniziare a chiamarlo.

<hyung> lo chiamai.

<tae..> dissi di nuovo.

<mm..> mugugnò per poi aprire gli occhi.

Ridacchiai.

<giorno piccolo> salutò con voce ancora più roca dato l'essersi svegliato ora.

Mi morsi il labbro inferiore per poi vederlo muoversi probabilmente sistemandosi.

<come stai?> chiese.

<sto meglio... Grazie> risposi <tu come stai?>

<sto bene piccolo> sorrise.

Due minuti dopo chiudemmo la chiamata per poterci cambiare più velocemente e poi uscii da casa seguito da papà che anche oggi voleva accompagnarmi a scuola.

<buona giornata jimin> mi salutò papà <dovrei tornare prima io della mamma> mi avvertì.

<ok> risposi solamente scendendo poi dalla macchina.

A scuola passarono in fretta le ore e non ero stato troppo attento.

Quando sentii la campanella per la fine delle ore suonare, uscii e mi incamminai tranquillo verso casa.

Sarei uscito un paio d'ore dopo per andare a danza.

Ero da solo dato che lavoravano tutti e due i miei genitori oggi.

Avevano orari molto flessibili per cui lo sapevo solo il giorno prima se sarebbero stati a lavoro tutto il giorno oppure sarebbero rimasti a casa.

Ero quasi arrivato a casa quando una forte presa sui fianchi mi fermò la camminata facendomi irrigidire.

<hey> mi disse la persona che mi aveva bloccato parlando nel mio orecchio, voce bassa ed inconfondibile.

<mi hai fatto prendere un colpo!> esclamai mentre mettevo le mani sopra quelle di taehyung cercando di liberarmi.

<non mi vuoi nemmeno salutare?> chiese sempre nel mio orecchio facendo appoggiare la mia schiena sul suo petto e addome e di conseguenza il mio sedere con la sua intimità.

Chiusi un'attimo gli occhi beandomi del contatto con lui per poi staccarmi e andarlo ad abbracciare.

<avevi detto che venivi dopo danza...> dissi.

<i ragazzi avevano da fare e ho deciso di venire prima> affermò per poi baciarmi la guancia.

Lo presi per mano e continuai poi a camminare verso casa mia.

Entrò e gli feci posare tutto in camera mia così che se papà fosse tornato prima che tae era andato via, non l'avrebbe visto.

Posò lo skate ai piedi della mia scrivania affianco al letto per poi sedersi su di esso.

Andai ad abbracciarlo mettendomi sopra di lui, volevo il suo contatto.

Volevo sapere che c'era...

GLI OPPOSTI SI ATTRAGGONO ¦vmin¦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora