CAPITOLO 103

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Pov jimin

<insomma io sono pieno più delle altre volte e tu no> mi lamentai.

Io ero ricoperto di lividi e succhiotti mentre tae questa volta non aveva nemmeno i segni delle mie unghie sulla schiena.

<come io sono tuo, tu sei mio vero?> domandi guardando il maggiore.

Lui sorrise e annuì.

<fammi tutti i segni che vuoi piccolo> disse e io mi iniziai a fiondarmi sul suo collo ma mi bloccò.

<non esagerare! Ti ricordo che nemmeno riesci a stare in piedi e sotto sono arrivati i tuoi zii>

Mi morsi il labbro inferiore e annuii.

Iniziai a macchiare il collo di tae di succhiotti sparsi mentre sentivo il suo respiro nelle mie orecchie.

Allacciai le braccia al suo collo e morsi un lembo di pelle sotto il suo orecchio andando poi a succhiare.

Lo sentii irrigidirsi ma mi lasciò fare.

Continuai facendogliene un'altro più grande, un pò più sotto il punto di prima e lo sentii gemere.

<dio-ah> gemette mandando la testa indietro.

<è la prima volta che ti lasci fare così tanti succhiotti> dissi staccandomi.

<in genere non mi lasci il tempo nemmeno di respirare!> mi "lamentai".

<come se ti dispiacesse> mi peccò e io sorrisi.

Andai dall'altra parte del collo cercando lo stesso punto debole che avevo trovato prima.

Questa volta quando lo trovai andai ad accarezzare anche la base dei suoi capelli.

<baby adesso basta> mi fermò e io mi imbronciai.

<mi sta piacendo, fin troppo aggiungerei> disse e io baciai le sue labbra sorridendo guardando il suo collo ora pieno di succhiotti che iniziavano a prendere un colore rossastro.

<sotto ci stavano anche i miei cugini?> domandai, i cugini dalla parte di mio padre non li avevo mai sopportati.

<non lo so non li ho visti> disse e mi accarezzò i capelli.

Annuii e mi stesi sul letto, la tachipirina aveva iniziato a fare effetto e il dolore era diminuito.

Insieme a me si stese anche tae e in poco tempo mi riaddormentai sentendo anche tae cadere nelle braccia di morfeo.

Pov tae

Mi svegliai sentendo dei muovimenti nella stanza.

Aprii gli occhi vedendo jimin intento a prendere dei pantaloni e una maglia.

<scusa non volevo svegliarti> parlò il minore venendo sul letto con una maglia nera e un pantalone beige.

<tranquillo> dissi sedendomi sul letto passandomi una mano tra i capelli.

<mi aiuti a metterla?> domandò facendomi vedere un tubetto di pomata.

<cos'è?> chiesi e lui mi passò la scatolina.

<è un'antidolorifico ma per i lividi> spiegò passandomi anche il tubetto <l'ho perso per via della danza ma lo uso anche dopo che l'abbiamo fatto..>

<vieni> lo presi per mano e gli tolsi l'accappatoio.

Iniziai a mettere la crema sui suoi fianchi e sulle sue cosce cercando di essere il più delicato possibile, lo misi poi sui polsi facendolo poi girare.

<hai un culo così perfetto!> affemai mordendomi il labbro.

La tentazione di dargli un'altra sculacciata era altissima.

Jimin non rispose ma gemette di dolore quando quando provai ad applicare la crema sul suo sedere.

<ah! No fa male> si spostò e io gli presi la mano.

<è solo un'attimo> cercai di farlo avvicinare.

<m-ma fai piano> disse e io annuii.

<fai prima il collo> affermò prima che io potessi ritoccarlo.

Annuii e spalmai la crema sui segni della mia mano per poi iniziare a fare lo stesso sulla parte del sedere di jimin meno livida per fargli meno male.

<scusa piccolo resisti un pò> dissi quando lo sentii lamentarsi.

Quando fini una parte lo baciai iniziando a fare quella più dolorosa.

<dopo ti do tanti bacini> dissi cercando di farlo ridere o distrarlo dal dolore.

Finii velocemente e accarezzai la schiena del mio piccolo.

<fa tanto male?> domandai cadendo i suoi occhietti lucidi.

Mi sentivo male a vederlo così.

Lui annuì e si avvicinò di più a me.

<ora me li dai tanti bacini?> domandò, sembrava uno di quei bambini a cui prometti le caramelle se fanno i bravi dal dottore.

<vestiti e te li do> dissi.

Lo aiutai e una volta finito iniziai da dargli piccoli bacini sulle guancie e sulle labbra.

<devo prendere un'altra tachipirina> afdermò e questa volta decise di scendere lui per salutare gli zii.

Andai con lui e circa a metà scale si bloccò.

<devo coprire almeno i lividi e succhiotti sul collo> sussurrò ma nulla... Non fece in tempo a girarsi e a tornare in camera che la porta di ingresso si aprì e due voci diverse chiamarono jimin.

Ipotizzai i suoi cugini per via dell'espressione da "ti prego ucchidimi" che mi lanciò prima di girarsi e salutare entrambi con un saluto da lontano.

<muoviti e vieni a salutare i tuoi cuginetti!> affermarono e jimin iniziò, contro voglia, a scendere le poche scale che li dividevano.

A jimin non stavano tanto a genio anche se per il momento non avevo ancora capito il motivo.

GLI OPPOSTI SI ATTRAGGONO ¦vmin¦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora