CAPITOLO 17

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Pov tae

Avevamo appena finito il giro del museo è stavamo andando verso i pullman, ci dividemmo nelle due classi ed entrammo.

Arrivammo a scuola e scendemmo dal pullman andando ogniuno per conto proprio.

<andiamo dai ragazzi?> chiese kook.

<tu vai io vado a prendere i libri a mio fratello> dissi sperando che mio padre non fosse a casa.

<vuoi che venga con te?> chiese.

<no tu vai ti raggiungo lì> dissi.

Ci salutammo e andammo in due direzioni diverse.

Mi trovavo davanti la porta, non sentì nessun rumore provenire da dentro quindi pensai non ci fosse nessuno.

Entrai tranquillo e presi i libri di mio fratello ma appena uscì dalla stanza
mi trovai mio padre davanti.

Io cercai di andarmene ma mi sbatté al muro mettendosi davanti a me bloccandomi.

<tuo fratello perché non è tornato dopo scuola?> chiese.

<in realtà dovresti dire tuo figlio!> dissi, ogni volta diceva "tuo fratello" mi saliva un'urto addosso inimmaginabile.

<allora dov'è?> chiese ancora con fare arrogante sbattendomi un'altra volta contro il muro.

Ormai era prassi.

<non lo so e non ti dovrebbe interessare> ripetei quello detto già in chiamata.

A questo punto mi diede un pugno in faccia, ne ricevevo abbastanza da lui sopratutto quando era ubriaco e non si portava nessuna ragazza a casa.

Mi diede un pugno dopo l'altro e non reagì, l'unica volta in cui l'ho fatto ha picchiato seojun e non potevo permetterlo.

Si stancò quasi subito e direi fortunatamente mi lasciò.

Avevo sicuramente uno zigomo già livido e del rossore al lato del labbro, probabilmente anche quello domani sarebbe diventato un livido.

Iniziò, per non so quale motivo, a rompere le bottiglie di birra che aveva bevuto prima del mio arrivo dato che dai cocci rotti si sentiva ancora l'odore di birra..

Mi affrettai ad uscire ma me ne lanciò una contro, fortunatamente mi colpì di striscio la guancia.

Prima che me ne tirasse un'altra mi chiusi la porta d'ingresso alle spalle uscendo da quel condominio malandato.

Chiamai mio fratello per sapere da chi era e per evitare di farmi vedere in queste condizioni gli lasciai i libri davanti la porta.

Mi chiamò subito dopo per sapere perché non lo avessi salutato e mi inventai una scusa a caso abbastanza credibile, o almeno spero..

<rimani a dormire dal tuo amico ok?> dissi, lui rispose positivamente.

<io vado da uno dei ragazzi quindi non preoccuparti> dissi per poi riattaccare.

Mi diressi verso la zona ricca con estrema calma, non mi interessa andare di fetta o roba simile, volevo solo camminare tranquillo e magari non pensare al dolore che adesso persisteva in tutto il corpo, sopratutto sul mio fianco destro dove gli faceva comodo colpirmi.

Arrivai praticamente davanti ai ragazzi e mi stesi per terra senza badare alle loro domande o preoccupazioni.

<io te l'avevo detto di non andarci!> esclamò kook.

<tranquillo kookie sto bene> dissi mettendomi seduto.

<non è vero! Non ti sei nemmeno accorto che ti esce ancora sangue da quella ferita> disse quasi sgridandomi.

Mi portai un dito sotto la ferita ed effettivamente era vero.

Stetti lì dopo aver spiegato quello che era successo ai ragazzi che non rimasero sorpresi e dopo un paio d'ore tornarono a casa mentre io rimasi lì dicendogli di voler tornare con calma.

Mezz'ora dopo mi alzai e ricordandomi di aver visto una fontanella qua vicino, mentre accompagnavo jimin a casa, andai lì almeno per sciacquarmi il taglio e per non camminare con del sangue secco per metà faccia.

Erano, ad occhio, circa le sei.

Vidi la fontanella e mi bagnai un pò le mani per poi passarle intorno al taglio pulendo il sangue.

Me ne fregai se l'acqua potesse essere non potabile ma iniziai a berla per levare il leggero sapore ferreo del sangue.

<lo sai che non è potabile?!> disse qualcuno alle mie spalle, ero felice di sentire quella voce ma non volevo farmi vedere così da lui quindi rimasi girato di spalle.

<pensavo che tua madre ti avesse rintanato dentro casa dopo averci visto insieme> dissi a jimin.

In un primo momento dopo aver detto questa frase volevo se ne andasse ma ora speravo solo di sentire la sua voce parlare ancora.

<sono andato a danza e comunque no! Non mi ha rintanato in casa anzi> disse, sembrava sia arrabbiato dalle mie parole sia preoccupato.

<cosa... Ci fai qui?> chiese subito dopo.

<stavo facendo un giro> dissi rimanendo vago.

<t-tuo fratello si è preoccupato... Prima mi ha fermato davanti la scuola di danza chiedendomi se ti avessi visto> parlò, anche lui sembrava preoccupato.

<gli ho detto di stare tranquillo e l'ho fatto calmare m-ma non ho capito molto>

<grazie per aver calmato seojun> dissi solamente.

<dobbiamo parlare senza guardarci in faccia?> disse irritato probabilmente anche perché gli stavo parlando in modo freddo.

Io non mi girai rimanendo fermo.

<ti-ti dò fastidio?> chiese.

Sembrava si fosse avvicinato.

<non mi dai fastidio> dissi sincero.

Mi dispiaceva sentirlo così... Non volevo si preoccupasse anche se mi piaceva questa cosa.

<allora perché sembra di si? Girati!> disse.

Mi girai quasi titubante e abbassai lo sguardo, non volevo guardarlo direttamente e quasi non mi stupii di me stesso.

Mai mi sarei pensato di fare questo gesto con qualcuno, qualche volta capitava che sviassi il discorso, ok.. forse più di qualche volta ma mai di evitare il contatto visivo per non guardare la reazione dell'altro...



Ringrazio ChiaraMoceri6 per avermi aiutato in questo capitolo.

GLI OPPOSTI SI ATTRAGGONO ¦vmin¦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora