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Le ore passarono, non in fretta, ma passarono, ed al momento della ricreazione Lauren non poté far a meno di scappare da quella classe dove il più educato dei suoi compagni l'aveva solo salutata senza provare a rimorchiarla, tutti gli altri l'avevano guardata e squadrata proprio nello stesso modo in cui aveva fatto Ruby. Sapeva di essere bella, quando era a Miami era la più bella della sua scuola, ma non le era mai piaciuto ricevere complimenti ed apprezzamenti poco puliti da parte delle persone, odiava chi lo faceva e per quanto le costasse ammetterlo, l'unica ad esser tornata al suo posto quando lei le aveva chiesto di farlo e che comunque le si era rivolta con meno spudoratezza rispetto agli altri era stata Giorgia, la sua compagna di banco.

Quella ragazza, parlava con tutti, era socievole e gentile con chiunque, ma a lei non le rivolgeva più parola, d'altro canto le era stato imposto di far così, stava solo seguendo le regole, e Lauren non sapeva se lo facesse per compiacerla o per rispettarla davvero. Tuttavia però ne era stata contenta, aveva passato la mattinata ad ascoltare la musica e scrollare instagram dal telefono, Giorgia non le aveva dato fastidio e dal suo posto non aveva fatto altro se non iniziare e finire un disegno; aveva ritratto un leone ruggente e con la coda dell'occhio Lauren l'aveva osservata per tutto il processo di creazione, era minuziosa e precisa, se anche solo una cosa non le quadrava, lei ricominciava da capo. Le era venuto bene, davvero bene, poi ripassato con la penna a china e sfumato, sempre con quest'ultima, dava a chi lo guardava la sensazione di star sbucando fuori dal foglio.

Anche Lauren amava disegnare, le piaceva l'arte, ed era anche brava ma non così precisa come lo era la sua compagna.

Scese le scale, fino ad arrivare il cortile ed andò a sedersi su di un muretto, in un una parte dove sembrava esserci meno affollamento e dove le persone erano meno propense ad andare e scelse quel posto proprio per tale motivo. Da lì vedeva quasi tutto lo spiazzale e poteva studiare ogni dinamica all'interno di esso, a partire da chi limonava e strusciava sotto gli alberi, a chi si passava erba ed anche a chi si faceva qualche sega; vedeva quella scuola più come un riformatorio che come un edificio educativo, ma vabbè, lei era l'ultima a poter parlare.

Ai suoi piedi vi era una moto di colore nero opaco, molto bella ed anche molto grande, sui cavalli non ne avrebbe giurato numero ma al contrario avrebbe giurato che chi la guidava doveva essere una persona molto forte e molto possente perché immaginava non fosse semplice gestire i comandi di quella bestia. Guardandola, le ricordava incredibilmente la moto di Ty, dello stesso Ty che lei però voleva dimenticare.

Nel momento in cui il suo cervello connesse l'immagine di quella moto a quella della sagoma della persona che più al mondo l'aveva fatta soffrire, una raffica di adrenalina le invase il corpo, insieme alla rabbia ed insieme al disprezzo, dovette accendersi una sigaretta per provare a placarla perché si sa che la nicotina è uno dei calmanti migliori al mondo. Prese il pacchetto e l'accendino, subito dopo posò una Marlboro tra le proprie labbra e fece per accenderla, peccato che però non ci riuscì, il troppo vento le spegneva la fiamma.

-" Merda .."- imprecò sotto voce. Aveva bisogno di fumare e non poteva non fare avere al suo corpo la nicotina necessaria per affrontare altre tre ore, doveva accenderla. Le lezioni lei non le aveva seguite, si era limitata solo a presentarsi agli insegnanti quando entravano in classe ma se le fosse stato chiesto di quale materia fossero essi i docenti, lei non avrebbe saputo rispondere.

Uno, due, tre, quattro scatti e l'accendino ancora non dava segni di vita, provò a circondarlo con una mano facendogli da riparo per il vento ma niente, non funzionava.

-" E dai, non adesso ..."-

Stava per arrendersi, stava per incazzarsi, ma prima che scendesse dal muretto per andar via, le fu messo un altro accendino davanti agli occhi.

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