Nonostante fossero passati anni, nonostante fosse cresciuta, nonostante tutto fosse passato, e nonostante non fosse lì per quello, quegli ambienti con le pareti bianche riempiti di macchinari, appannati dall'odore di disinfettante e tristi tanto quanto il film di Bambi, continuavano ad opprimerla, e farle sentire il terreno a mancarle da sotto i piedi, a farle tremare le gambe ed a farle terribilmente paura.
Era ancora una bambina l'ultima volta che era stata lì, l'ultima volta che il suo corpo si era ritrovato all'interno di una camera tanto bianca quanto vuota di emozioni ma piena di bip intermittenti; non era ancora pronta a ritornare lì, aveva il timore di doverci nuovamente rimanere ed anche solo l'idea di quello le era bastato per ignorare ogni anno le mail e le lettere da parte dell'ospedale per i controlli periodici.
Ne aveva lasciati correre sei, ogni volta che si avvicinava gennaio, lei cominciava a spulciare la cassetta delle lettere ogni mattina per trovare quella fantomatica da dover eliminare prima che sua sorella e suo padre la potessero vedere e prenderla, forzando poi lei ad andare a controllo; ma quell'anno stava essendo diversa la cosa, non poteva più ignorare quella richiesta di controllo da parte dei medici, ne sentiva il bisogno lei in prima persona....Faceva paura, tremava al pensiero di quelle cazzo di clip attaccate al suo torace e quel fare entra ed esci dal tubo della tac, ma ne aveva bisogno. Sarebbero potuti essere tutti quei caffè e quelle monster che beveva, poteva essere l'ansia e lo stress dovuti alla mole di studio che ogni giorno doveva affrontare per arrivare agli esami un minimo preparata, fatto sta che il suo cuore in quel periodo batteva ad una velocità e con una frequenza smisurati che non erano soliti a lei così come le apnee notturne ed i blocchi respiratori.
Non aveva ancora detto niente a nessuno, né suo padre né sua sorella né Lauren avevano idea di questa cosa, non voleva farli preoccupare, a modo suo.
-" Signorina Grande..."- l'infermiera Rose si presentò nella sala d'aspetto del cardiologo del reparto e mettendo una mano sulla spalla di Giorgia richiamò la sua attenzione precedentemente intrattenuta dalla pioggia che cadeva fuori dalla finestra e che stava andando a bagnare tutta la sella della sua moto.
-"....Giorgia, è il tuo turno "- le disse ancora notando come al primo richiamo la ragazza non sembrava averla sentita. La nera si voltò, accorgendosi di come la saletta, precedentemente piena, si fosse completamente svuotata e lei fosse sola. Vi erano circa una decina di persone prima di lei, come potevano aver già finito tutti di farsi visitare ? Quanto tempo aveva passato là dentro ?
Annuì, subito dopo guardò lo schermo del cellulare giusto per capire l'orario e si rese ben presto conto che quella che per lei poteva essere meno di un'ora scarsa persa ad aspettare il suo turno, in realtà erano quasi tre. Era entrata in ospedale che erano meno delle 10 del mattino ed a quel punto si stava avvicinando l'ora di pranzo.
Prese un profondo respiro, e segui l'infermiera Rose, che già a tempo debito lei aveva conosciuto, lungo il corridoio buio, freddo e glaciale di quel reparto che oramai lei conosceva a memoria ma che avrebbe nettamente preferito evitare. Era sempre lo stesso, i colori delle porte sempre uguali così come il nomi sulle targhette affisse su di esse, non vi era medico tra quelli, con i quali lei non avesse avuto una visita in passato, nessuno di loro che non avesse esaminato un suo referto.
-" Vedo che qui la pensione tarda ad arrivare "- disse a Rose con tono leggermente nervoso ed impaurito. Non voleva farlo a vedere ma si sentiva a disagio nello stare lì, aveva timore nell'esserlo. Teneva una mano stretta intorno al gomito dell'altro braccio ed i suoi occhi, tre quarti delle volte allegri, adesso erano spenti, tanto spenti.
Rose sorrise leggermente e le fece una carezza sul braccio; la ricordava diversa quella ragazza, con i capelli biondi e con qualche tatuaggio di meno, ma certamente non si era stupita di ciò, immaginavano tutti lì dentro, che l'animo ribelle di quella bambina, dall'apparenza innocua che nascondeva le pillole sotto il cuscino per non prenderle, prima o poi si sarebbe fatto vedere in tutta la sua interezza. E poi le piaceva il suo stile, specialmente le piaceva il suo nuovo colore di capelli.
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IF YOU LET ME
FanfictionLauren aveva smesso di vivere da tanto tempo, la sua esistenza si era ridotta ad essere pura ed estrema sopravvivenza; non aveva più idea di cosa significasse essere qualcuno, lui le aveva tolto ogni cosa e lei credeva che ormai persino di amare no...