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Stringeva la sua mano in modo talmente tanto forte da rompergliela quasi, incastrava le unghie sulla sua pelle lasciandovici i segni e se non fosse stata una delle persone più importanti della sua vita, Giorgia le avrebbe tirato uno schiaffo in faccia per il male che le stava facendo provare.

-" Quindi ?! Quindi ?! "- continuava a chiedere Ariana ansiosa davanti alla notizia che stava per ricevere nello stesso stato di ansia che prova un bambino davanti ai regali di natale ancora chiusi.

-" Senti ..."- disse Giorgia lasciando la mano di sua sorella con prepotenza, a stento sentiva ancora la circolazione -"...io capisco che tu in questo momento sia un fascio di ormoni, che ieri ti sentivi donna ed oggi ti senti uomo, ma io ho già un cuore da dover essere sostituito, ed anche il sangue, ci manca solo che rimango senza una mano "-

Sì scrollò da lei prendendosi un gentilissimo 'vaffanculo' con tanto di dito medio ed una pernacchia, e roteando gli occhi si rivolse a Clara, porgendo la stessa domanda della sorella.

-" Quindi ? Cosa dice il referto ? "-

Clara le guardò alternando tra le due lo sguardo a mo di madre che le stava rimproverando, poi si mise gli occhiali da vista sul naso ed aprì la busta bianca che le era stata appena personalmente recapitata da Carly e proveniente dal laboratorio di analisi.

A differenza degli esami di Daniel, quelli effettuati ad Ariana erano arrivati un po' più in ritardo, difatti solo alle sei della sera successiva all'arrivo di Giorgia in ospedale, la dottoressa Morgado aveva potuto tenerli tra le mani.
La notte trascorsa era stata la prima della ragazza lì, ma quest'ultima da quando era stata sedata non si era più svegliata, e solo nelle prime ore di quella mattina aveva riaperto gli occhi sentendosi ancora abbastanza debole dato tutto ciò che le era successo.

A spiegarle gli avvenimenti precedenti e successivi al suo fermo li, era stata Clara ovviamente, che avevano dovuto lottare contro Giorgia per farla rimanere in degenza. La ragazza aveva urlato dicendo di voler tornare a casa, di non essere assolutamente intenzionata a passare il resto della sua vita in ospedale e che non era lì che voleva morire, ma la mamma della sua ragazza l'aveva letteralmente minacciata, dicendole che se solo avesse provato a mettere un piede fuori dalla struttura sanitaria, non sarebbe più stata il suo medico ed avrebbe impedito a Lauren di frequentarla. E siccome Giorgia di Clara in veste di suocera aveva paura, nonostante non fosse d'accordo, si era ritrovata costretta a tacere ed ad accettare a malincuore il dover rimanere lì, perché che fosse viva o morta non voleva perdere Lauren.

-" È come pensavo "- disse la donna. Si tolse gli occhiali e li appoggiò nuovamente sulla sua scrivania, congiunse le mani e prese un sospiro.

-" Ariana ha una compatibilità maggiore rispetto a tuo padre, e dato che entrambe siete bianche probabilmente se tua madre fosse viva, lo sarebbe ancora di più. Se chi ti ha seguita anni fa fosse arrivato a fare la mia stessa deduzione a quest'ora forse tu non avresti avuto bisogno neanche della capsula al cuore...che idioti "-

Ogni volta che si soffermava a pensare agli errori commessi dai suoi colleghi un decennio prima, a Clara saliva letteralmente l'istinto omicida nei loro confronti. Ai tempi in cui aveva personalmente impiantato la capsula nel cuore di Giorgia, le era stato riferito che tutti i tentativi affinché le si trovasse un cuore compatibile prima di effettuare su di lei l'operazione di impianto, erano stati effettuati ma senza ottenere risultati positivi, e quindi ne la dottoressa ne il resto del suo team di ricerca aveva vagliato l'ipotesi della trasfusione di sangue prima del trapianto, ed ora a distanza di anni, le si corrodevano le mani pensando che se solo si fosse informata di più allora, adesso Giorgia avrebbe sicuramente un cuore nuovo e ben funzionante.

-" Quindi il mio sangue è compatibile ? Potete farle le trasfusioni ? Quando comincerete ? "-

Ariana esultò. I suoi occhi si spalancarono, pieni di gioia e speranza, ed involontariamente riprese la mano destra di sua sorella stringendola come a volerle trasmettere la sua felicità. Era euforica, aveva già messo da parte la paura trasformandola in piena agitazione positiva.

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