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Quando serviva non c'era mai, quando era superflua invece, eccola sempre presente come il prezzemolo nel soffritto a rompere le palle.
In quel momento la presenza di Ariana stava essendo necessaria alla ragazza dai capelli neri che, così come Miriam qualche ora prima, si stava ritrovando esasperata davanti all'armadio aperto lanciando vestiti attillati a destra e gonne striminzite a manca; non le era mai stata particolarmente di aiuto la presenza della maggiore nel momento in cui doveva scegliere cosa indossare, a meno che non scegliessero di uscire di casa con outfit coordinati, Giorgia se l'era sempre vista da sola.

Sapeva vestirsi, aveva il suo stile e non le serviva Ariana, ma quella sera non sarebbe stata una serata qualunque, bensì il suo primo vero appuntamento con una ragazza, la sua ragazza, quella che per la prima volta che aveva fatto venir voglia di averne una, di amarne una. Lauren non era come tutte e nonostante Lauren l'avesse già vista, praticamente in tutte le condizioni possibili ed immaginabili, ci teneva comunque ad apparire davanti a lei come la donna più bella del mondo.
Anche se quel titolo, a suo dire, sarebbe sempre e comunque spettato alla corvina.

-" Papà !!! Sali in camera mia, muoviti !!! "-

Daniel corse, su per la rampa di scale, senza nemmeno pulirsi le mani dalla vernice nera che stava usando per riverniciare proprio la moto di sua figlia. Giorgia glielo chiedeva da tempo e lui, non avendo mai effettivamente del tempo, non era riuscito a farlo, dunque, adesso che aveva preso dei giorni di riposo dal lavoro, si stava dedicando a quello.
Spaventato dalla possibilità che sua figlia potesse essersi sentita male, intimorito dal modo in cui questa aveva urlato, spalancò la porta facendo sì che questa andasse a sbattere violentemente con il muro della camera.

-" Fai piano ! Sennò mi rovini il disegno .."- Giorgia indicò il graffito che aveva fatto sul muro dietro alla porta come se non si rendesse conto che se suo padre l'aveva sbattuta con così tanta violenza il motivo era proprio lei ed il suo urlare così come urla una gallina strozzata.

L'uomo la trovò in piedi, davanti all'armadio, con addosso l'accappatoio e quella che poteva essere una ventina di vestiti, sparsi sul pavimento attorno a lei. Scarpe con il tacco, stivali e décolleté buttate per terra in maniera randomica, borse, pochette e tanto altro sparse sul letto, fecero ipotizzare al padre della ragazza che quest'ultima avesse improvvisamente deciso di buttare tutto e rifarsi il guardaroba. Non se sarebbe stupito dato quanto le sue figlie fossero viziate, ma certamente non sarebbe nemmeno stato contento dal momento che tale cosa accadeva ad ogni cambio stagione.

-" Giorgia sia chiaro, tutto questo è ancora nuovo"- disse indicando tutto quel ben di Dio di roba, alcune cose addirittura con il cartellino ancora attaccato a pendere -" ed io non ho più intenzione di vedere il mio conto in banca svuotato solo perché tu e tua sorella avete le mani bucate. Datevi una regolata !"- la rimproverò.

Permetteva loro di comprare letteralmente tutto ciò che desideravano quando questo era necessario, era disposto a spendere cifre esorbitanti quando qualcosa che sapeva fosse gradito da parte loro si trovava davanti a lui, ma non tollerava quel continuo spendere da parte delle ragazze anche in momenti dove vestiti, scarpe ed accessori non servivano davvero. Giorgia ed Ariana erano capaci di passare interi pomeriggi a fare shopping, che fosse in negozi fisici o online, e per quanto ciò che compravano lo usavano, Daniel non voleva che questo "utilizzo" si limitasse ad un troppo ristretto arco di tempo, sarebbe stato uno spreco e non esisteva. Non erano più delle bambine !

-" Calmati "- gli disse sua figlia mettendo le mani davanti al volto -" Non ho intenzione di buttare via niente, in paradiso non mi servono borse griffate e tacchi vertiginosi, penso che avrò la tunica come tutti gli angeli ..."-

Non credeva in Dio ma per qualche motivo era convinta lo stesso che dopo la morte vi fosse un posto dove le anime, buone o cattive, si riunissero, che si chiamasse paradiso o inferno, era certa che ci fosse. Ed a modo suo, una volta giunta lì, dal momento che continuava ad essere scettica rispetto al fatto di potersi salvare dalla sua malattia, le sarebbe bastata una tunica come quella degli angeli. Era così che credeva fosse Alicia, ovunque lei fosse.

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