35.

115 8 0
                                    

La voglia che in quel momento Ariana aveva di uscire tutti i suoi vestiti dalla valigia ed andarli a sistemare ordinatamente nell'armadio, era paragonabile alla voglia che un bambino di 10 anni poteva avere di studiare a memoria la tabelline piuttosto che guardare la maratona di Scooby Doo in tv, di domenica pomeriggio. Rimaneva sdraiata sul letto, con la faccia rivolta al soffitto mentre scrollava la sua home di instagram senza nemmeno badare davvero alle foto che gli si presentavano davanti; era annoiata ed anche stanca, il viaggio era andato bene ma la mancanza di sono la notte prima l'aveva accusata tutta, inoltre il fatto che sua sorella non avesse fatto altro che stringere la sua mano e piagnucolare non le aveva nemmeno permesso di godersi il film che si era scaricata sul pc.

Non faceva una colpa a Giorgia per quello, capiva e comprendeva la sua paura di volare e certamente non poteva biasimarla, anche lei temeva qualcosa, ed anche lei aveva paura, quindi non la giudicava. Difatti, se mentre la più piccola temeva di viaggiare in aereo, la più grande aveva la fobia di salire sulle navi; le piaceva andare in barca in giro attorno a Maui, ma l'idea di dover stare su di una barca, tipo un traghetto, sommersa da persone che, nel caso di affondamento, pur di salvarsi, avrebbero mollato chi non conoscevano, in mare come vittime sacrificali, le faceva venire la pelle d'oca. Da quando aveva visto il film Titanic, non era più riuscita a salire su una nave senza tremare di paura, ed anche il pensiero di una possibile crociera, la terrorizzava.

-" Ariana vuoi alzare il culo e darmi una mano ? Guarda che non sei l'unica a non avere dormito stanotte "- la rimproverò Giorgia mentre poggiava sul letto alcuni dei suoi vestiti appena tirati fuori dalla valigia. Non sopportava sua sorella quando ignorava i propri doveri, trovava che si comportasse come una bambina capricciosa e non le sembrava corretto dover fare le cose anche per lei.

Fosse stato per Ariana, avrebbe continuato a tenere tutto in valigia fino all' ultimo giorno uscendo i vestiti quotidianamente facendo poi una confusione immane in stanza, confusione che Giorgia, data la sua ossessione per la precisione e per l'ordine, non avrebbe tollerato. A Seattle infatti, quando era a casa e non aveva nulla da fare, si metteva a riordinare i cassetti e l'armadio della sorella come una disperata; non condivideva la stanza con lei ma già l'idea che anche solo uno degli ambienti in casa fosse in disordine, le faceva prudere le mani.

La più grande sbuffò, posò il telefono sul letto e si tirò su rimanendo però seduta con le gambe a penzoloni, guardò sua sorella fare avanti ed indietro dalla valigia all'armadio almeno tre volte prima di proferire parola o fare qualcosa, tuttavia però le sue parole ed il suo qualcosa non erano ciò che Giorgia si aspettava di ricevere.

-" A proposito di stanotte, vuoi dirmi dove siete andate ? Avete usato la mia auto come letto d'amore o siete state discrete e vi siete appartate altrove ? No perché, se siete rimaste in macchina a me può anche andare bene, ma quando torniamo guai a te se non la porti a pulire "- le disse puntandole un dito contro. Lei e Carlos erano i primi a sfruttare la sua auto, o meglio, il cofano della sua auto che, proprio per questo motivo, era sempre vuoto, ma un conto era che lo facesse lei, la proprietaria, un conto era che lo facesse Giorgia che, in quell'auto entrava molto sporadicamente.

La più piccola roteò gli occhi e sospirò sonoramente, si parò davanti alla sorella con le braccia conserte e le rispose una volta per tutte.

-" No Ariana, non abbiamo usato la tua auto, non abbiamo nemmeno fatto niente se proprio lo vuoi sapere. Ora smettila di trovare scuse e sistemati le cose, non ho intenzione di stare a raccattare la tua roba da ora al 6 gennaio solo perché sei pigra"- prese una maglia e gliela tirò addosso provando così ad incentivarla nel fare qualcosa di concreto piuttosto che impicciarsi. Quando non dormiva, la nera, diventava abbastanza nervosa, e contraddirla in quei momenti poteva essere letale per chi lo faceva, Ariana lo sapeva bene, e questo perché anche lei era così. Una volta aveva tirato uno schiaffo a Carlos solo perché le aveva chiesto di passarle un compito, una mattina dopo la quale notte lei non aveva dormito e si era resa conto dell' inutilità del suo gesto solo dopo averlo compiuto.

IF YOU LET ME Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora