A Lauren piaceva guidare, ma amava da morire stare in sella a quella moto, con il vento a sbatterle in faccia ed a scompigliarle i capelli, con il rumore delle ruote che sfregano sull'asfalto e con il cuore in gola e l'adrenalina a mille ad ogni singola curva da Giorgia presa. Si stringeva a lei quasi come fosse un koala stretto ad un albero e sentiva il suo di cuore battere sul proprio petto usando la schiena come cassa di risonanza.
Probabilmente se le avessero chiesto quale fosse la cosa che più di tutte aveva imparato ad amare a Seattle dopo la ragazza dai capelli neri, quella era sicuramente il girare per ore ed ore in moto sotto il chiaro di luna o alla luce del tramonto. Sarebbe stata capace di stare in sella a quel bolide per ore, varcare su di essa il confine di ogni stato arrivando persino fino al Canada senza stancarsi, senza volersi fermare; la sicurezza che le dava stare su quel mezzo, ma soprattuto stare su quel mezzo stretta a lei era qualcosa di indescrivibile a parole ed a gesti, era un qualcosa che Lauren avrebbe potuto e voluto continuare a fare fino alla fine dei tempi o magari, fino alla fine di qualcos'altro, di qualcun'altro..
Le parole di Clara rimbombavano nella sua testa, quel 'potrebbe essere già troppo tardi' non faceva che ripetersi e ripetersi così come il ritornello di un fastidioso tormentone estivo. Avrebbe preferito sentirsi dire dalla donna qualcosa del tipo 'stai alla larga da mia figlia' piuttosto che quello, ma Clara aveva ragione. Così come le ruote sull'asfalto, anche il tempo scorreva liscio e non aspettava di certo lei per fare il suo corso; non voleva finire quel qualcosa ancora prima che quel qualcosa fosse iniziato, non voleva darsi per vinta ancora prima di aver provato a lottare, ma stavolta sarebbe stato diverso, stavolta la lotta poteva perderla ancora prima di caricare le armi.
Le aveva fatto leggere il suo referto, quello delle analisi che giorni prima l'aveva mandata a fare in una clinica privata a pochi passi dall'ospedale e sotto propria raccomandazione. Non erano okay i suoi valori, non erano okay i globuli rossi, così come non lo erano quelli bianchi, così come non lo erano le piastrine e Clara era stata abbastanza chiara nel dirle che il motivo per il quale il tempo che le rimaneva per parlare con Lauren non era molto era il fatto che quei valori così sballati potevano stare a significare una possibile infezione alla sua capsula cardiaca. Non aveva intenzione di spaventarla ma con gli anni aveva compreso che per quanto dura, la verità ai pazienti deve essere detta a prescindere dall'età che questi hanno perché hanno il diritto ed il dovere di conoscere anzitempo quello che potrebbe essere il loro destino ed il loro imminente futuro.
La donna avrebbe certamente preferito dare quella diagnosi ad una donna di 80 anni con diabete, osteoporosi e vene varicose piuttosto che ad una ragazzina, appena 18enne con tutta la vita davanti, ma è così che funziona, è così che il destino, Dio, gli dei o chi per loro agiscono su di noi. Si dice che siamo noi esseri umani gli artefici della nostra sorte ed anche della nostra morte, ma per quanto magari un tossico dipendente, un'alcolista o un cocainomane lo è davvero, una persona con problemi cardiaci non lo è affatto. Giorgia non si stava andando a cercare la morte così come aveva fatto sua madre, Giorgia non si era volutamente ammalata, così come non aveva mai né bevuto e ne fumato per non fare ammalare il suo cuore ancora; l'unica cosa che aveva fatto era stata provare a vivere la sua vita a 360 gradi senza prendere fiato nemmeno un attimo e poteva essere peccato quello ? Poteva essere quello il classico detto 'siamo noi gli artefici del nostro destino'? No, non poteva.
La dottoressa Morgado aveva passato l'interno pomeriggio davanti al referto della sua paziente provando a decifrare quei valori in maniera diversa, provando a dare una spiegazione diversa a loro, ma non ci era riuscita, non poteva barrare la casella A quando la risposta corretta era palesemente la B, non sarebbe stata un medico altrimenti, ma sopratutto non sarebbe stata una madre.
Lauren si era chiesta perche sua mamma avesse cambiato atteggiamento nei confronti della sua ragazza in maniera così repentina e così veloce, si continuava a domandare anzi... ma se solo avesse visto con i suoi stessi occhi, con i suoi stessi occhi ignoranti in medicina, avrebbe capito da se il perché sua madre fosse cambiata.
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IF YOU LET ME
FanfictionLauren aveva smesso di vivere da tanto tempo, la sua esistenza si era ridotta ad essere pura ed estrema sopravvivenza; non aveva più idea di cosa significasse essere qualcuno, lui le aveva tolto ogni cosa e lei credeva che ormai persino di amare no...