Epilogo.

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Scegliere non è sempre possibile, non sempre si ha una seconda possibilità, quasi mai si ha l'occasione di cambiare qualcosa solo poiché lo si vuole o perché magari ci si è pentititi.
A volte scegliere non è parte del processo, qualsiasi esso sia, ed a volte bisogna accondiscendere ed accettare anche se quello che succede non corrisponde a ciò che vogliamo veramente che succeda.

Ci si ritrovava davanti a realtà che, seppur non condividiamo, dobbiamo assorbire ed accettare, imparando a convivere con esse integrandoci nel modo più uniforme possibile, facendole nostre così come noi veniamo fatti loro.
Il passato non può venire cambiato... ovviamente non può esserlo, altrimenti non sarebbe passato, il presente possiamo considerarlo come un qualcosa di messo in bilico, davanti ad un precipizio o ad un bivio, in quanto è da questo che l'avvenire, ignoto a chiunque, verrà determinato, ed il futuro, bhe...lo si può programmare certo, ma quante volte i programmi fatti finiscono per venir disintegrati e sconvolti da un avvenimento, piuttosto che da una persona ? Tantissime.

A mio avviso, dunque, non vale la pena programmare il futuro, idealizzare qualcosa, dal momento che quel qualcosa potrebbe cambiare da un istante all'altro o non arrivare mai, dal momento che potrebbe non essere come noi la vorremo o addirittura rovinare la nostra intera esistenza, tanto vale vivere le cose per come vengono accogliendole in qualsiasi modo esse si presentino ed andare avanti sempre e comunque con la testa alta ed il cervello intento a ragionare.

Tra di loro, solo due persone avevano ben chiaro cosa volessero fare fin dal principio, chi volessero diventare ed a cosa volessero ambire, e seppur le carte in regola per farlo le avevano, ecco che i loro ben definiti piani erano stati stravolti completamente e rallentati di parecchio.
Uno dei due era, definitivamente, stato buttato e bruciato sul rogo venendo disintegrato sotto gli occhi del proprio creatore, mentre l'altro, bhe...era nato, si era evoluto e continuava a farlo, ma tale processo era stato più lungo e doloroso di quanto chi lo aveva stabilito potesse aver immaginato all'inizio.
Ma andava bene così dopotutto, erano felici lo stesso...

C'era poi invece chi di piani per il proprio futuro non ne aveva neanche mezzo, chi al proprio futuro nemmeno ci pensava e chi non si era mai preoccupato di idealizzarne uno che andasse a rappresentare un obiettivo per il quale sacrificare qualcosa, per il quale sacrificare se stesso.
Eppure un qualcosa di ancora più grande e nato dal semplice accondiscendere ad un capriccio, dal fare una promessa, era sopraggiunto nella vita di quella persona dandole la possibilità di spezzare un cordone che, sinceramente, credeva si sarebbe trascinata fino al giorno della propria morte e per il quale adesso la sua vita era cambiata in tutto e per tutto, la sua vita era cambiata in seguito ad un lutto...quel lutto.

-" Sai che non posso farlo, è contro il protocollo e sopratutto...tu non ne hai bisogno "- si tolse gli occhiali da vista poggiandoli sulla scrivania dinnanzi a sé, e si alzò dalla propria poltrona andando a prendere posto sulla superficie in legno scuro che si trovava al centro della stanza, il quale ospitava oltre al computer insieme all'agenda, un porta penne e dei fogli bianchi scarabocchiati da un bambino.

Kirby scosse la testa, mostrandosi il disaccordo con la donna che, altro non voleva, se non il suo bene e che per farglielo raggiungere, almeno in parte, stava dando tutta sé stessa.

La faceva sorridere il suo modo di dire no, negando l'evidenza, imbronciandosi come se fosse una bambina...le ricordava qualcuno.

-" Perché no ?! Tu la conosci, può chiederle di sostituire la cardio aspirina così che posso prendere il farmaco che mi darai. Dai, non ti costa nulla ! "- continuò la ragazzina alzando le braccia e le spalle.

Kirby si rivolse a lei e disse ciò come se sostituire un farmaco o diminuirne una dose, fosse la cosa più normale e semplice del mondo, come se la laurea in medicina la si possa facilmente reperire dentro un pacchetto di patatine essendo accessibile a tutti e che un medico valga come l'altro solo poiché entrambe definite come tali, ma la donna che aveva dinnanzi, per quanto la capisse e per quanto fosse un bravo medico, rimaneva intransigente e contro al suo ragionamento.

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