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-" Giorgia calmati, non ti agitare per favore "- le disse mentre con una mano le afferrava il polso sinistro per fermarla da quel continuare a fare avanti ed indietro nella stanza.

-" Ascolta tuo padre. Più ti agiti e più aggravi la tua situazione; sei nella lista da anni e non posso farti togliere solo per un capriccio. Rassegnati, e spera solo che un cuore arrivi anche per te "- tornò a sedersi sulla poltrona dietro alla sua scrivania, rilasciando un sospiro e sistemandosi meglio il camice.

Aveva parlato solo lei, era stata lei a prendere le redini di quel discorso senza permettere a Daniel di intromettersi se non per placare sua figlia non appena questa reagì; così come previsto, Giorgia non aveva accettato affatto l'essere sulla lista trapianti, ma ancora di più, il non poter redimersi dall'esserlo. Non era stata lei a scegliere se esserci o meno, erano stati i suoi genitori anni ed anni prima e chiaramente non poteva fargliene una colpa, dopotutto la volevano solo salvare, ma adesso, non voleva nemmeno che per quel loro gesto passato lei ne dovesse pagare le conseguenza.

Probabilmente vi chiederete il perché lei stesse rifiutando anche solo l'idea e la possibilità di avere un cuore nuovo, ed onestamente parlando non so dirvelo nemmeno io, ma penso che ciò che nella sua mente stava passando era l'idea di illudersi di potersi salvare, quando invece poi sarebbe morta. Non voleva continuare a vivere quel poco che le rimaneva nell'illusione, che poi si sarebbe trasformata in convinzione, di poter guarire; preferiva essere realista ed accettare di dover morire, vivendo i suoi ultimi giorni proprio come 'ULTIMI' e quindi goderseli, con la sua famiglia e con la sua ragazza, facendo e dicendo tutto ciò che nella sua vita desiderava dire e fare.

-" Non c'è un cuore per me, non c'era dieci anni fa e non ci sarà nemmeno ora ! "- urlò con tutto il fiato e la voce che possedeva. Sembrava un animale, un animale aggressivo e magari cattivo, ma reagire in quel modo era l'unico modo che aveva per non scoppiare in lacrime davanti a loro.

Non voleva illudersi ma sopratutto, dare false illusioni.

Daniel e Clara tacquero, lasciarono che lei li continuasse a prendere a parole avendo capito molto bene, da genitori, che quello stava essendo il suo modo di dire "Ho paura".

-" Perché io mi rassegno e voi no ?! Siete voi gli adulti non io, io non diventerò adulta e questo lo so, voi siete quelli responsabili non io, dovrei essere io quella che si illude di poter continuare a vivere anche con il cuore a metà, non voi. Smettetela ! "-

Strattonó il polso dalla presa ferrea del padre e tornò a sedersi anche lei, aveva il respiro mozzato. Daniel si accomodò anche, e fu a quel punto che Clara riprese a parlare.

-" Bene, teatrino finito giusto ? Ho altro da dirti"- con quella freddezza e con quel distacco per mezzo delle sue parole, ma sopratutto del suo tono, la donna stava cercando di mantenere ben saldi i piedi per terra almeno lei. Si stava forzando a vederla così come vedeva tutti quelli che ogni giorno entravano ed uscivano venendo da lei curati, in maniera eccellente, ma sempre e solo comunque curati.

Si imponeva di non vedere Lauren e collegare a lei la sofferenza della ragazza che aveva difronte, cercando di fare finta che questa non fosse la fidanzata di sua figlia e che se questa fosse morta, Lauren sarebbe crollata, stavolta del tutto.

-" Scusala...è solo nervosa "- disse Daniel rivolgendosi alla donna ma riferendosi a sua figlia. Clara annuì, per quello era niente, se lo sarebbe fatto scivolare addosso così come per anni si era fatta scivolare addosso le medesime reazione violente ed aggressive di sua figlia. Sperava solo che quando Giorgia e Lauren litigavano, almeno una delle due fosse capace di calare le ali, altrimenti l'altra sarebbe finita in pronto soccorso o in psichiatria.

-" È un adolescente, mi sembra più che normale lo sia "- ribadì la donna -" Ad ogni modo, durante tutte le analisi che abbiamo fatto fino ad ora mi sono resa conto del fatto che quando Giorgia era piccola, i medici che l'hanno seguita, evidentemente all'università non si davano chissà quanto da fare .."-

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