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Pareva di essere a Londra, nel Regno Unito, e non più negli Stati Uniti, a Seattle; il sole erano giorni che sembrava essere andato in ferie, ed era da altrettanto tempo che la pioggia non smetteva di prendere di mira la città, che fosse per qualche ora o per giornate sane. Il freddo era pungente, e seppur fosse quasi metà febbraio, le temperature parevano essere quelle di un tipico dicembre in Alaska, era pazzesco.

Ariana odiava la pioggia, la trovava fastidiosa e la rendeva malinconica e nevrotica, le rovinava la piega e non le permetteva di vestirsi così come realmente voleva solo poiché se lo avesse fatto, sarebbe risultata tutta scollata dunque era costretta a coprirsi il più possibile per evitare di prendere l'influenza. Giorgia invece, era letteralmente l'opposto di sua sorella da questo punto di vista, adorava la pioggia, il cielo cupo e le nuvole; per quanto possa sembrare paradossale da parte di una ragazza nata e parzialmente vissuta alle hawaii dove è praticamente estate per tre quarti dell'anno, a lei piaceva quando fuori pioveva ed era costretta a rimanere a casa, sotto il piumone con un the nelle mani ed una serie tv sul computer, generalmente in quelle occasioni si metteva a guardare film horror oppure l'inimitabile saga di Harry Potter, adorava quei film.

Ma una cosa che condividevano le due sorelle era quella del non potersi, appunto, vestire come volevano, e quindi con i top, i tacchi e tutte quelle cose con le quali, se fossero uscite vestite, le avrebbero rese ridicole, e poi, anche a lei davano fastidio i capelli che si increspavano.

Diciamo che si, le piaceva la pioggia ma solo quando non era costretta ad uscire di casa, altrimenti preferiva che il cielo fosse coperto ma che il buon Gesù non cominciasse ad aprire i rubinetti per farsi il bagno perché altrimenti avrebbe fatto sembrare lei un gatto con il pelo arruffato ed un panda dagli occhi neri.

Era un semplice mercoledì piovoso, di una semplice settimana di Febbraio, un banale giorno di scuola o di lavoro...almeno per gran parte della popolazione mondiale internazionale. Ma non per loro, non per Ariana, non per Giorgia e nemmeno per Daniel.

-" Ragazze, siete sicure di voler andare a scuola ? Potete saltarla per oggi, capirei se lo faceste "- l'uomo prese con il guanto da cucina, la caffettiera ancora scottante spegnendo anche il fuoco e lo posò sul bancone in mezzo alla stanza.

Ariana subito se ne versò un poco nella sua tazza rossa di Topolino, e subito dopo fece lo stesso, mettendo la bevanda nella tazza blu di Paperino, che invece era di Giorgia. Ogni mattina, in due finivano una caffettiera da quattro, e Daniel per potersi svegliare ed assumere caffeina era sempre costretto a prepararsene una seconda, altrimenti non avrebbe bevuto niente.

-" Papà, non c'è bisogno. Siamo abbastanza grandi ormai ed è passato tanto tempo, non preoccuparti "- rispose la maggiore delle due, Giorgia ancora pareva dormire e tutto ciò che si limitava a fare, in silenzio, era roteare il cucchiaino nella sua tazza attendendo che il caffè di freddasse un poco.

Non aveva ancora aperto bocca dal momento in cui aveva aperto gli occhi, e sembrava intenzionata a non farlo, tuttavia ne suo padre ne sua sorella sé ne stavano preoccupando perché ormai erano abituati al suo gioco del silenzio la mattina, lei aveva bisogno di più tempo per svegliarsi. Ma quella mattina non era come tutte le altre, intanto perché era quel giorno, di quel mese, ma dieci anni dopo, e poi, perché non riusciva a smettere di pensare a quel bacio tra Lauren e Ty al quale aveva fatto da spettatrice il giorno prima.

Non era del tutto riuscita a dormire, nemmeno vi aveva provato ad essere onesti, e quando si era ritirata dicendo a sua sorella che andava a stendersi, in realtà non lo aveva per nulla fatto, si era solo chiusa in camera sfruttando quella banale scusa per non venire disturbata da niente e da nessuno. Si era sforzata di non piangere, non le serviva e farlo non avrebbe cambiato le cose, dal suo punto di vista, ma c'era stato un momento, circa verso le nove e mezza di sera, in cui era stato inevitabile per lei crollare, e si era ritrovata con il mascara e l'eye-liner colati a macchiarle la federa del cuscino.

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