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Quanto può essere stronzo, narcisista e cattivo il destino delle volte ? Quanto può godere nel vedere gli esseri umani, gli esseri che lui manovra come un giocattolaio manovra i burattini, trovarsi in situazioni catartiche, difficili e tragiche per colpa sua ?

C'è chi dice che gli artefici del nostro destino siamo proprio noi, che chi vive decide come farlo e va incontro ai problemi solo perché lo vuole, ma io, ad essere onesta, non sono d'accordo con questa idea. Un assassino sceglie di uccidere ma chi viene ucciso non sempre sceglie di morire, per esempio, i caduti di guerra, i bambini nati e cresciuti in zone di guerra, non scelgono di farsi conficcare un proiettile nella gamba da dei sicari armati; i malati di tumore non scelgono di rasarsi la testa o di perdere parti del proprio corpo, per cui si, determinate cose succedono perché noi lo vogliamo, ma no, non siamo noi gli artefici del nostro destino. Secondo me ci sarà sempre qualcosa o qualcuno che farà o sarà il navigatore delle nostre vite, qualcosa o qualcuno, anche non per forza sopra di noi, che deciderà sempre come qualcosa deve andare e che cosa dobbiamo fare, solo per sua volontà.

Ariana aveva sofferto tanto negli anni, aveva sofferto per la perdita di sua madre, per la malattia di sua sorella, per l'essere rimasta orfana ed aver dovuto accettare di diventare madre anzitempo. Ariana aveva sofferto quando si era ritrovata a scegliere se salvare suo figlio o salvare Giorgia, ci aveva messo delle settimane per prendere una penna in mano ed apporre la propria firma su di un foglio, per venir a sapere poi che tutto ciò non era servito a nulla, che il suo sacrificio e che le lacrime fino ad allora versate non erano servite a niente.
Ma andiamo con calma...

-" Sei stanca ? "- le chiese mentre con una mano teneva il volante e con l'altra scalava le marce.
La strada davanti a lei era buia e l'aria già più fredda rispetto a com'era qualche ora prima, la notte stava arrivando e Lauren stava riportando la sua ragazza in ospedale così come aveva promesso a sua madre la sera precedente.

-" Un po', ma sono anche felice perché mi sono divertita. L'unica cosa che mi dispiace è non poter portare Joker con me "- rispose la più piccola appoggiando la propria mano su quella che la corvina teneva sul cambio.

A malincuore, Giorgia aveva dovuto salutare il suo nuovo cagnolino, in ospedale non poteva, certamente, portarlo e da lontano non poteva accudirlo. Ariana lo aveva preso e caricato sulla sua auto in quanto era con lei che sarebbe rimasto, almeno fino a quando sua sorella non avrebbe fatto ritorno a casa, sempre se lo avrebbe mai fatto si intende..

Lauren sorrise leggermente e tornando, per qualche secondo, a guardare la strada, prese una stretta curva a destra. Le dispiaceva doverla riportare in ospedale, le faceva male sapere che forse quello vissuto, sarebbe potuto essere il primo ma anche l'ultimo dove Giorgia avrebbe messo il naso fuori dall'edificio, ma non poteva tirare dritto e non riportarla lì, era per il suo bene.

-" Tu stai bene ? "- chiese poi la più piccola. Avevano lasciato la sua moto sotto casa Grande perché la corvina aveva parcheggiato lì la propria auto al mattino quando era andata a prendere la moto di Giorgia, ed era con quella, adesso, che sarebbe tornata all'ospedale.

-" Si, certo. Anche se avrei preferito andare da qualche altra parte a fare altro piuttosto che in ospedale  "- le rispose ironizzando e facendo riferimento ad una conclusione per quella giornata molto diversa e sicuramente meno casta. Le sarebbe piaciuto poter tornare a casa, magari a casa sua dato che ancora non c'era nessuno, e finire nel suo letto la giornata.

-" Per esempio ? "- Giorgia volendo rompere l'aria un po' malinconica che si stava creando e capendo a cosa si riferisse, la provocò allungandosi verso di lei, dandole un bacio sul collo. Più di uno a dire la verità.

-" Smettila perché sennò sbandiamo "- le disse fingendosi seria. Si morse però il labbro perché si, non voleva perdere la concentrazione, ma non voleva neanche rifiutare una chiara provocazione ed istigazione a fermarsi da qualche parte e salutarla per bene.

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